Un caro saluto ai fedeli navigatori di Holy Metal. Mi accingo, in questa fredda serata invernale milanese, ad intervistare Roland Grapow, leader incontrastato dei Masterplan, il supergruppo che ormai sta diventando un’icona nel panorama metal mondiale.
D: Ciao Roland. Prima di tutto grazie del tempo che hai deciso di concedermi per l’intervista. Era da quando eri un membro degli Helloween che fremevo dalla voglia di scambiare quattro chiacchiere con te.
R: Accidenti. Quindi mi stai seguendo da parecchio tempo.
D: Effettivamente è proprio così. Devo anche farti i complimenti per il nuovo album che è veramente spettacolare, un vero gioiello musicale. Questo nuovo lavoro è la reale dimostrazione che le persone che affermano che un cambio di line-up possa nuocere alle band si sbagliano completamente in quanto le due nuove presenze del gruppo, il cantante Mike Di Meo ed il batterista Mike Terrana sono riusciti ad apportare quell’aria di freschezza e di potenza che hanno contribuito a rendere il vostro sound veramente completo. Toglimi una curiosità: chi ha avuto l’idea di chiamare la band Masterplan e soprattutto quando è nata tale idea?
R: Mi hai fatto un domanda molto curiosa. L’idea risale a molto tempo fa. L’origine del termine deriva da un termine messicano. Stavamo cercando un nome da dare alla band. Cercavamo un termine che fosse reale ma che al tempo stesso esprimesse una sensazione di grandezza e di completezza. Ed allora abbiamo deciso di usare il termine Masterplan per dare un nome alla band. Poi l’abbiamo scelto perché non era un tipico nome in stile Metal e quindi non era simile a nessun altro.
D: Parlando della nuova line-up, non prendendo in considerazione Mike Terrana che è senza alcun dubbio uno dei migliori batteristi al mondo, ho notato che il nuovo cantante ha una voce veramente particolare che in alcune linee vocali mi ha fatto tornare in mente Jon Bon Jovi. Come ti sei trovato a lavorare con entrambi?
R: Lavorare con Terrana è stato molto divertente ed anche molto semplice. Nonostante si sia unito alla band quando tutto il lavoro fosse praticamente terminato, ha dato una notevole mano nel completare i pezzi. Il problema è che alcune parti non gli andavano molto a genio ed ha cercato in qualche maniera di “personalizzarli”. Fortunatamente il sound dei Masterplan è molto aperto e permette di scegliere ogni volta delle soluzioni diverse ed anche, oserei dire, personali. Quindi Mike si è trovato sin da subito a suo agio con noi. Mike Di Meo è un ragazzo formidabile, un grande cantante, un tipo che riesce a nascondere la sua timidezza con la simpatia; riesce ad essere serio ma al tempo stesso ti tira degli scherzi veramente catastrofici. Accetta i consigli che gli si danno e riesce a farne tesoro. Diciamo che è il cantante che tutti vorrebbero avere. Il suo stile di canto mi è piaciuto sin da subito ed ha dato ai nostri pezzi una connotazione cromatica veramente particolare. Non posso dire niente sul suo modo di cantare dato che sono stonato e non so cantare. Quindi gli abbiamo dato carta bianca ed ha deciso lui come eseguire i pezzi.
D: Mi dici qualcosa a proposito del titolo dell’album? Te lo chiedo perché mi è tornato in mente l’album dei Deep Purple. C’è forse qualche riferimento?
R: Hai colto nel segno. Questo album è effettivamente collegato a quell’album. Diciamo che abbiamo deciso di dare questo titolo all’album in quanto siamo dei grandi fans dei Deep Purple e siamo praticamente cresciuti con la loro musica. Poi per me questo album segna il secondo passo nella nostra carriera musicale e mi è parso corretto intitolarlo così.
D: Come nasce un pezzo dei Masterplan? Intendo dire, nella composizione di un pezzo usate il metodo della Jam session oppure ognuno di voi sviluppa le proprie parti e poi le mixate in studio?
R: Diciamo che ognuno di noi compone i pezzi secondo una propria idea. Poi ci riuniamo e mettiamo insieme i vari pezzi fino a che non troviamo un’idea comune ed iniziamo a registrare.
D: Se dovessi scegliere la tua line-up ideale, chi sceglieresti?
R: Ahi. Questa è una domanda cattiva. Così mi metti in forte difficoltà. Sicuramente sceglierei John Bonham alla batteria, Ronnie James Dio come cantante e Ritchie Blackmore come chitarrista.
D: Se dovessi fare un bilancio della tua carriera quali sarebbero i momenti più alti e quelli più bassi, ammettendo che ce ne siano stati?
R: Non è facile per me fare un bilancio, soprattutto perché non sono abituato a farne. Come musicista uno dei momenti più belli è stato quando sono entrato nel gruppo degli Helloween ma anche quando ho dato vita ai Masterplan. Forse il momento più brutto l’ho affrontato quando ho lasciato gli Helloween ed ho dovuto ricominciare tutto da zero.
D: So che andrete in tour con i Saxon. Avete già programmato delle tappe italiane per questo tour?
R: Sì. Abbiamo già programmato una Leg europea del tour che toccherà anche l’Italia e precisamente Milano. Forse dovremmo ritornare nel mese di Aprile.
D: Quindi non ci resta che attendere il vostro ritorno per poterci gustare il nuovo materiale.
R: Ebbene sì. Sarà il primo tour con la nuova line-up e speriamo che il pubblico apprezzi lo spettacolo che offriremo.
D: Parlando del nuovo album sono stato particolarmente colpito dal brano “Phoenix Rising” che sembra quasi un nuovo inizio, quasi a voler dare un taglio al passato. Ma c’è uno dei pezzi dell’album, se non ricordo male si tratta di “Watching The World” o “Call The Gipsy” il cui inizio di tastiera mi ha fatto tornare in mente un pezzo di The Time Of The Oath. Ed ho subito capito che c’era il tuo zampino in quel pezzo. Toglimi una curiosità: come hai scelto i membri con cui hai formato il gruppo?
R: Scegliere i membri del gruppo è stato molto semplice perché la nostra idea iniziale era quella di non suonare solo musica Metal.
D: Nel nuovo album c’è un vero e proprio mix di generi. È stata una vostra precisa scelta quella di inserire tanti stili tutti insieme?
R: Hai perfettamente ragione. In questo lavoro abbiamo dato libero sfogo ai nostri interessi musicali ed abbiamo suonato quello che ci andava di suonare, sbattendocene altamente del trend del momento o del fatto che l’album potesse risultare non commerciale. Volevamo suonare e basta.
D: Quali sono stati i gruppi che ti hanno fatto scoccare la scintilla per cominciare suonare?
R: Quando ero ragazzo mi piaceva ascoltare i grandi chitarristi. Cercavo di carpire i loro segreti ed a volte cercavo anche di imitare il loro stile. Mi piace molto lo stile musicale di Ozzy Osbourne. Ma la vera ispirazione l’ho trovata ascoltando le canzoni di Ronnie James Dio.
D: Ok. Vuoi dire qualcosa agli amici di Holy Metal per concludere questa splendida chiacchierata?
R: Ciao a tutti. Sono Roland Grapow dei Masterplan. State ascoltando il nostro nuovo album MKII e siete su www.Holy Metal.com.
Siamo alla ricerca di un nuovo addetto per la sezione DEMO, gli interessati possono contattare lo staff di Holy Metal, nel frattempo la sezione demo rimane temporaneamente chiusa.