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My Graveyard Productions

- Salve Giuliano, cominciamo subito dall’attualità. I Sabotage sono entrati nel roster della My Graveyard Productions: ci racconti come siete arrivati all’accordo?
Ciao Marco, grazie mille innanzitutto per questo spazio. Sono stato contattato dalla band tramite un amico che abbiamo in comune e mi hanno chiesto se ero interessato ad effettuare le ristampe dei primi 2 album. Ovviamente, essendo un fan della band sin dai tempi del loro esordio ho accettato con entusiasmo!

- L’operazione primaria sarà quindi la pubblicazione delle ristampe di “BEHIND THE LINES" e "HOKA HEY”.
Ma esiste la possibilità di un’ulteriore sorpresa…?

Al momento stiamo lavorando sulle ristampe le quali saranno ben curate…. Credo sia difficile e prematuro parlare d’altro visti anche i numerosi impegni di Morby. Nel frattempo gustiamoci questi 2 lavori che usciranno per la prima volta in cd!

- Dunque, Sabotage, Dark Quarterer, Strana Officina, Skanners e Crying Steel: ti stai facendo portavoce di un concreto rilancio della scena italiana storica. Marketing coraggioso o passione incrollabile?

Beh….direi entrambe le cose! La passione è sicuramente al primo posto, dare voce e continuità negli anni duemila a quelle band che hanno creato il metal in Italia 25 anni fa e che hanno ancora tanto da dare mi ripaga sicuramente! Marketing coraggioso pure: il mercato, lo sappiamo tutti, è in forte crisi e proporre prodotti italiani è una strada ancor più in salita nonostante ormai la scena italiana sia super competitiva con quella estera. Purtroppo vige ancora molta esterofilia da noi….

- Senza giustificazionismo, cosa credi che sia mancato a queste band negli anni d’oro dell’heavy metal?
Mah..sicuramente le produzioni e gli studi di registrazione adatti; molti dischi infatti erano purtroppo penalizzati da sound poco adeguati e sicuramente poco competitivi con i prodotti esteri. Aggiungerei anche una scarsa distribuzione e poca visibilità; e sicuramente tanti altri piccoli fattori che hanno impedito un reale decollo della scena….

- Accanto a tutto ciò, hai saputo raccogliere la fiducia di bands già affermate, come i Frozen Tears, e lanciare giovani leve, come gli Assedium. Nell’ambiente ormai si parla della My Graveyard come uno dei nodi principali del movimento oggigiorno, un centro d’irradiazione di qualità assicurata, e si guarda ad essa con speranza. Cominci anche tu ad avvertire l’onere e l’onore che gli headbangers italiani tributano al tuo lavoro?
Guarda Marco, sono contento e soddisfatto quando le band riescono ad avere visibilità e sono apprezzate dagli ascoltatori. Approfitto anzi per ringraziare tutte le persone che acquistano i dischi delle nostre bands! Per il resto qui si prosegue con la nostra linea musicale credendoci quotidianamente, sperando di proporre al pubblico lavori graditi.

- Quali sono state le difficoltà principali incontrate durante il percorso della My Graveyard? Sia nei termini di introduzione nel mercato odierno, sia nel recupero del passato, hai incontrato degli ostacoli?
Beh…ostacoli se ne trovano tutti i giorni, è una sfida! Come ben sai, la My Graveyard tratta un genere musicale di stampo prettamente ’80, quindi abbastanza lontano dal trend seguito dal mercato odierno. Fortunatamente noto un aumento continuo di giovani o ragazzi che scoprono (e riscoprono) certe sonorità e di conseguenza si riesce a ritagliarsi una piccola fetta di mercato la quale ci permette di continuare.

- L’etichetta si occupa anche di distribuzione e vendita online: che ruolo gioca questa attività nel complesso?
Direi che gioca un ruolo di pari importanza con quello di rilasciare nuovi dischi. Gli ascoltatori cercano materiale di migliaia di bands sia attuali che storiche e underground. Noi cerchiamo di offrire loro per la maggior parte quei titoli che non hanno grande distribuzione in Italia e non circolano tra i maggiori canali di mercato o addirittura non sono per niente distribuiti!

- Hai contatti commerciali per e all’estero?
Sicuramente…. Le nostre releases hanno distribuzione all’estero e le puoi trovare sia in Europa che Asia o America attraverso altre labels, distributori e mailorder

- E poi sei anche live promoter…
Live promoter è una parola forse un po’ grossa….diciamo che si cerca ove è possibile di supportare il nostro roster anche in fase live cercando di fissare date nei locali. Credo che la situazione live oggigiorno sia fondamentale per far conoscere la band e poi è sempre appagante una serata con metallo dal vivo! La cosa più impegnativa è stato il Play it Loud! Festival di febbraio dove mi sono dovuto confrontare con un evento più grosso rispetto a quelli organizzati di solito: è andato tutto bene, la gente ha apprezzato e si è divertita, le band pure..direi che l’obiettivo è stato raggiunto! Ora ci stiamo preparando alla seconda edizione. Stay tuned!!

- Sotto quale spinta nasce l’idea dell’etichetta?
Dopo svariati anni da sostenitore “passivo” della scena, quindi ascoltatore, ho deciso di dare il mio piccolo contributo al metal italiano in maniera più concreta, sempre con molta passione. Seguendo la scia di altre label in Italia che si sono dedicate al metallo nostrano ho scelto di intraprendere questa via per dare voce appunto alla scena di casa nostra proponendo sia band emergenti che band storiche le quali avrebbero rischiato di affossarsi definitivamente.

- Ti ritieni soddisfatto di quanto svolto fino ad ora? Ci saranno delle novità nei giorni futuri della My Graveyard?
Ho cercato di lavorare al meglio fino ad ora in base alle mie possibilità…difficilmente mi ritengo soddisfatto in quanto credo si possa sempre fare di più… sicuramente se parliamo a livelli di dischi rilasciati mi ritengo soddisfatto. Nel futuro, oltre a supportare il metal italiano, c’è la possibilità che si dedichi uno spazio a band estere..la priorità resta comunque il made in Italy!

- Giuliano, oggi ti vedi più come un fan o un produttore?
Se non sei un fan difficilmente ti puoi dedicare con la giusta e necessaria passione a queste cose..

- Ti ringrazio, ti auguro (e lo auguro alla scena italiana) di veder crescere sempre di più la My Graveyard Productions.
Grazie mille a te Marco per la disponibilità e l’interesse. Permettimi un saluto a tutti i musicisti d’Italia e ai sostenitori del Metal ! LONG LIVE THE LOUD!

Intervista di  Marco Priulla

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