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Gjallarhorn
Line up:
Vali - vocals
Fenrir - Guitars
Nidhoggr - Bass
Gungnir - Drums
www.gjallarhorn.tk
E' appena uscito nei negozi "Nordheim" il debbutto degli italianissimi Gjallarhorn, visti i numerosi riscontri positivi ottenuti da questo nuovo astro del heavy metal cogliamo l'occasione per saperne di più da Nidhoggr (basso) e Fenrir (Chitarra)....
(Paolo)
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Parlami di come è nato questo progetto, se avete intenzione che resti tale o se esiste la possibilità che diventi una band a tutti gli effetti.
Nidhoggr: I Gjallarhorn nascono nel 2004 dalle menti fervide di Vali e Fenrir. I due, profondi estimatori delle saghe, della cultura, della storia e della mitologia norrena, dopo numerosi confronti hanno deciso di dire la loro a proposito di un argomento che troppo spesso e' stato sottovalutato, mistificato, bistrattato o decantato in maniera approssimativa. Ancor prima di comporre testi e musiche, i due avevano gia' in mente chi avrebbero voluto al loro fianco in questo progetto bellico. Nidhoggr e Gugnir sono stai cosi' arruolati per dar vigore e sostegno alla sezione ritmica, nei rispettivi ruoli di bassista e batterista. Gjallarhorn e' stato definito da molti come un progetto, una meteora, ma non e' cosi'. Siamo una band a tutti gli effetti e siamo gia' al lavoro sul secondo disco.
- Farete date live di supporto all'album?
Nidhoggr: Per il momento non abbiamo programmato live shows, per due motivi. Il primo di ordine tecnico: come ben sai Vali vive in Irlanda e Fenrir in Norvegia mentre gli unici su suolo italiano siamo io e Gungnir. Il secondo e' di natura propositiva: un solo disco non e' sufficiente per proporre un valido show al pubblico. Come ti dicevo prima, stiamo gia' raccogliendo forze e idee per il prossimo disco che vedra' la luce il prossimo anno. Allora avremo piu' materiale da offrire e ci saranno anche le condizioni per cominciare il nostro tour.
- Ho letto in biografia che nella band ci sono due membri dei Doomsword ma sotto pseudonimi differenti, Vali e Gungnir, si può sapere quali ruoli ricoprono nel gruppo e magari anche nei
Doomsword?
Nidhoggr: Vali e Gungnir sono rispettivamente Deathmaster e Wrathlord. In entrambi i gruppo si occupano delle parti vocali (Vali) e della batteria (Gungnir)
- La prima volta che ho ascoltato il promo non avevo con me la biografia e la prima impressione è stata quella di una band molto simile allo stile dei Bathory ma con alla voce Deathmaster. Trovi che questa definizione in sostanza possa calzare ai Gjallarhorn?
Nidhoggr: Certamente. I Bathory di Quorthon sono la principale fonte di ispirazione, e' innegabile e nessuno di noi si e' mai arrogato il diritto di sostenere il contrario. Un ascolto piu' attento pero' rivela sostanziali differenze: come tu stesso dici la voce di Deathmaster si discosta da quella di Quorthon, pur mantenendosi entrambe ad alti livelli evocativi. Lo stesso discorso si puo' applicare alle linee di basso che io stesso ho curato, molto piu' d'impatto, presenti e articolate rispetto ai lavori del compianto Quorthon.
- A proposito, cosa significa il nome Gjallarhorn e perché l'avete scelto come
nome?
Nidhoggr: Gjallarhorn significa letteralmente "Corno Riecheggiante". "Gjallar" in antico nordico significa eco, o un lungo suono che rimbomba, e
"horn" è appunto il corno. È uno strumento potentissimo nella simbologia
della mitologia nordica, giacché sarà il corno che annuncerà la fine del mondo, il Ragnarok appunto, risuonando per tutti e nove i mondi, svegliando dei e animali in preparazione dello scontro finale che avvolgerà l'intero universo nelle fiamme. La scelta e' stata inevitabile, considerando il nostro stile bellico e apocalittico.
-Parliamo ora dell'album, partendo dalla copertina, da dove l'avete presa? E' un disegno creato appositamente per il cd oppure è la realizzazione di qualche artista?
Fenrir: Se percorri la via Karl Johann a Oslo, giri a destra poco prima del palazzo reale e ti introduci dopo 100 metri nella Galleria d'Arte Nazionale, in cima alla grande scalinata d'ingresso il tuo sguardo incontrerà il celeberrimo Scontro di Asgard di Per Nicolai Arbo che ha adornato la copertina di "Blood Fire Death" di Bathory. Quindi, voltandoti a destra, vedrai l'immenso quadro che abbiamo adottato per la nostra copertina. È una delle battaglie descritte con più magnificenza dall'arte autoctona norvegese di fine 800, e ben si adatta allo stile bellico di Nordheim.
- Ed ora veniamo alle canzoni, mi illustri il tema delle varie tracce, mi incuriosisce particolarmente la suddivisione in 3 parti di Ragnarok.
Fenrir: L'album si può dire suddiviso in tre grandi momenti, ed è un gioco di grandi contrapposizioni. Nordheim si apre con un'intro, quindi si circonda di un'apostrofo storico. The Day Odin Stood Still rappresenta l'annichilimento storico e religioso del popolo vichingo, con gli dei che vengono dimenticati e l'impossibilità di poter fermare lo scorrere del fiume della storia. 200 years of fury è una tumultuosa epopea di tutte le più grandi conquiste del popolo vichingo, che in appena 200 anni hanno messo a ferro e fuoco l'Europa occidentale, gettando nel panico città come Londra e Parigi, e trasmettendo il timore di vivere a regioni come la Scozia, l'Irlanda, la Spagna, l'Italia e persino il Marocco. Ma il cuore è proprio Ragnarok, la trilogia che racconta della fine del mondo così come viene descritta da Snorri, grande storiografo Islandese del medioevo, rappresentata così com'è, in un succedersi di immagini maestose, a volte liriche e a volte crudeli.
Gli dei buoni che si risvegliano e prendono coscienza della propria fine, gli dei cattivi che affilano le lame e preparano a spezzare i vincoli, e il grande scontro finale affogato nel sangue e nel fuoco. Figure storiche e immaginative di enorme impatto epico
- Sulla biografia è riportato che la prima registrazione del demo è avventa in uno studio in soli otto giorni, anzi più esattamente notti, eppure nonostante questo al momento di registrare l'album avete mantenuto le voci presenti sul demo. Siete quindi soddisfatti del risultato finale?
Nidhoggr: Si', poiché lo spirito e la passione di cui il lavoro si era impregnato in quelle notti andava assolutamente mantenuto. Altrimenti, lo sforzo destabilizzante di quelle otto notti, cosi' voluto per mantenere intatta purezza di intenti e di volontà, sarebbe stato vano.
- Come credi che reagirà il pubblico soprattutto visti i forti richiami allo stile Bathory?
Nidhoggr: In un primo momento c'e' chi ha gridato allo scandalo per gli evidenti richiami allo stile di Quorthon, e ancora qualcuno tenta di screditarci additandoci come band clone. Terribile più di ogni altra opinione quella di chi ci ha accusati di sfruttare la morte di Quorthon per ottenere successo. Trovo molto sciocco e superficiale un commento di questa risma, anche in virtu' del ristretto bacino di utenza cui questo disco e' destinato. Fortunatamente i piu' hanno ben inteso il nostro messaggio, che prosegue il discorso cominciato con i Bathory ma che si vuole differenziare e staccare mantenendo la propria sottile e velata freschezza. Non e' un tributo, ne' una ghirlanda di citazioni. Soltanto il nostro personalissimo modo di rendere omaggio ad un uomo che ha dato tanto per la musica e che non ha terminato di offrire emozioni nemmeno dopo la sua dipartita. Voglio usare un'espressione di Deathmaster per chiarire il nostro pensiero: "Camminare sul sentiero di Quorthon e' il piu' grande tributo che si possa offrire. E bisogna farlo con rispettoso silenzio, piuttosto che con slogan chiassosi"
- Pensi che sia un prodotto adatto anche al pubblico dei Doomsword, solitamente abituato ad un sound più anni '80?
Nidhoggr: Credo di si', poiche' se il pubblico dei Doomsword ha apprezzato la sincerita' della band, potra' ritrovare la stessa genuinita' in questa, la stessa passione e la stessa viscerale devozione all'epicita' degli eventi narrati.
- Sempre in biografia si parlava di elementi tipici di Bathory, Falkenbach, Amon Amarth, Enslaved e DoomSword, sono d'accordo tranne che se parliamo Amon Amarth, potresti spiegarmi in che termini vi ritenete vicini alla band, escludendo ovviamente le tematiche del songwriting.
Nidhoggr: Escludendo le tematiche del songwriting, credo che non ci sia altro che ci accosti a loro.
- Quale canzone preferisci di tutto l'album?
Nidhoggr: Dipende dal mio stato d'animo, ma in linea di massima la terza parte della suite Ragnarok, intitolata appunto Ragnarok, e' quella che piu' delle altre rispecchia le mie attitudini: oscura, cadenzata, evocativa e solenne. In ogni caso, ogni secondo di Nordheim e' per me parte di un'unica grande preferenza.
-Da dove avete preso i suoni campionati, come ad esempio i rumori delle battaglie?
Nidhoggr: A questa domanda non so risponderti, provengono dal cilindro magico...anzi...dal corno magico di Deathmaster che ha sempre saputo trovare i gusti inserti sonori senza risultare pacchiano o scontato. Ma nessuno ha mai saputo dove egli si rifornisse di tanto ben di Dei. Un uomo dalle mille risorse.
- Vuoi aggiungere qualcosa?
Gjallarhorn: ti ringraziamo per questa intervista, e ringraziamo anche i nostri fans che ogni giorno ci supportano e si uniscono a noi, in previsione della battaglia finale: Ragnarok!!
Intervista di Paolo Manzi