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Epigraph - "Blurred Sight" (Autoprodotto/***)

Line up:

Alessandro Mazzoleni: voce, basso
Marco Samarati: chitarra
Andrea Fumagalli: chitarra
Andrea Ravasio: batteria
 

voto:

8
 

recensione

“Blurred Sight”, vista annebbiata, questo il titolo del demo d’esordio per la band lecchese di nome Epigraph. Anche se, ascoltando le quattro tracce (più intro), che lo compongono, non sembra affatto che i Nostri abbiano le idee poco chiare, anzi tutt’altro!
Fautori di un Death Metal “old school”, debitore dei Morbid Angel più evocativi, quelli di “Covenant” per intenderci, gli Epigraph mettono in mostra sin da subito le proprie capacità compositive ed esecutive.
Non siate tratti in inganno dalla giovane età dei quattro componenti, dato che le chitarre di Marco Samarati e Andrea Fumagalli, incidono il marmo ad imperitura memoria, grazie ad un’epigrafe fatta di riffing aggressivi e stacchi melodici che rendono il tutto vario e mai stucchevole.
La title track, dalla durata di otto minuti, ne sia l’esempio più calzante, ovvero parti tirate in tipico stile Death Metal, dove la fanno da padrona l’efficace drumming di Andrea Ravasio, e le vocals in screaming (ma perfettamente scandite) di Alessandro Mazzoleni, impegnato anche al basso, che si sostituiscono ad interludi strumentali di sicura presa.
Anche la registrazione al naturale di “Blurred Sight”, che non necessità di sovra incisioni, aiuta gli Epigraph, i quali, coi mezzi a disposizione, dimostrano di sapersela cavare con le intricate trame imposte dal genere che propongono. Infatti, tanto la successiva e più diretta “Destruction”, quanto la sognante “Instrumental”, sono le due facce del sound del quartetto lombardo, che proprio come i Cynic (con le dovute proporzioni naturalmente!), riescono nell’intento di fondere l’estremo con la “riflessività” cara a soluzioni più Progressive.
Gli Epigraph chiudono alla grande, con l’ossessiva “Suffocation” che, proprio come nel titolo, non ci lascia respiro, merito delle soluzioni chitarristiche dell’accoppiata Samarati/Fumagalli. Se il fiato ci è tolto definitivamente dal pezzo conclusivo, non si può dire lo stesso delle speranze di poter ascoltare al più presto un album completo, sulla stessa scia di “Blurred Sight”, che, sin dal primo passaggio, non può che ricevere applausi.
Tanti auguri agli Epigraph quindi, nella speranza che, come da monicker, anche loro riescano a lasciare il segno ai posteri!


Recensione di Alessio Aondio

tracklist

  1. Intro
  2. Blurred Sight
  3. Destruction
  4. Instrumental
  5. Suffocation

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