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Trinakrius

Line up:

Flavio Rezza - voice
Francesco Chiazzese - guitar & Keyboards
Claudio Florio - drums & growl
Ezio Montalto - guitar
Piero Orlando - bass
www.trinakrius.it
 

Mercoledì 2 aprile 2008, piazza Campolo, Palermo. Stasera si esibiscono tre bands allo Zsa Zsa Mon Amour: Trinakrius, Steel Ordeal e Cryphtex. Approfitto dell’occasione per intervistare i Trinakrius, storica band epic-doom della scena palermitana, attualmente in decisivo fermento artistico.

Salve ragazzi, cominciamo da qui, dai concerti. Come procede l’attività live?
Ezio: L’attività live, qui a Palermo, procede abbastanza bene, anzi possiamo dire che finalmente siamo stati scoperti dal pubblico palermitano, fortunatamente direi, perché è la nostra città quindi, figurati, ci fa molto piacere. In tutto questo, anche all’estero riusciamo a fare delle date sporadiche, prima in Germania, fra poco in Grecia, quindi diciamo che siamo soddisfatti.

A proposito della Grecia, adesso suonerete all’Up The Hammers Fest. Come siete arrivati ad esso?
Ezio: Grazie a Claudio, il batterista, che attraverso i contatti tenuti mediante internet si è avvicinato anche ai vari festival. Tra l’altro, con gli appuntamenti live che abbiamo avuto in Germania, in un certo senso si è sparsa la voce sulla nostra band, perché già l’organizzatore del festival di Atene ci conosceva sotto questo aspetto. E quando Claudio si è messo in contatto con lui abbiamo raccolto subito la palla al balzo.

In questa occasione suonerete con artisti e bands di grande livello…
Claudio: Sì, ci saranno i Manilla Road, i padri dell’epic metal, poi i Cage, gruppo americano che apprezziamo molto, gli Stormwarrior, gruppo tedesco che abbiamo conosciuto due anni fa ad un festival in Germania e tanti altri gruppi. Siamo contenti di queste esperienze: per esempio, l’anno scorso abbiamo suonato in Germania assieme ai Thunderstorm ed è stato un vero piacere.

Siete, quindi, di fatto molto eccitati per la cosa!?
Claudio: Sì certamente. Ma sai, anche stasera, che stiamo suonando con dei ragazzi giovani che ci hanno chiesto di esibirci con loro, a noi fa piacere. A noi piacciono anche queste piccole cose, fare e dare il piacere agli altri. Non siamo di quelli che si montano la testa, siamo musicisti tranquilli che si divertono e basta.

Con quale altra piccola o grande bands vi piacerebbe suonare in futuro?
Ezio: Ovviamente sarebbe bellissimo poter suonare accanto a coloro che sono stati i nostri idoli e che ancora oggi calcano i palchi di tutto il mondo, Iron Maiden, Judas Priest, Ozzy Osbourne.

Claudio: C’è anche un fatto da tenere in considerazione. Essendo cinque nel gruppo ognuno di noi ha i propri gusti musicali, magari diversi da quelli degli altri. A me per esempio piacciono anche il death e il black, e a lui no. A Ciccio piacciono molto i Queen, a Piero i Pantera, a Flavio i gruppi power…certo se dovessimo scegliere una band unica, di riferimento a noi, direi i Candlemass.


Tra gli altri, c’è un concerto, un esibizione di cui tenete un ricordo particolare?
Ezio: Direi il primo concerto che abbiamo fatto in Germania.

Claudio: Sì anche per me. Sai com è, dopo che suoni per anni nella tua zona, nella tua regione, quando poi ti chiamano per una data all’estero, e in Germania, non c’è paragone.


Il vostro primo demo è del 1996: cosa è cambiato da allora nello spirito e nell’attitudine della band?
Ezio: Intanto, abbiamo cambiato la lingua della nostra musica. La demo era completamente in italiano. Nonostante questo, la recensione fu positiva.

Claudio: Sì, si trattava di un heavy rock in italiano. Qualcosa come i Litfiba, però decisamente più incazzato.

Ezio: Da lì al nostro primo album autoprodotto, Sancta Inquisitio, che ha avuto ottimi riscontri e di cui ricordo una recensione che lo definì un piccolo capolavoro, è cambiata un po’ anche la nostra musica.

Claudio: Ora pensiamo al disco nuovo, per cui c’è una label tedesca interessata. Ve ne sono altre interessate, aspettiamo riscontri.


Cosa ne pensate di questo revival dell’epic metal, del doom e dell’heavy metal classico in genere?
Claudio: Io posso dirti che per me la reunion degli Europe è stata meravigliosa. Ovvio che si sa pure che dietro le reunion, anche di band come Iron Maiden e Judas Priest e anche Candlemass, c’è sempre un interesse economico, prima di tutto. Ma fa piacere ugualmente.

E delle giovani band che decidono di suonare un genere il cui massimo splendore è stato quando loro non erano forse neanche nati o erano in fasce?
Claudio: Anche questa è un’ottima cosa. Io a dire il vero non seguo tantissimo le band sorte negli ultimi anni, però è indubbio che anch’esse possano dire la loro in positivo. In questo coraggio, queste piccole bands sono già delle grandi bands.

Andiamo al nuovo album. Come procede il lavoro?
Ezio: Bene bene, è quasi finito.

Claudio: Siamo quasi al termine del missaggio, mancano gli ultimi ritocchi. Siamo veramente soddisfatti del lavoro di produzione dei signori Di Matteo e Di Gregorio. Tra l’altro, è il primo album col nuovo cantante, con Flavio, e noi stessi non ci aspettavamo che s’integrasse così bene nel nostro lavoro.

Ezio: Provenendo da un genere diverso…invece ha fatto un ottimo lavoro.


Quindi cosa ci dobbiamo aspettare? Ci saranno delle novità evidenti?
Claudio: Direi che il disco suona meno doom ma più heavy.

Ezio: Anche se rimaniamo sempre fedeli al nostro filone, sia musicalmente che testualmente è più forte, più potente.


Ma a livello di strutture chitarristiche o ritmiche quali sono i cambiamenti più rilevanti?
Claudio: Diciamo che abbiamo fatto maggiore pressione sull’acceleratore, anche se a conti fatti il suono è lievemente più orecchiabile. Non è stata una scelta fatta a tavolino, è nato così.

E sul fronte discografico? Mi parlavate prima di contatti con diverse etichette…
Claudio: Sì, in Italia ci sono un paio di etichette interessanti e vicine al nostro spirito, come la My Graveyard Productions di Giuliano Mazzardi, la Cruz Del Sur di Roma e la Punishment 18…

E con quale sentite di avere più affinità e convergenze musicali?

Claudio: In primis, con la Hellion Records, l’etichetta tedesca di cui parlavamo prima, con la quale siamo in contatto da tempo e loro stessi ci hanno chiesto di poter sentire il nostro materiale.

Futuri appuntamenti e novità per la band?

Claudio: Beh il 12 aprile ad Atene, il 24 a Siracusa e il 17 maggio nuovamente qui allo Zsa Zsa Mon Amour, speriamo con Lothus e Radiance.

Una domanda a Flavio adesso. Come ti sei trovato a lavorare in un contesto nuovo?
Flavio: Per quanto riguarda i ragazzi della band, a livello personale, posso dirti che mi trovo benissimo, sono persone speciali e credo non possano essere migliori di così. Con i Silverwings siamo tutti giovani, stiamo crescendo assieme, ma con i Trinakrius si lavora e si sta bene. Sotto il profilo musicale, non credevo di trovarmi così ben integrato, anche perché non pensavo che la mia voce fosse la più adatta al loro genere. Invece la miscela che ne è nata ha costituito qualcosa di unico davvero.

E sul lavoro del nuovo album che mi dici?
Flavio: Benissimo, anche perché la band mi ha lasciato i miei spazi, e ho così saputo dare un tocco nuovo al suono dei Trinakrius. Nel senso che con il cantante di prima avevano delle caratteristiche proprie, proprio come è successo adesso con la mia entrata. Nuove particolarità e nuove prospettive che prima non avevano, per ovvi motivi, perché ne avevano delle altre.

Andiamo quindi al songwriting. Come nasce una vostra canzone?
Claudio: Ciccio è un po’ la mente del gruppo, è lui che porta delle idee che poi vengono trattate da tutta la band.

Ezio: Mentre io mi occupo dei testi.


Dimmi del lavoro sui testi…
Ezio: Intanto scegliamo un argomento, un tema. M’ispiro a fatti storici: vedi per esempio il tema dell’Inquisizione, dove non ci limitiamo a raccontare l’evento storico, ma in qualche modo si cerca di rendere attuale, cioè di attualizzarlo ai nostri giorni. Non è un caso, infatti, che abbia fatto un parallelismo tra l’inquisizione e l’olocausto, col brano “Hereticaust”. Alla nostra musica dall’atmosfera arcaica e medievaleggiante, quindi, cerchiamo di dare un’attualità nell’ambito della ricerca testuale.

Ma, al di là del singolo tema, c’è un messaggio unico che globalmente la band cerca di veicolare?
Claudio: Un messaggio esiste, ma quello che arriva è sempre relativo. Anche nell’album in uscita, The Black Hole Mind, raccontiamo ciò che è la pazzia, ma l’ascoltatore poi riceve tutto soggettivamente.

Ezio: Evitiamo di fare testi banali. Ci piace pensare che attraverso i nostri testi possiamo dare anche l’imput per una riflessione, raccontando qualcosa di concreto, con riferimenti storici di epoche diverse o suggestioni dei tempi nostri.


Va bene ragazzi. Io vi ringrazio, l’intervista termina qui, potete concludere come volete.
Tutti: La nostra speranza viva è che il pubblico apprezzi il nuovo album e che la nostra passione possa ricevere delle altrettali soddisfazioni. Noi abbiamo i nostri lavori, le nostre famiglie, quindi suoniamo da tanto tempo esclusivamente per la passione di farlo, ora come dodici anni fa, ed è un amore per la musica che si mantiene sempre grande.

Intervista di  Marco Priulla

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