Con l’uscita di “As We Die Alone”, il loro quarto disco, i bergamaschi Thunderstorm sono sempre più lanciati all’interno del panorama doom europeo. Cogliendo l’occasione abbiamo intervistato per voi il cantante/chitarrista Fabio “Thunder” Bellan ed il bassista Omar Roncalli:
Marco: Con "As We Die Alone" vi confermate una delle migliori realtà in ambito doom degli ultimi anni. Colpiscono in particolare brani come appunto "We Die As We Dream (Alone)", "I Wait", e "S.L.O.W.", con la sua 'psichedelica' intro "L". Partiamo appunto da questo nuovo disco.
Fabio: Siamo molto soddisfatti di quest’ultimo nostro lavoro: Lo consideriamo come il disco della svolta del nostro stile, del nostro sound. Rispetto a tutte le altre bands di classic doom siamo molto meno “derivativi”, basti sentire canzoni come “We Die as we Dream” oppure “I Wait” per rendersi conto che ci sono atmosfere estranee al canonico classic-doom. Lo consideriamo come il disco piu’ bello della nostra carriera e anche i primi feedback ricevuto sono dello stesso parere!
M.: Mi sembra che stiate anche assumendo una dimensione sempre più personale, pur rimanendo
fedeli alle vostre radici, ed ai Sabbath in particolare, o sbaglio?
Omar: Direi che quest’album rappresenta quello che sono i Thunderstom nel 2007 e quello che più rispecchia la nostra attitudine “live”. Noi siamo un trio e in quanto tale le nostre sonorità si avvicinano molto al “mood” dei Seventies. L’accostamento con i Sabbath non può che essere un complimento per noi, ma l’altro elogio è la “dimensione personale”, dato che in “As we die alone” ci abbiamo messo molto “del nostro”. La cosa veramente strana è che noi non ci siamo prefissati questo “back to the roots”, ma la cosa è nata molto spontanea. Noi amiamo definirci “plug and play”, nel senso che il “tutto” nasce in sala prove da una sorta d’improvvisazione, per creare la base su cui lavorare e l’album è la conseguenza di tale processo.
M.: Anche qui compare una cover, questa volta di Jimi Hendrix. Perchè proprio "Voodoo Child"?
Omar: Questa è una domanda ricorrente nelle interviste, ma la cosa strana è che non c’è, anche in questo caso, nessuna premeditazione o ricerca cervellotica. Io e Attilio (il batterista) stavamo facendo la solita pausa sigaretta-birretta, mentre Fabio “Thunder” stava facendo piangere le sue valvole nella saletta prove. Quando siamo rientrati stava suonando il “figlio del voodoo” e imbracciati i nostri arnesi lo abbiamo seguito, quasi per gioco. Alla fine ci siamo guardati negli occhi e abbiamo capito che non era uno “scherzo”, allora perché non metterla nell’album? Detto, fatto! Forse è la completa genuinità nell’inserire tale cover che la rende parte integrante di quest’album e non semplicemente una “bonus track”.
M.: La copertina del disco è molto rappresentativa, ma come mai questa volta avete optato per un paesaggio? Ha qualche significato particolare?
Omar: Per spiegarti la copertina devo fare un passo indietro e raccontarti tutta la storia. Nella composizione di “As we die alone” l’unico target che ci eravamo prefissati era un netto taglio con i tre precedenti. Non per rinnegare il passato, perché fanno parte sempre di noi, ma perché eravamo maturi per essere più personali, e gli eterni accostamenti a gruppi come Trouble e Candlemass (che comunque ci fanno sempre piacere!!!) (ride ndr), cominciavano a divenire un po’ stretti. Tutto questo doveva partire dalla copertina, essendo la cosa che balza subito più all’occhio. Cosa mettere? Solo alla fine delle session in studio abbiamo capito che il cuore del Cd era la “combo song” (come la chiamo io) “we die as we dream”/“I wait”. Abbiamo dato l’input al grafico il quale ci ha portato un po’ di scatti, ma questo ci ha colpito così tanto che abbiamo deciso di non modificarlo e di metterlo, così come lo vedi, in copertina. Il titolo è nato di conseguenza alla copertina, non dirmi che appena appena la vedi non ti fa pensare al “morire da soli”?
M.: Si può dire che "Faithless Soul" abbia segnato sotto vari aspetti (cambio di label, nuova
formazione..) una bella svolta nella vostra carriera, cosa vi aspettate invece dal nuovo album?
Fabio: “Faithless Soul” era la somma dei due precedenti albums: Avendo cambiato etichetta e avendo avuto una maggiore visilibilità avevamo l’esigenza di fare un disco riassumendo il nostro stile. E’ sicuramente un buon disco, ma non puo’ essere paragonato a “As We Die Alone” visto che lo consideriamo una spanna sopra a tutti i precedenti tre lavori. Da questo disco ci aspettiamo parecchio, in primis il riuscire ad avere un numerodi ascoltatori sempre maggiore, anche chi non e’ avvezzo a certe sonorita’ di doom metal classico….e dai primi responsi sembra che ci stiamo riuscendo alla grande!
M.: Come nascono i vostri testi? E' cambiato il vostro modo di scrivere e di comporre negli anni?
Omar: Per quanto riguarda i testi devi dirti che non c’è una vera e propria ispirazione, tante volte un testo nasce mentre sei in auto, stai fumando e pensi ai cazzi tuoi o solo guardando il mondo che ti circonda e vedi quanto è bello il mondo, ma quanto faccia schifo la gente che lo abita. Prendi per esempio “S.L.O.W”, che è nata come completo rigetto a questa società costruita sull’immagine, se non sei bello, se non “trendy” o se non ascolti la musica “cool”, vieni ghettizzato. Questo in ogni ambito anche nella musica Metal, quante volte avrei sentito frasi del tipo “Io ho il contratto e tu no”, “Io suono meglio di te”, “La mia recensione ha avuto un voto più alto”, “Io ho suonato con pincopallino”. Ma vaffa…. !! Spero di aver reso l’idea! Io paragono questa gente ad un pacco regalo grande, dorato, con quei bei fiocchi rossi molto voluminosi, che ognuno di noi ha sempre voluto avere sotto l’albero di natale da bambino. Passi giornate intere a pensare cosa ci possa essere dentro e con una irrefrenabile bramosia lo scarti per poi trovarci dentro una di quelle sorprese cinesi del cazzo, che non servono a niente. Questo è quello che troverete dentro tali persone! Merda! Il nostro modo di comporre è sempre lo stesso, parte da un riff o da una melodia vocale di Fabio e poi il tutto viene sviluppato o amputato in sala prove. Forse la solidità della line-up, rafforzata da una reciproca amicizia con gli altri componenti del gruppo, ci ha portato ad un bel feeling. Per capire se c’è qualcosa che “gira male” basta solo uno sguardo, anche in sede “live”. (Come vedi non ho parlato di “songwriting”, perché ho già abusato di troppi termini inglesi!!!) (ride ndr)
M.: Cosa ci si deve aspettare nel futuro dei Thunderstorm?
Fabio: Al momento stiamo facendo delle date in Italia e Germania come “release party” per promuovere l’uscita del nuovo disco. Il vero tour lo faremo verso fine estate, penso per meta’ Ottobre. Oltre alla Germania e all’Italia tenteremo di suonare in altri paesi europei.
Altra cosa da fare sara’ l’organizzare qualcosa al centro sud, visto che da Firenze in giu’ non abbiamo mai avuto l’opportunita’ di esibirci!
M.: Vuoi aggiungere qualcosa per i fans e i lettori di Holymetal?
Fabio: Se avete l’opportunita’ venite a sentirci dal vivo, non ve ne pentirete!
Omar: Se pensate di non avere i paraocchi e ve ne fottete dei cliché, provate ad ascoltare “as we die alone” e diteci cosa ne pensate sul nostro sito www.thunderstorm-doom.com . If you’re a VooDOOM Chile!
Siamo alla ricerca di un nuovo addetto per la sezione DEMO, gli interessati possono contattare lo staff di Holy Metal, nel frattempo la sezione demo rimane temporaneamente chiusa.