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Ancient Dome

Line up:

Paolo "Paul" Porro - voce, chitarra
Alessandro "Ale" Fontana - chitarra
Matteo "Cuzzo" Cuzzolin - basso
Giorgio "Joe" Alberti - batteria
www.ancientdome.com
 

A breve dall’uscita di “Perception Of This World”, secondo full length degli Ancient Dome, abbiamo avuto il piacere di intervistare Paolo “Paul” Porro, frontman della band che, con la cruda filosofia che lo contraddistingue, ha misurato per noi il polso del gruppo, buona lettura!

Alessio: Ciao Paul e grazie innanzitutto di averci concesso questa intervista sugli Ancient Dome (e non solo!).
Come prima cosa ti vorrei chiedere come si è svolto e diviso il processo di songwriting che vi ha portato alla definitiva stesura dei brani di “Perception Of This World”, ovvero, se ti sei sobbarcato di nuovo tutti gli oneri o se, e in che misura, i tuoi compagni ti hanno aiutato.

Paul: Ciao mio caro Alessio! Grazie per lo spazio che mi riservi, fa piacere constatare che almeno ogni tanto ti stacchi dall’Heavy Metal più becero (il “lungo crinito despota” ironizza sui miei ascolti True!!! N.d.r.) e supporti anche noi figli di un Dio minore chiamato Thrash... inutile nascondere che ormai ci si conosce, diciamo che sarà una chiacchierata tra amici, e se qualcuno ha da ridire, beh... pazienza. (se non supportassi nemmeno la bands di miei amici, dovresti prendermi a scarpate nel mio grosso deretano!!! N.d.r.)
Anche stavolta il songwriting è stato fedele compagno del sottoscritto, ma come sempre avviene, gli arrangiamenti finali sono stati opera di ogni singolo membro degli Ancient Dome, che ha preso la sua parte ed ha operato quelle che secondo il proprio modo di vedere erano le scelte migliori per ogni brano. La macchina è oliata e procede, non credo ci sia motivo di cambiare le carte in tavola... certamente sarò sempre disponibile ad accettare pezzi scritti dai miei compari, per ora ciò non si è verificato (“No dai, non darmi del despota” lo so che lo stai pensando… N.d.r.), ma non si può mai sapere...

A: Ci puoi parlare anche delle registrazioni, delle quali non siete pienamente soddisfatti...

P: Puoi dirlo forte! Sinceramente, preferirei sorvolare sull’argomento... ti posso solo dire che ci siamo affidati a mani che consideravamo esperte, ma che alla fine non ci hanno presentato un prodotto di cui poter essere soddisfatti, fattore emerso parlando con più persone, amici, recensori o con chi in generale ha potuto ascoltare il nostro secondo album.

A: Un’altra domanda di rito, su che cosa vertono le liriche del nuovo album e, in cosa si discostano da “Human Key”? Già che ci sei, potresti illustrare ai meno attenti anche le diversità stilistiche e di ispirazioni tra la prima e la nuova release?

P: Penso tu sia la quinta persona a cui lo scrivo, comunque devi avere pazienza, visto che riciclo la risposta che ho già usato, non per scarsa voglia, ma perché la vedo come completa ed esaustiva: “l’album può essere visto come una metafora, dal punto di vista lirico, del continuo comportamento irrazionale che ha portato l’uomo a costruire attorno a sé un futuro ben poco roseo; una critica mai velata, senza doppi fini, sull’uso delle risorse a nostra disposizione, che è meglio identificabile come un vero e proprio sfruttamento.
Preciso che questa visione non deve essere per forza di cose intesa in senso negativo: forse sotto molti aspetti non vi è più possibilità di tornare indietro, ma si può e si deve compiere lo sforzo di reagire, perché anche le generazioni future abbiano la possibilità di godere di quanto di buono ancora ci circonda!”.
A livello di ispirazione, le band non sono cambiate molto, restano quelle che già ci avevano influenzato per “Human Key”; certo la mia passione sfrenata per i Death è uscita maggiormente allo scoperto, come in molti hanno fatto notare.
Sono convinto che i due album siano molto simili, più di quanto la gente pensi; la differenza maggiore sta in una convinzione più forte nei nostri mezzi, ed un conseguente aumento della tecnica infusa
(Ancient Dome goes Twinings??? N.d.r.) nei brani.

A: Facendo un primo bilancio, quali riscontri avete ottenuto da “Perception Of This World”, cosa dicono fans e stampa?
Ne avete acquisiti di nuovi e, perché no, avete ricevuto qualche critica?

P: Il primo bilancio è sicuramente più che positivo; posso solo dire che finora non abbiamo ancora ricevuto una sola insufficienza, possiamo dirci soddisfatti! Se anche in futuro ce ne dovessero essere, ovviamente prenderemmo spunto dalle critiche costruttive, come qualsiasi band che decide di sottoporsi ad un giudizio esterno.
Credo che con gli anni abbiamo attirato uno zoccolo duro di supporter (fan è una parola grossa per una band di relativa importanza come la nostra), e di loro davvero un numero esiguo ha dichiarato di preferire l’esordio a questo secondo capitolo. Speriamo di averne acquisiti di nuovi, ma questo non te lo posso assicurare con certezza!
Critiche ci sono state, quelle che più ci hanno fornito materiale su cui ragionare vertono sull’eterogeneità del prodotto: per alcuni “Perception Of This World” ha troppe sfumature, e molti hanno sottolineato come certi brani siano troppo prolissi.
Poi, e questo era immancabile non aspettarselo, i gusti si sono divisi fra chi ha apprezzato i brani ed in generale la componente più Speed/Thrash/Heavy di vecchia data, e chi ha colto e supporta la venatura progressive su cui abbiamo puntato senza comunque perdere il filo del discorso.


A: Cambiando discorso, avete proseguito il deal con la Punishment 18 Records, sempre in prima fila quando si tratta di buon Thrash, senza fare “marchette”, cosa ci puoi dire della vostra label, molto attiva nell’ambito underground italico e non solo?

P: Posso dire che per la nostra proposta, abbiamo trovato una label capace di supportare e distribuire con perizia il prodotto!
Sai bene, conoscendo etichetta e chi ci sta dietro, che la qualità è un dato di fatto; poi, che vi siano band che possono o meno piacere, questo è un evidente lato legato al gusto personale, ma sulla validità di esse, sulla quasi totalità, mi sento di mettere una mano sul fuoco.
Speriamo che questa “collaborazione” prosegua ancora in futuro, ovviamente se incontreremo ancora i gusti di Corrado e Marita con i nostri sviluppi...
(A patto che, cosa IMPOSSIBILE, la componente progressive non prevarichi quella Thrash!!! N.d.r.)

A: Riallacciandomi alla domanda precedente, cosa ne pensi del sottobosco Heavy Metal della nostra penisola, lo reputi valido e sottovalutato o siamo semplicemente dove meritiamo?

P: Semplicemente dove meritiamo... direi che potrebbe sintetizzare il mio pensiero.
Quante band della nostra penisola avrebbero avuto un bacino molto più ampio in nazioni che sanno davvero apprezzare, anche con piglio campanilistico (che è cosa buona e giusta), i prodotti di casa propria?
La nostra scena è viva, florida, siamo sottovalutati e fermati dalla cultura musicale di un paese che idolatra vere e proprie offese alla Musica, e questo porta la miriade di formazioni Metal italiche che hanno davvero qualcosa da dire a passare costantemente in secondo piano.
Ma fin quando ci sarà la forza di andare avanti, penso che il nostro sottobosco resterà vivo e vegeto come lo è in questo momento.

A: Quali sono le cose che ti fanno più incazzare in questo movimento musicale, anche al vostro livello (colpevolmente basso!) e, di contro, raccontaci del piacere di suonare non per scopo di lucro ma per promuovere la propria musica.

P: Siamo sinceri: non voglio sminuire i supporters italiani, ci sono centinaia di ragazzi/e giovani e meno giovani che lottano quotidianamente per il nostro underground, ma la stragrande maggioranza è del tutto indifferente alla propria scena, conviviamo con essi ogni giorno.
Questo però non fermerà quanti come il sottoscritto, senza pensare di cambiare il mondo, continueranno a battersi per la propria passione, dando linfa vitale alla nostra stupenda scena, così come non fermerà i tanti membri delle innumerevoli formazioni valide che abitano nello stivale e credono davvero in quel che fanno, fottendosene della provenienza geografica!
Le band come la nostra che si affacciano alla musica inedita non possono pensare di competere con tribute band, cover band, band da pub in generale; quindi, perché non vedere il live come un grande piacere?
Basta una sola persona che alla fine di un concerto ti stringe la mano o ti fa i complimenti quasi emozionato per farti emozionare a tua volta, e ti posso assicurare che quello paga più di qualsiasi soldo ricevuto da qualsiasi locale! Che poi si possa essere tristi se la serata non è andata propriamente bene è ovvio, ma è una sensazione che passa nel giro di poco, e subito riaffiora la voglia di proseguire e di non mollare!


A: Avete già fatto di spalla a Heathen, Artillery e Whiplash tra gli altri, cosa ti ricordi di quelle date, ti hanno lasciato un bel ricordo?
Avete già in programma qualche show per supportare l’uscita di “Perception...”?

P: Come ben sai, un live degli Ancient Dome è una rarità paragonabile a trovare il debutto dei Diamond Head su una bancarella di vinili al mercato rionale di Saronno... (Cazzo, “Lightning To The Nations” tra i dischi di Mino Reitano e Umberto Tozzi sarebbe davvero da febbre a 40°!!! N.d.r.)
Abbiamo due date fissate per ora, una a febbraio e una a giugno, speriamo di riuscire a farle, considerato che ne sono saltate 3 fra settembre e novembre 2010! Dovremmo muoverci di più per supportare il disco, non vedo ragioni per non ammetterlo! C’è da cambiare mentalità e da ritrovare quella voglia che lentamente si sta assopendo...
Che live quelli che hai citato... abbiamo suonato ad orari imbarazzanti, ma sono state comunque esperienze che rifarei senza dubbi! Poi, sai che gli Heathen hanno rubato una parte del mio cuore, e non dico cazzate quando ammetto che uno dei miei piccoli sogni nel cassetto era riuscire un giorno a far da spalla ad un loro concerto!
Raccomandati?
(Direi, piuttosto che, per una volta, un meritevole gruppo Thrash ha potuto suonare con una storica band della Bay Area. N.d.r.) Può essere, non mi nascondo di certo dietro ad un velo, ma son contento di aver avuto la possibilità di ritrovarmi in quei contesti, tutto il resto è noia, ah ah ah! L’unica cosa che mi ha lasciato l’amaro in bocca è stata una scarsa complicità tra le band di supporto, e ammetto d’aver detto cose di cui poi mi son pentito, preso dall’incazzatura del momento.

A: Come mai, in tua opinione, gli Ancient Dome non sono ancora riusciti a varcare i confini italiani?
“Soltanto” una mancanza di conoscenze o c’è qualcosa di più? Voglio dire che, avendo partecipato a svariati concerti in Germania, mi viene da pensare che, anche rimanendo in ambito Thrash, voi avreste le qualità e le carte in regola per farvi apprezzare anche dall’intransigente pubblico teutonico!

P: Ti dico subito che sto “lavorando” ad un mini tour europeo per l’estate che verrà, ma siccome il futuro è attualmente “nebuloso” (non parlo a livello musicale), non posso avere la certezza che si riesca davvero ad organizzarlo concretamente. Vorremmo davvero varcare le Alpi per suonare, per capire come vivono l’underground in altre nazioni, almeno nel piccolo che possiamo concederci; abbiamo sempre avuto ottimi riscontri da band di amici, vorremmo testarle sulla nostra pelle!
Ci sono molti ragazzi che apprezzano la nostra musica in paesi come la Germania, l’Olanda ed il nord Europa, quindi mi piace pensare che potremmo fare breccia in qualche cuore, perché no?

A: Confessaci, realmente, fino a che punto vorresti verosimilmente arrivare con La Dimora Antica, quali sono quindi gli obbiettivi che vi siete prefissati?

P: Confesso che mi piacerebbe riuscire a vendere qualche copia in più di quelle che riusciamo a far girare attualmente; può sembrarti un discorso privo di magia e passione, ma quando hai già un altro album pronto, e non te la senti di cominciare a lavorarci sopra per bene per via del fatto che hai ancora da “smaltire” parecchie copie del precedente (quindi pochi soldi in cassa), la situazione è in stallo e non particolarmente simpatica. So che è un discorso materiale, ma non voglio prendere nessuno per il culo.
Il punto a cui siamo è comunque quanto ho sempre sperato: una visibilità buona ed un album prodotto da una etichetta indipendente che ci aiutasse con la promozione. Non cercavo niente di più, anche se ovviamente sarebbe bello riuscire a raggiungere con la nostra musica più Metalheads (italiani e non) di quanti abbiamo fatto fino ad ora. Ci riusciremo? Chissà, magari fra qualche anno ci saranno ragazzi alla ricerca dei nostri vecchi lavori e diventeremo una band di culto cui riconosceranno onori e merito...
(Quindi sparirete per 15/20 anni, per poi tornare alla grande al Keep It True, Headbangers Open Air etc. etc. Nel frattempo, vi vedo bene come orchestra di liscio!!! N.d.r.) sognare non fa mai male!

A: Chiudi come vuoi questa chiacchierata Paul, consigliando anche qualche “mossa” per poter riuscire a non soffocare questa stupenda realtà chiamata underground, che, so per certo che ti sta molto a cuore!

P: Basterebbe più consapevolezza da parte di tutti che, facendo parte di una scena, bisogna viverla fino in fondo, per ritrovarci con una comunione d’intenti ed un supporto continuo e reciproco fra band. Capisco come ciò possa sembrare un’utopia, ma la speranza è sempre l’ultima a morire.
Mi piacerebbe cominciare a vedere le inimicizie fra band scomparire, mi piacerebbe vedere quei personaggi che tutti hanno ormai inquadrato come boriosi e troppo pieni di sé abbassare un po’ le ali, e ridimensionarsi al livello cui dovrebbero trovarsi.
Ma quando entro in contatto con delle belle persone, dentro e fuori, che vivono la nostra realtà come piace viverla a me (senza con questo voler dire che sono infallibile e senza macchia), cresce in me la consapevolezza che sia tutto sul tracciato che siamo già destinati a percorrere, e che va bene così senza incazzarsi per niente. Scusate la filosofia a basso prezzo, ma è come la penso.

A: Un’ultima curiosità, una volta mi accennasti ad un tuo progetto parallelo orientato sullo Speed, a che punto siete arrivati con questa band, se è lecito chiedere?

P: Purtroppo non si è ancora concretizzata sul serio, vuoi la distanza che separa me e Syra (il nostro ex drummer) dagli altri componenti, Alex e il "Leader" dei Metalheadz, band Thrash/Death di Verona, vuoi perché il processo di songwriting che ho cominciato per gli Speed Merchants (questo il nome del progetto) si è andato arenando dopo che ho ripreso a scrivere materiale per il terzo album degli Ancient Dome.
Non sarà propriamente Speed puro, nel senso che l’idea di partenza è una voce Death Metal, ma la base musicale cercherà di muoversi verso quei lidi, ovviamente per come li intendo io!
Nel frattempo, con alcuni ragazzi della zona abbiamo fondato i Logic Of Nonsense, band che si propone un approccio vicino al Technical Death Metal,
(Ma quanta “roba” hai in quel testone, è Paul??? N.d.r.) senza la pretesa di suonare come i mostri sacri del genere... due brani registrati alla meno peggio sono già pronti, non vediamo l’ora di confezionare la prima demo/ep per farci conoscere e spargere il verbo!

A: Grazie ancora del tuo tempo, inutile dirti KEEP ON THRASHIN’ perché sono sicuro che tu non mollerai!!!

P: Promesso, grazie ancora a te che, insieme ai Noisy Hours Boys (tripletta di miei amici, conduttori di un programma radiofonico Metal del lecchese. N.d.r.), ovviamente, mantieni alta la fede nel metallo!
Al prossimo concerto, keep the metal faith alive!

Intervista di  Alessio Aondio

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