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Domine

Line up:

Morby – Voce
Enrico Paoli – Chitarra
Riccardo Paoli – Basso
Riccardo Iacono – Tastiere
Stefano Bovini - Batteria
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Siamo al Tradate Iron Fest sulle battute finali della giornata di giovedì, quella dedicata al metal di casa nostra, sul palco tra poco si esibiranno i Domine e prima della loro esibizione abbiamo l'opportunità di fare quattro chiacchiere col chitarrista Enrico Paoli che ci racconto cos'è successo in questo periodo in casa Domine e nel piccolo ma interessante mondo discografico della sua etichetta, la Dragonheart.

- Riprendiamo il discorso da dove l'avevamo lasciato nella vecchia intervista un anno e mezzo fa (24/01/2005), com'è andata per Emperor of The black Runes, sei soddisfatto di come il pubblico ha accolto il prodotto?
Si quello si, siamo stati abbastanza soddisfatti, chiaramente il prodotto era destinato ad un pubblico che già ci conosceva, mentre ad esempio in Giappone sono venute fuori delle cose nuove, diciamo un riscontro positivo maggiore se confrontato con i nostri precedenti lavori. Quindi da quel punto di vista siamo contenti.

- E quel famoso tour in Giappone sei poi riuscito a farlo?
Ancora rimane tra le cose che ci piacerebbe fare, c'è stato un passo in avanti ma per fare qualcosa di un certo livello c'è bisogno di lavorare ancora un po' sul gruppo.

- Tra poche ore suonerai sul palco di Tradate che ne pensi della manifestazione?
La manifestazione è interessante, è un festival mirato a varie sezione del Metal però con un occhio di riguardo per la scena più classica per cui quello è sempre positivo, poi mi sembra che ci sia un'organizzazione molto giovane per cui molto vicina ai musicisti e questa è sempre una buona cosa. Ora speriamo che Tradate cresca ancora e magari, negli anni a venire, diventi un punto di riferimento per l'estate.

- Dopo tutti questi anni di attività ti senti ancora emozionato prima di salire sul palco oppure ormai c'hai fatto il famoso "callo"?
E' sempre un'emozione, è una cosa allucinante, ti dico la verità per certe situazioni è addirittura quasi peggiorata, quando ci sono dei particolari concerti che sento in modo particolare anche una settimana prima comincio ad essere in tensione, non è una cosa sempre positiva ti dico la verità, immagino che il professionista incallito, quello che ha alle spalle una vera carriera di anni, magari lo prende come andare in ufficio dalle 9 alle 17, per noi questa è una cosa diversa non essendo la nostra principale attività.

- Già che siamo in tema di emozioni e tensioni com'è stato aprire per una band del calibro dei Judas Priest?
Eccezionale, veramente eccezionale, proprio la situazione stessa, cioé essere il gruppo che suona prima dei Judas Priest. Avevamo già suonato con loro al Gods of metal l'anno scorso, però noi durante il pomeriggio e loro la sera, per cui è una cosa diversa. Lì invece proprio il fatto di essere stati scelti, perché hanno voluto sentire il disco prima di pronunciarsi. C'è stato un fattore di termini di produzione dei tecnici inglesi che ci hanno trattato come un gruppo professionale, sono stati ligi al dovere, che non è una cosa che ti capita sempre nei concerti, anche perché qui effettivamente la produzione dei J.P. se ne sarebbe potuta sbattere altamente dei Domine, invece c'hanno trattato come un gruppo professionale. Dall'altra parte la reazione da parte del pubblico è stata palese, abbiamo delle riprese dal palco, dove c'è il Mazda Palace completamente pieno di ragazzi che battono le mani mentre suoniamo, è una cosa incredibile, senza dubbio è stato un onore, anche solo per il fatto di essere saliti sul palco prima di Rob Halford.

- Che ne pensi del boom dei festival metal che stanno nascendo come funghi in tutta la nostra penisola? La vedi come una cosa buona oppure pensi che ci sia il rischio di inflazionare il mercato?
Sicuramente ci sarà un'inflazione, i costi sono quelli che sono, i ragazzi non hanno infinite risorse economiche per cui si troveranno davanti a delle scelte, dall'altra parte non si può piangere quando ci sono tante possibilità per i gruppi e questo sicuramente è un fattore positivo.
Ora il fatto che ve ne siano così tanti indubbiamente inciderà, nel senso che non tutti andranno bene come magari pensavano gli organizzatori. Bene o male però devi anche vedere che negli ultimi anni la vendita dei cd è diminuita anche perché si può sostituire da altre situazioni, il concerto invece è unico ed insostituibile, Rob Halfordsul palco che canta o lo vai a vedere o non ce l'hai, al massimo potrai guardare il dvd a casa ma non è la stessa cosa. A meno che prima di acquistarlo ti sia visto ugualmente il concerto eh eh.


- Come vedi il futuro dei Domine, ormai la vostra ultima release risale a circa un anno e mezzo fa, avete già pensato al suo successore?
Fino ad oggi ci siamo concentrati sui concerti, siamo stati in Grecia ed altri concerti più ridotti, ora ci sarà da cominciare a lavorare al disco nuovo. Tempisticamente dovremmo andare in studio a novembre, però bisogna ancora studiare i pezzi per cui le tempistiche non sono ancora attendibili. Sicuramente come priorità ora abbiamo il disco nuovo.

- So che tu possiedi la Dragonhearth, puoi raccontarmi come è nata...
E' nata in un modo molto semplice, io lavoro come discografico e sono uno dei titolari una distribuzione, questa è la mia attività principale, sono nel mondo discografico ormai dal '91. I Domine hanno avuto una storia che si è sviluppata per tanti anni come realtà underground, ci facevamo conoscere tramite demo tape a livello amatoriale. Ad un certo punto per varie ragioni la formazione è cambiata, passano gli anni c'è chi si stufa e smette di suonare. Io e Riccardo abbiamo tenuto duro e siamo sempre andati avanti a testa bassa finché non abbiamo messo su la formazione che ci piacesse veramente, ad esempio Morby lo conoscevamo già dai tempi dei Sabotage ed è sempre un nostro sogno quello di averlo nella band. Dopo di ché abbiamo registrato un master, che all'inizio abbiamo mandato in giro per le varie etichette discografiche ed abbiamo anche ricevuto un paio di offerte solamente che provenivano da etichette molto piccole, questo lo dico comunque con rispetto ed una gratitudine enorme perché secondo me qualsiasi etichetta o persona che comunque apprezza ciò che fai e si offre di pubblicarla merita tutto il mio rispetto, però nello stesso tempo pensai che visto che la portata delle etichette e visto che il master l'avevamo registrato investendo di tasca nostra tanto valeva rischiare ulteriormente e pubblicarlo noi ed è andate bene. Da li in avanti ho allargato questo discorso ad altre band, anche se ad oggi Dragoheart resta comunque una realtà molto piccola.

- Come fate ad decidere le band da mettere sotto contratto?
E' difficilissimo, per ogni disco c'è sempre una storia dietro ed è difficile che capiti tramite l'invio di demo. Agli inizi si andava avanti tramite demo, come ad esempio coi Macbeth, negli ultimi tempi invece è cambiato per cui si tende a produrre materiale di band che, anche solo per vie traverse, già si conoscono. Ti faccio un esempio proprio a breve uscirà il debut dei Gjallarhorn, nella formazione ci sono due membri dei Doomsword per cui non c'è stato nemmeno troppo da discutere, mi è semplicemente stato detto che c'era questo album accostabile allo stile dei Bathory ed io senza nemmeno ascoltarlo ho dato l'ok. Ovviamente alle spalle avevano un demo. Altro esempio la cantante dei Beholder Valentina che ha prestato la sua voce anche nei nostri dischi aveva un progetto di musica celtica (Iridio) me l'ha fatto sentire, mi è piaciuto e l'ho prodotto.
-Se non sbaglio in quella occasione hai aperto un'etichetta apposita, la Standing Stones...
Si perché era talmente distante dal concetto di Heavy Metal che sarebbe risultato troppo forviante da presentare con il marchio Dragonheart.

- In Italia pensi che il mercato oggigiorno sia in crescita o in discesa per quanto riguarda le vendite di album heavy metal?
Certamente in discesa, ti dirò io ho sempre pensato, quand'è uscito il discorso di internet, download gratis e masterizzazione dei cd, che che questa cosa non avrebbe interessato i metallari perché li ho sempre ritenuti persone che credono alla musica, ai gruppi e che tiene ad avere il cd originale. Purtroppo il tempo mi ha smentito, non è assolutamente vero! Anzi è proprio il contrario, giusto la scorsa settimana guardavo su internet una delle prossime uscite di Dragohearth che è Stainless dei Mesmerize, per loro è partita da poco la promozione quindi abbiamo mandato via le copie per le riviste e le web'zine e nonostante siano passati pochi giorni ho già trovato un sito dov'è scaricabile gratuitamente ed era già stato scaricato da circa 80 persone. E questo prima ancora che il disco sia uscito nei negozi, per cui c'è proprio una sorta di far west in questo campo.

-Credi che nemmeno il nuovo decreto Urbani allora sia stato un deterrente efficacie ?
Penso che finché non verrà studiata un'azione deterrente nei confronti almeno per le masse non si avranno risultati, chiaramente le persone che stanno nel settore di internet in maniera più professionale troveranno sempre il modo di scaricare le loro cose, anzi magari si divertono anche nel cercare scappatoie.
C'è anche un altro fattore però che va visto come causa del calo delle vendite che c'è anche un diffuso disinteresse nel settore, anche se credo che sia una cosa momentanea.


- Bene allora ti faccio gli auguri per il concerto e per il nuovo album!
Ti ringrazio a presto.

Intervista di  Paolo Manzi

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