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Finntroll

Line up:

Mathias "Vreth" Lillmåns – vocals
Samuli "Skrymer" Ponsimaa – guitar
Mikael "Routa" Karlbom – guitar
Sami "Tundra" Uusitalo – bass
Samu "Beast Dominator" Ruotsalainen – drums
Henri "Trollhorn" Sorvali – keyboards
Aleksi "Virta" Virta - live keyboards
www.finntroll.net
 

In occasione dell'Industry Day dell'Helsinki Metal Meeting 2010, al club Nosturi si esibiscono i troll finlandesi per l'uscita del nuovo "Nifelvind", apparso nei negozi scandinavi appena il giorno prima, per poi partire subito nella notte verso la Svizzera, dove ha inizio il Paganfest assieme agli Eluveitie.
Ma prima del concerto, tra un paio di birre e qualche risata, abbiamo potuto scambiare quattro chiacchere con Skrymer e Tundra, chitarra e basso della band finlandese. Ecco cosa ne è venuto fuori:

Marco: Allora, cominciamo dal nuovo album. Perchè l'avete chiamato “Nifelvind”?

Tundra: Penso che fosse semplicemente più adatto come titolo rispetto ad altri che abbiamo discusso..
Skrymer: E' davvero azzeccato per quest'album.. è un gran titolo! ahah


M.: Dove avete preso invece ispirazione per i testi?

S.: Bè vedi, come per il disco precedente è stato il nostro primo cantante [Katla, ndr] a scrivere tutti i testi, e vive tipo a centinaia di km da qui. Perciò credo che, se guardi ad esempio le singole canzoni, sono ispirate da vecchie storie e leggende, diverse storie che si ripetono e vengono tramandate nel tempo da generazioni, ri-raccontate..
T.: Ci sono anche alcuni aspetti riguardo alla morte ad esempio... dovremmo conoscere chi ha scritto queste storie in origine ahah
S.: E' un po' quest'idea di storie che continuano a ripetersi, come moderne fiabe per bambini, raccontate di nuovo.


M.: Non esattamente temi riguardanti le vostre esperienze quindi...

S.&T.: No, no, assolutamente! ahah

M.: Ok. In un'intervista recente invece, dicevate che in questo disco avreste dato molto più spazio alle chitarre, magari sacrificando un po' altri strumenti come le tastiere...

T.: Quello era il piano iniziale! Che in un modo o nell'altro abbiamo provato a seguire, ma non è riuscito molto bene... come al solito alla fine vengono fuori talmente tante idee, che poi abbiamo dovuto provare a far stare un po' tutto e dare spazio a tutto.
S.: Si esattamente, come per le tastiere, effetti, i cori, e tutte quelle cose...


M.: Ad esempio tra i due brani che avete pubblicato sul vostro Myspace ufficiale c'è un brano come “Under Bergets Rot”, che è già di suo piuttosto... “strano”.

S.: ahah Si, penso che in generale anche per quanto riguarda le altre canzoni, sarebbero risultate un po' “noiose” senza certi elementi... Il piano originale era di lasciare fuori molte parti di tastiere, e lasciare solamente il nocciolo duro del brano, ma alla fine siamo arrivati a quello che poi è il risultato attuale.
T.: Ed è finita con l'essere, fin'ora, una delle cose più complicate che abbiamo mai fatto.


M.: Con più tastiere invece magari avreste potuto suonare un po' più come i Sonata Arctica! [scherzando in riferimento ad una battuta prima dell'intervista, ndr]

S.&T.: Oh no no, per carità! ahah
S.: Cantato pulito, e via dicendo...


M.: Avete mai provato una cosa del genere?

S.: A dire il vero il nostro batterista è davvero bravo. Lo abbiamo scoperto in studio durante le registrazioni dei cori per le varie canzoni.

M.: Magari dopo qualche birra?

T.: Bè quello sempre... ahah
S.: No, è proprio bravo, era lì tutto il tempo a cantare queste note davvero alte, che non diresti sia “Beast Dominator”... ahah


M.: In effetti suona strano che uno che si fa chiamare così sia bravo nel cantare pulito.

S.&T.: Si è vero! ahah

M.: C'è stato invece qualcosa di diverso questa volta nelle registrazioni del disco?

S.: Abbiamo provato ad essere molto più pignoli. Ad esempio nel disco precedente quando provavamo qualcosa, come delle parti di chitarra, era più o meno come “Si questo mi piace”, “Registriamo”.
Questa volta invece ci siamo presi tutto il tempo di cui avevamo bisogno, per fare le cose per bene, anche con una produzione migliore...
T.: Un po' più rilassati.
S.: Esatto.
T.: Finchè poi ci siamo trovati che il tempo stava finendo! ahah


M.: E come pensate sarà la reazione dei vostri fans a questo “Nifelvind”?

S.: Non te lo saprei dire, non so cosa diranno. E' un disco un po' strano. Spero che la gente riuscirà a capirlo.
T.: A me sembra abbastanza simile a quello che abbiamo sempre fatto. E' difficile essere giudicati “dall'esterno”... Ma personalmente non l'ho trovato poi così diverso. Il nostro primo disco ad esempio credo sia molto più complesso, articolato...
S.: Si anch'io penso che non sia possibile dire così quanto sia diverso o meno dal nostro punto di vista, è piuttosto soggettivo.


M.: Capisco. Cambiando argomento, è stato divertente girare il video di “Solsagan”? [video disponibile online da circa un mese prima dell'uscita del disco, ndr]

T.: Si, più o meno... insomma, dipende dalla tua definizione di “divertente”.
S.: Se è divertente strisciare nel fango, ricoperto di foglie e bagnato... ahah bè allora si, è divertente


M.: Oh visto che gridavate un sacco nel making of di quel video...

T.: Si, non puoi “fingere” di urlare, devi urlare proprio... è stato interessante.

M.: Potete anche spiegare brevemente l'idea dietro al video stesso?

T.: Ti sembra ci sia qualche idea dietro? ahah
S.: Riguarda questa storia che raccontiamo nella canzone, a proposito di questa ragazza, che dovrebbe rappresentare uno spirito, lo spirito della Luce. Ecco perchè è vestita di bianco.
T.: Ed è ben vestita! Ahah
S.: Si, in pratica questa ragazza contribuisce alla creazione del mondo, e ci sono sono queste strane creature che si risvegliano, che cercano di afferrarla ed uscire dall'oscurità. E tutto poi torna alle origini, a chi ha creato il mondo, ecc...
T.: Qualcosa del genere.
S.: Non era ovvio? ahah


M.: Bè, diciamo che magari era meglio esplicitarlo un po' eheh. Cosa ne pensate invece della nuova band di Tapio Wilska, i Survivors Zero?

T.: Oh si, sono bravi.
S.: Penso sia una band molto buona.


M.: A breve suonerete anche con loro. [nel tour nordamericano dopo il Paganfest, ndr]

S.: Si, sarà davvero divertente!

M.: Siete ancora in buoni rapporti con Tapio?

T.: Grossomodo si, come al solito. Come è sempre stato, portandoti sempre con te un coltello ahah
S.: No, in realtà siamo ancora buoni amici.


M.: Sono anche molto curioso di vederli suonare dal vivo.

T.: Anch'io.
S.: Tra l'altro sono tornati l'altro giorno da un tour, erano in un tour europeo [di supporto agli Hypocrisy, ndr].


M.: E quali sono invece le vostre aspettative per questo prossimo Paganfest?

S.: Molto molto... uhm... Molto molto molto... ahah Succederanno un sacco di cose e sarà impegnativo, come sempre. In più saremo in tour con gli Eluveitie, perciò ci divertiremo, ci piace andare in tour con loro.

M.: Cosa ne pensate della loro musica?

S.: Credo che siano davvero bravi. Hanno questa specie di unione tra elementi Folk Metal e Melodic Death Metal... sono diversi da noi, che siamo etichettati più quasi come una band Black Metal. Loro vanno invece verso direzioni differenti, c'è anche del Thrash, e poi tutti quegli elementi acustici... Sono una buona band.

M.: In realtà ho anche recensito il loro disco un paio di settimane fa. Penso sia una buona cosa che sono in parte tornati un po' al loro “vecchio” stile, dopo quella sperimentazione acustica.

T.: Si, non era male, ma...
S.: E' probabile che preferiscano molto più sperimentare. Anzi, non è probabile, sai com'è, non è strettamente necessario per tutte le band, ma ad alcune per esempio piace provare cose diverse ogni volta.


M.: E conosco qualcuno a cui piace sperimentare non poco ad esempio anche con i Moonsorrow! ahah

T.: Bè si... decisamente! ahah

M.: Invece quali dei nuovi brani suonerete dal vivo?

S.: Ne suoneremo quattro. Ovviamente “Solsagan” ed “Under Bergets Rot”. E poi ci sono...
T.: Vai! Puoi farcela! ahah
S.: “Bloodmarch”, e... ah si, “Dråp”!


M.: Dovevo chiederlo perchè non ho ancora potuto sentire il CD e le ascolterò stasera per la prima volta al concerto eheh.
Piuttosto, che persone siete al di fuori del mondo della musica?

S.: Uhm.. credo che siamo un po' dei normali ragazzi finlandesi.

M.: Allora dei buoni bevitori e frequentatori di sauna.

T.: Più o meno si.
S.: Si ci piace bene o male fare cose piuttosto normali. Bere, suonare, andare spesso in sauna, e tutte quelle cose... Niente di così diverso dall'altra gente.


M.: E che tipo di musica ascoltate di solito?

T.: Ah... ancora questa! E' sempre una domanda... critica! Ahah Non è colpa tua...
S.: Oh bè... buona musica?


M.: Ok, puoi definirmi “buona”?

S.: ...che non fa schifo ahah. Vado ad esempio dagli anni '60 a, bè, la musica della nostra generazione, quindi...
T.: Dai Pink Floyd ai Carcass, e tutto quello che sta nel mezzo.
S.: Si, all'incirca.


M.: Almeno è un sollievo sapere che non ascoltate roba come Jenny Vartiainen o Anna Puu [tipiche popstars finlandesi, ndr] ahah.

S.&T.: Non ancora, non ancora... ahah

M.: Vedremo mai Trollhorn suonare all'estero con la band, magari in Italia?

S.: Non saprei, ne abbiamo parlato spesso. Ad esempio si chiedeva se avrebbe potuto unirsi a noi in qualche festival e vedere quando avrebbe avuto tempo...
T.: Solo per poter venire in Italia, gli piace la pasta! ahah


M.: Bè abbiamo un sacco di buon cibo... ed anche ottimi vini!

T.: E della buona pizza!
S.: E poi ha questa strana specie di ossessione per la musica Folk italiana...


M.: Ad esempio?

S.: Non saprei dirti, non so perchè gli interessino così le band Folk Metal italiane.

M.: Parlando di Italian Folk Metal mi vengono in mente i Folkstone, che non sono proprio simili a voi, ma più come i tedeschi In Extremo, se li conoscete.

S.: Oh si.

M.: Avete qualcos'altro da aggiungere per i vostri fan?

T.: Ascoltate il nuovo album!
S.: A noi piace, molto, e speriamo che piacerà anche alla gente.
T.: Vale assolutamente la pena di ascoltarlo.


M.: Volete finire l'intervista con una qualche frase ad effetto?

T.: Siate bravi. Non fate gli idioti.
S.: Giusto, non comportatevi da idioti.


M.: Ok. Grazie mille per l'intervista, e buona fortuna per il tour!

S.&T.: Grazie a voi!

Intervista di  Marco Manzi e Heli Valkama

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