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Twilight Zone

Line up:

Stefano Giusti - Voce e chitarra
Lord Kain - Voce e chitarra
Francesco Bovecchi - Basso
The Butcher - Batteria/Percussioni
www.myspace.com/twilightzoneband
 

Quello di Stefano Giusti è un nome storico della scena heavy metal versiliese, intimamente legato al curriculum di tutto rispetto della sua band, i Twilight Zone, anche se del resto ben si destreggia anche a fianco di Filippo Belli con i Fallen Fucking Angel.
Ma in questo occasione voglio concentrarmi molto di più sui Twilight Zone, nati nell’ormai lontanissimo 1993, per fare un primo consuntivo di questi quindici anni, con l’augurio per la band di poter finalmente vedere la propria musica in produzioni all’altezza della loro storia.

1. Ciao Stefano, grazie per la tua disponibilità. Ci fai un breve excursus per raccontarci come nacque questa avventura che continua anche oggi?

“Breve” non è un aggettivo che ben si adatta alla storia dei Twilight Zone, comunque ci provo… siamo nati nel 1993, dopo lo scioglimento degli Stigma, band nella quale militavo io e il chitarrista e co-fondatore Cristian Angelini e grazie a un annuncio in un negozio di dischi conoscemmo Pierluigi Salvatori (prima alla chitarra poi alla batteria) e il primo batterista Andrea Biagi.
Io cantavo solamente all’inizio ma la mancanza di un bassista mi costrinse ad applicare le mie “basi” di chitarra per imparare da autodidatta a suonare il basso… sono diventato un bassista per necessità e ho continuato a suonare questo strumento in altri progetti come cover band di Motorhead e Venom oppure in un progetto hard rock ancora allo stato embrionale chiamato The Threesomes… ma queste sono altre storie!
Dopo l’abbandono di Andrea e qualche concerto con altri batteristi ci fu il passaggio di Pierluigi alla batteria e la trasformazione della band in un trio, nel 1994 siamo tornati un quartetto con Riccardo Vitale alla seconda chitarra.
In questi tre anni riusciamo a realizzare un demotape ("Wandering Reflections") e a suonare un discreto numero di date live, prima dello scioglimento di questa line-up a fine '96 per una serie di incomprensioni che ora sarebbe troppo lungo stare a ripercorrere.
Nel 1998 avviene la "reunion" (se così la si può chiamare…) con il mio passaggio dal basso alla chitarra ritmica e l'entrata di Gherardo Giannarelli al basso (fino al '99) e infine quella di Francesco Bovecchi.
Gli anni dal 2000 ad oggi, anche se non meno incasinati, sono stati senz'altro più soddisfacenti dal punto di vista artistico: tre democd ("Steel Alive" nel 2001, "Onirical Inheritance" nel 2003 e "Plague" nel 2006) diversi concerti e alcune soddisfazioni come aprire per Vision Divine, Dark Quarterer, Frostmoon Eclipse, Assedium ecc... fino a partecipare alla seconda edizione del "Tradate Iron Fest" e dividere il palco con Virgin Steele, Omen, Doomsword e Hyades.
Il biennio 2003-2004 è stato piuttosto duro da superare: la separazione da Cristian (fine 2003) e Pierluigi (fine 2005) ha messo in discussione l'esistenza stessa della band... diciamo che io e Francesco, i superstiti della vecchia formazione, abbiamo avuto dei dubbi di natura "etica" nel chiedere a Lord Kain e The Butcher (già entrati nella band ufficialmente anche se in tempi diversi) di sobbarcarsi inizialmente un lavoro unicamente di apprendimento del vecchio repertorio, quasi come suonassero in una cover-band.
L'altra opzione era seppellire i Twilight Zone e ricominciare da capo con una nuova line up e una nuovo repertorio... invece tutti insieme abbiamo deciso di tenere in vita questa band che nel gennaio del 2008 è faticosamente arrivata al suo quindicesimo "compleanno"!

2. È impressionante il numero di compilation a cui avete preso parte, tanto che ormai per te sarà quasi una prassi. Con quale delle molte hai compreso che il nome della band era ormai uscito fuori dagli angusti confini di una ristretta cerchia di amici?

Risposta questa volta molto più breve: ovviamente il tributo ai Bathory uscito per la tedesca BlackGoat Productions è stato per ora il nostro maggior punto di esposizione internazionale e anche una cosa molto bella a livello qualitativo.
Doppio vinile colorato, book ultraprofessionale con le schede di tutte le bands partecipanti, tra le quali anche gente come Primordial, My Darkest Hate, The True Endless ecc… insomma una gran bella soddisfazione sotto ogni punto di vista!


3. Quale di queste invece consideri la più importante a titolo promozionale, quella che raccoglie, tra tutte, la migliore prestazione?

In parte mi ripeto: la nostra cover di “Gods Of Thunder Of Wind And Rain” dei Bathory è veramente soddisfacente… quindi diciamo che mi ricollego alla precedente risposta.
Poi però aggiungo anche la nostra partecipazione al primo volume di “Invasione Totale” la compilation ideata dal sito “Granducato di Metallo” e che nel 2006 fu distribuita in 7000 copie gratuite… diciamo che ci sono buone possibilità che qualche centinaio di persone abbiano ascoltato la nostra “The Last Ritual”, una cosa dal punto di vista promozionale discretamente significativa.


4. Cosa ci puoi dire invece riguardo alle demo della band?

Ognuna rappresenta un periodo della band, purtroppo non al meglio in almeno un caso… vado con ordine: la demo del ’94 (“Wandering Reflections”) era effettivamente quanto di meglio poteva produrre una band attiva da un anno e commisurata alle nostre capacità di allora riesco ancora a trovarla un’esperienza positiva.
I miei maggiori rimpianti vanno al periodo ’94 – ’96, dove non riuscimmo a produrre nulla (anzi, ci siamo sciolti…) alla fine di un periodo creativo e interessante e che ha prodotto pezzi che suoniamo tutt’ora dal vivo e che sono finiti nei nostri demos successivi.
Anche il periodo post-reunion 1998 – 2000 è stato molto creativo e purtroppo non ha portato a nessuna incisione, al punto che il demo “Steel Alive”, nonostante una registrazione live pessima, diciamo che rappresenta una specie di stringatissimo “best of…” di quanto la band aveva prodotto nel lungo periodo dal 1994 al 2000.
“Onirical Inheritance” è stato insieme un ulteriore passo avanti ma insieme anche il “canto del cigno” della line-up storica dei Twilight Zone, un’esperienza conclusasi alla fine del 2004: un demo cd discreto e con belle canzoni ma con una registrazione a tratti non proprio limpidissima.
“Plague” è insieme la rinascita della band e la prosecuzione di un discorso che rischiava di interrompersi: le quattro canzoni hanno anche un significato in questo senso, con il remake di un vecchissimo pezzo (“The Gates Of Hell”, ribattezzata “Chapter One”), due pezzi integralmente composti dalla nuova line up e un pezzo “intermedio” come “Feeding The Viper”, mai registrato ma già da tempo presente nelle scalette live della precedente line-up.
E’ ovvio che “Plague” è il nostro prodotto più maturo, ma paradossalmente i miei rimorsi sono più legati al periodo “Steel Alive” / “Onirical Inheritance”, mentre un misero demo-tape come “Wandering Reflections” con pecche, errori, difetti ecc… fu comunque il massimo che quei Twilight Zone poco più che adolescenti potevano allora esprimere e lo giudico ancora una cosa soddisfacente…. Mi pare tutto!


5. Io ho purtroppo avuto modo di ascoltare soltanto “Plague”, che, benché abbia qualche momento da rifinire, è senz’altro un lavoro notevole, che denota tutta la personalità del gruppo. Hai avuto modo di testare l’impressione che questa ha fatto tra il pubblico e le zine?

Direi buona, soprattutto nelle date dal vivo i pezzi nuovi sono stati molto apprezzati in ogni occasione, mentre sul fronte delle webzine per ora abbiamo calcato poco la mano, preferendo usare “Plague” come piccolo biglietto da visita per eventuali label interessate, riservandoci anche comunque di diffondere il nostro nome anche attraverso le classiche recensioni… purtroppo il tempo a disposizione è sempre poco e le cose da fare moltissime e a volte non si riesce a seguire tutto come si vorrebbe!

6. Di recente vi siete esibiti al Baraonda Metal Feast: cosa ci racconti a riguardo?

Abbiamo partecipato proprio qualche settimana fa a questo mini festival insieme ad altre bands della nostra zona come Turtleback, Silent Scream ed Erotic Funeral… e direi che è andata piuttosto bene, considerando anche che la domenica sera “scoraggia” un po’ il pubblico. La serata ha funzionato e sicuramente ha ben inaugurato un appuntamento fisso con l’heavy metal e l’hard rock che si terrà in questo storico locale della riviera Apuana… invito a tenere d’occhio la pagina www.myspace.com/baraondametalfeast per i prossimi appuntamenti e con il primo “botto” previsto per agosto con il concerto di Timo Tolkki!
Vedi Marco, la nostra zona, un po’ come la riviera romagnola, è terra dominata da discoteche e discotecari e a parte qualche pub che “ci prova” con la musica dal vivo (anche se spesso non hanno il coraggio di andare oltre qualche cover band – anche brava – di Queen, Ligabue o Vasco Rossi) per chi ama il rock e l’heavy metal c’è ben poco da stare allegri… per queste serate abbiamo (dico “abbiamo” perché sono in parte coinvolto anche nella parte organizzativa) avuto carta bianca dal locale e la nostra idea è quella di creare un vero e proprio appuntamento fisso per rockers ed headbangers delle province di Lucca, Pisa, Livorno, Massa e magari per le date più interessanti far arrivare anche gente da più lontano, tipo Genova e Firenze… il pubblico metal, se stimolato a dovere, di solito risponde bene!


7. Avete suonato accanto a nomi storici Omen, Bud Tribe, Doomsword, Virgin Steele, Vision Divine: di certo sarai ampiamente soddisfatto di tutto ciò, ma con chi ti piacerebbe condividere il palco nei tuoi sogni più grandi?

Tutte esperienze che ricordo con piacere… ricordo con affetto particolare la nostra “prima volta”, con i Vision Divine… io non sono un gran cantante e dover cantare davanti a Fabio Lione mi terrorizzava letteralmente.
Con una “furbata” non da poco avevamo messo in scaletta pure una cover di “Moonchild” degli Iron Maiden… ci veniva proprio bene, ma come saprai la parte vocale non è proprio semplicissima se non ti chiami Bruce Dickinson! Mezz’ora prima del concerto mi chiusi in macchina e cominciai a cantare e a fare vocalizzi da solo per riscaldarmi per bene e alla fine tutto andò per il meglio e anche Fabio Lione mi disse che me l’ero cavata!
Il Bud è un vero e proprio caso di “mito giovanile” diventato un amico: mi rivedo quattordicenne nella mia cameretta ad ascoltare i vinili della Strana Officina e se ci ripenso mi fa ancora un’impressione particolare il fatto che questo omone dal cuore grande tutte le volte che mi vede mi tramortisce con una pacca sulle spalle, mi abbraccia e mi saluta con il suo inconfondibile accento “empolese” per poi mettersi a fare due chiacchiere! Omen, Virgin Steele e Doomsword sono nomi riconducibili a quell’esperienza meravigliosa che fu il “Tradate Iron Fest” del 2004… dividere il palco con gente a cui qualche anno prima avevi portato i vinili da autografare è una bella soddisfazione, così come ricevere i complimenti dal cantante degli Omen (Kevin Goocher), il ripensare all’ovazione che scatenò la nostra dedica all’appena scomparso Quorthon o al ripensare alle tante persone sotto il palco durante il nostro show, alle cinque del pomeriggio… Non voglio dimenticare anche la data che insieme agli Assedium facemmo con i Dark Quarterer, persone di un’umanità e di una simpatia straordinarie…
Nei miei sogni più folli ovviamente ci sono concerti insieme ad Iron Maiden, Manowar, Judas Priest, Motorhead ecc… ma rimango con i piedi per terra e direi che per ora sarebbe già un bel sogno realizzato fare un piccolo tour italiano insieme a qualche band italiana importante o qualche data all’estero.


8. A quali festival hanno preso parte i TZ, e in quali invece vorrebbero partecipare?

Svariate rassegne e festival di livello locale (pensa, in una di queste, nel 1994, abbiamo pure suonato con i Labyrinth!) oltre al “Tradate Iron Fest”, che rimane la nostra esperienza più “alta”.
Tra quelli a cui vorremmo partecipare? Magari potrà sembrare strano ma non ti dico cose grandi tipo “Gods Of Metal”… preferisco cose più raccolte e dove magari suoni davanti ad un pubblico numericamente inferiore ma sicuramente più competente e attento: cose tipo il “Play It Loud” per rimanere in Italia oppure i tedeschi “Keep It True”, “Swordbrothers” o “Headbangers Open Air” e l’ “Up The Hammers” in Grecia, un paese dal quale abbiamo ricevuto diversi consensi e recensioni positive!

9. Stefano, quali sono le maggiori influenze della tua band?

Qui bisogna staccare dai gusti personali e ti cito un po’ di bands che ci accomunano… impossibile non citare nel background dei Twilight Zone bands come Iron Maiden, Running Wild, Judas Priest e Metallica, poi ti potrei citare il mio amore per l’epic metal (Manilla Road in primis), quello per lo speed metal più radicale del Butch, il gusto per le ritmiche “complesse” e di derivazione prog-metal che porta il nostro bassista Francesco, fino ad arrivare a Lord Kain, che oltre al metal classico a una vera e propria devozione per bands più estreme come Death e Carcass… insomma, un bel “pasticcio”, ma alla fine ne viene fuori un sound che ritengo piuttosto organico e coerente.

10. Come nasce una tua canzone, e quali sono gli argomenti che prediligete?

Una canzone nasce a volte anche da una cosa assolutamente stupida strimpellata sulla chitarra e che piano piano prende forma, da un’improvvisazione fatta in un momento di scazzo in sala prove, può nascere da un’idea per un testo alla quale si associa fin dal primo momento un’idea per la melodia vocale o la linea ritmica… nessuna ricetta prestabilita quindi, anzi il rischio costante di trovarsi in situazioni paradossali come quando ci troviamo con testi completi privi di musica oppure con pezzi strumentali ai quali non riusciamo ad associare nessun testo.
A livello di argomenti diciamo che come i nostri maestri Iron Maiden o Judas Priest non ci fossilizziamo su una sola tipologia di argomenti e lasciamo libera la nostra ispirazione… nel passato dei Twilight Zone ci sono testi di ispirazione letteraria o storica mescolati ad altri basati su sogni o riflessioni assolutamente personali e metaforiche… quindi nessun limite o categorizzazione e anche le cose che stiamo preparando seguono questa linea: un’idea, una sensazione, un film, un libro ecc… può servire a costruire un buon testo e cerchiamo quindi di captare ogni possibile stimolo.

11. C’è qualcosa di nuovo in casa Twilight Zone (canzoni, pubblicazioni, contatti, prossimi live) ?

Con una battuta ti potrei dire che la cosa più nuova è che a giorni tre di noi diventano “zii acquisiti”, visto che il nostro Lord Kain sta per diventare papà!
Sul piano musicale stiamo lavorando su diversi pezzi nuovi: proprio nel concerto della scorsa domenica abbiamo proposto per la prima volta dal vivo la nuovissima “Stone Cold Death” e un altro inedito dal titolo “The Song Of The Ocean”; inoltre abbiamo praticamente pronto un altro pezzo nuovo di zecca, dal titolo “The Hero Of Two Worlds”, con testo scritto a quattro mani da me e Filippo e dedicato al nostro eroe Giuseppe Garibaldi… una bella “galoppata” heavy-epic metal che credo piacerà molto…
Siamo in un periodo creativo piuttosto florido e stiamo cercando di sfruttare al meglio anche le ottime doti vocali di Lord Kain, iniziando anche a concepire i pezzi “per due voci” fin dalla loro composizione.
Il lieto evento di cui ti ho accennato prima rallenterà naturalmente la nostra attività “live” quindi per qualche mese credo che ci limiteremo al massimo a qualche data “locale”, mentre a livello di pubblicazioni per ora tutto fermo, visto che stiamo ancora promuovendo “Plague”.

12. Cosa credi che sia mancato ai TZ per poter finalmente trovare un approdo discografico ufficiale e duraturo?

“Essere al posto giusto al momento giusto”: con questo non voglio prendermela con il destino o con la sfiga e so benissimo che io stesso ho le mie responsabilità e le mie lacune ma credo che questa frase faccia capire bene un fatto.
La nostra primissima fase (1993 – 1996) ci ha visti suonare un heavy metal piuttosto classico in una scena praticamente allo sbando e dominata dal giunge, dall’alternative, dal crossover ecc… Abbiamo sviluppato il nostro sound e, complice anche la rinascita del genere, iniziavano ad arrivare i primi consensi: diciamo che, nel biennio successivo, ci saremmo potuti giocare le nostre chances all’interno dell’ondata heavy power metal di metaà anni ‘90… peccato che ci siamo sciolti!
Questo diciamo che è l’episodio più significativo, al quale vanno comunque aggiunti i numerosi cambi di line up che non hanno certo aiutato i Twilight Zone a dedicarsi seriamente a progetti ed obbiettivi sul lungo periodo.


13. Dopo tutti questi anni non ti capita di sentirti mancare la voglia o la forza di continuare, magari perché vi scontrate con un mercato che viaggia tra l’inflazionalità e l’indifferenza?

Diciamo più o meno una volta al giorno… il peso degli anni che passano anche per me, il tempo perso, i soldi spesi, le incazzature, le fregature ecc… poi magari rifletto, le persone che ho conosciuto, ripenso alle piccole / grandi soddisfazioni che questa band mi ha regalato, i ricordi belli o bellissimi che ho collegati a questa band, mi ricordo anche di una sola persona che alla fine di un concerto ci ha fatto un complimento, di anche una sola persona che ha fatto headbanging ascoltandoci ecc… e questo mi basta per ritrovare le forze per portare avanti tutto questo.

14. Stefano ti ringrazio, l’intervista finisce qui, a te la conclusione, se vuoi mandare un messaggio ai vostri sostenitori o possibili tali o un appello (come vuoi tu fraté).

Un ringraziamento a te e a HolyMetal per lo spazio concesso ai Twilight Zone mi pare obbligatorio… invito tutti coloro che magari sono stati stuzzicati da questa intervista a venire sul nostro myspace (www.myspace.com/twilightzoneband) per tenersi aggiornati… presto dovremmo anche postare qualcosa di nuovo a livello di pezzi ! Potrei lanciare un appello anche a organizzatori di concerti, labels, distribuzioni: contattateci, siamo disponibili e… costiamo poco!
Un saluto a tutti i lettori di HolyMetal… keep the faith and keep heavy metal alive !

Intervista di  Marco Priulla

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