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Manilla Road

Line up:

Mark "The Shark" Shelton - voce, chitarra
Bryan "Hellroadie" Patrick - voce
Josh Castillo - basso
Cory "Hardcore" Christner - batteria
http://www.manillaroad.net/
 

L’anno di Grazia 2011, ci riporta i Manilla Road in forma perfetta, infatti, a tre anni da “Voyager”, è uscito “Playground Of The Damned”, emozionante nuova fatica del combo statunitense, quindi, cosa c’è di meglio se non scambiare quattro chiacchiere con il solo e unico Mark “The Shark” Shelton?

Alessio: Prima di tutto, lascia che ti dica che grande piacere è avere il mastermind dei Manilla Road sul nostro sito, ma iniziamo pure con le domande …
Quando avete iniziato a comporre i nuovi brani per “Playground Of The Damned” e, quali sono, a tuo parere, le maggiori differenze tra “Voyager” e l’ultimo album?

Shark: L’intero processo è iniziato due anni e mezzo fa, abbiamo fatto un bel pò di date nel biennio 2008/2009, che ovviamente ci hanno imposto una pausa forzata per quanto riguarda l’album, così da essere pronti per gli show live e il tour vero e proprio.
La più grande differenza tra “Playground…” e “Voyager” è la stessa direzione musicale. “Voyager” ha un gusto più “thrashy” di “Playground Of The Damned”.
Anche se ci sono frangenti più dilatati e dolci, in “Voyager” prevalgono le componenti rudi e dure, mentre l’ultimo disco ha un approccio più accessibile e, anche se qualcuno non è d’accordo, la registrazione è decisamente meglio.

A: Personalmente, preferisco l’ultima fatica, suona molto più “Classic Manilla”, in linea con alcuni dei grandi capolavori del passato, come “Open The Gates” o “The Deluge” nei suoi momenti più aggressivi, sei d’accordo?
Sei completamente soddisfatto riguardo le recording sessions e, dopo tutto questo lavoro, col prodotto finale?

Shark: E’ molto difficile per me essere critico nei confronti della mia musica, presumo di sentirla in una differente luce rispetto alla maggior parte delle persone, dato che l’ho creata io stesso!
Noto stralci degli stili di altri dischi in tutto quello che facciamo oggigiorno, sembra quasi che striscino dentro e fuori dal nostro materiale più nuovo.(Che, in parole povere significa: COERENZA e TRADEMARK, mica paglia! N.d.r.)
Certamente devo darti ragione sulle parti più aggressive, mentre per l’ultima domanda, io non sono mai soddisfatto al 100% in nessuno dei miei progetti, ho sempre la sensazione che qualcosa si sarebbe potuto fare meglio in un modo o nell’altro.
In definitiva, sono abbastanza contento per l’uscita di questo album, considerando le avversità che il gruppo ha dovuto affrontare.
Tornando al discorso precedente, ora sto leggendo diverse recensioni che parlano della produzione di “Playground…”, alcuni dicono di odiarla, altri la amano, dicendo che il disco gode di un’incredibile registrazione.
Certe volte mi chiedo se queste persone hanno ascoltato la stessa cosa ma, abbiamo sempre dovuto convivere con opinioni contrastanti verso la nostra musica o le tecniche di produzione usate in passato.

A: “Playground...” non è un concept album, ma ci mostra delle liriche Epic/Fantasy che solo “Lo Squalo” può scrivere.
Dove prendi l’ispirazione per comporre testi così emozionanti, descrivendo mondi alternativi, stati d’animo particolari e via discorrendo?
Potresti inoltre raccontarci le tematiche delle nuove canzoni una per una, solo per avere un’idea di cosa si cela dietro altisonanti titoli quali “Art Of War”, “Grindhouse” o “Brethen Of The Hammer”?

Shark: Durante tutta la mia vita ho letto un grande quantitativo di libri, dai quali ho derivato gran parte dei miei testi storici e mitologici.
Compio parecchie ricerche prima di scrivere liriche basate su queste tematiche, così come per altri “colpi di scena” o metafore che uso, amo definirli come regali dalla mia musa ispiratrice, che spero di usare saggiamente.

“Jackhammer” – Questo brano parla della nostra mascotte, “The Smiling Jack” come lo chiamavamo all’inizio, si è anche trasformato tante volte, ad esempio su “Mystification” era “Flying Bat Jack”.
Jack, ovviamente, è il teschio che compare in qualche modo su ogni nostro album (va beh su non siate così fiscali, se lo dice Lui! N.d.r.), negli anni recenti è stato rinnovato ed accostato al Martello di Thor, così dalla loro unione è nato Jackhammer, quindi questo pezzo è stato scritto solo per ricordare a tutti che siamo ancora vivi e pronti a scatenare una tempesta!

“Into the Maelström” – E’ tratto dalla novella di E.A. Poe dal titolo “Una Discesa Nel Maelström”.

“Playground of the Damned” – E’ una sorta di monito riguardo al “giocare” con cose che è meglio lasciare dove sono, mi riferisco in particolare a vecchi esperimenti scientifici andati male, con possibili risultati devastanti per l’umanità.

“Grindhouse” – Si può definire un tributo al genere cinematografico denominato “Grindhouse” e all’evoluzione dello stesso nei giorni passati.
Mi piaceva molto andare in certi tipi di cinema da giovane, vorrei anche quindi citare Rodriguez e Tarantino perchè sono riusciti a mantenere vivo l’interesse in questo filone anche nei giorni nostri.
“Abattoir de la Mort” – Questa è una traccia dalla doppia interpretazione, si può intendere come una storia occulta sul sacrificio umano, oppure la si può semplicemente leggere col semplice significato che intendiamo anche noi.
Infatti parla dei nostri Midgar Sound Labs, lo studio dove abbiamo lasciato tanto sangue e sudore e le vicende bizarre che sono emerse da lì!

“Fire of Asshurbanipal” – Prende corpo dalla storia omonima di Robert E. Howard.

“Brethren of the Hammer” – E’ un inno per i nostri fans riguardo la vera natura della fratellanza nell’ Heavy Metal, intesa anche come “non cedere di un millimetro e tenere duro nel nostro credo” (Ditemi dove devo firmare per essere come Mr. Shelton dopo quaranta, dico 40 anni di Heavy Metal! N.d.r.)

“Art of War” – Credo sia il mio testo preferito di quest’album, ancora una volta pieno di metafore.
In primo luogo vuole ricordare ai nostri figli come alzarsi e combattere per quello in cui credono, dato che stiamo vivendo in un’epoca dove il mondo stesso si annichilisce giorno dopo giorno.
E’ quindi meglio conoscere qualche tecnica di sopravvivenza, nel momento in cui sarà accantonato il moderno stile e significato della parola “guerra”, ritornando così all’antica idea di sfidare faccia a faccia il nemico.

A: Come siete giunti al contratto con la label Americana “Shadow Kingdom Records”?
Stanno promuovendo adeguatamente il nuovo lavoro?
Te lo chiedo dato che, anche se il monicker Manilla Road è conosciuto nel mondo, cambiate etichetta quasi ad ogni uscita!

Shark: E’ sempre stato una giostra l’argomento label per noi, certamente abbiamo passato tempi duri con tutti loro per ottenere un adeguato compenso, le cose solitamente partono bene, salvo che le case discografiche incappino in problemi finanziari o merda del genere, la quale fa si che noi non percepiamo i soldi dovuti e bla bla bla…
Conosco il capo della Shadow Kingdom da quando ha fondato la label e l’ho visto crescere, arrivando ad avere un business autosufficiente.
Forse è un pò lento nel versante promozionale ma ha una distribuzione veramente invidiabile negli States, per quanto riguarda la vendita europea, dipendiamo dalla High Roller, che sta facendo anche un gran lavoro pubblicitario, come al solito!
Presumo che ci accaseremo per un pò con Shadow Kingdom e High Roller, perchè tutto sta funzionando bene e siamo anche pagati come da contratto, quindi direi che i rapporti di lavoro con entrambe le etichette sono ottimi.

A: Cambiando un attimo argomento, dato che dovrete suonare all’ Hammer Of Doom Festival in Germania e che sarà una sorta di “best of show” per te ed i ragazzi, quali sono le aspettative per la serata, ci saranno parecchie sorprese, vero?

Shark: Si, sono in procinto di prendere l’aereo domani, destinazione Germania, per fare un pò di prove con Neudi (Neuderth, batterista tedesco in forza ai Roxxcalibur, oltre che turnista per svariati progetti e cult bands N.d.r.) la settimana prima del concerto.
Non sono sicuro di volerlo definire un “best of show”, forse perchè sarà maggiormente focalizzato sul periodo con Randy Foxe e Rick Fisher.
Eseguiremo brani da “Metal”, un buon numero da “Crystal Logic”, “Open The Gates”, “The Deluge”, “Mystification”, un pezzo da “The Courts Of Chaos” e un paio dall’ultimo “Playground Of The Damned”, come sorpresa penso che sia già il fatto di avere Neudi che suona con noi, nessuno sa cosa può accadere!

A: Parlando ancora di date live, si può notare che I Manilla Road, durante gli ultimi anni, non hanno programmato lunghi tour (sfortunatamente!), è dovuto solamente a motive personali come famiglia e lavoro oppure pensi che sia difficile per voi trovare un promoter con abbastanza soldi da investire per farvi girare l’Europa o gli Stati Uniti?

Shark: La famiglia viene prima di tutto, credo infatti che riusciremmo a girare il mondo ma il problema è che la maggior parte di noi ha figli che stanno crescendo, come nel mio caso, sono un padre single che deve accudire due bambini da solo, è un compito arduo.
Vero è che stanno raggiungendo una certa età adesso, quindi fra qualche tempo, potrei considerare di stare in tour per lunghi periodi, in ogni caso ci proveremo di più già nel 2012.

A: In stati europei come Germania, Grecia, Spagna ed Italia, I Manilla Road son il più luminoso esempio di ciò che è definibile come “cult band”, ossia un gruppo che suona da venti (o più di trenta nel vostro caso!) anni, senza raggiungere il successo che i propri fans gli attribuiscono.
Quindi, ti piace questo status o preferiresti essere il “boss” in una band famosa, buttando magari via vita privata e privacy ma guadagnando un sacco di soldi?

Shark: Senza dubbio preferirei guadagnare molto suonando la mia musica, così non dovrei fare un altro lavoro per sostentarmi, allo stesso tempo non mi importa lo status di “cult band”, dato che è sempre stata una questione di musica e non di denaro, altrimenti non sarei ancora qui a farlo!
Ti dico la verità, mi sento lo stesso molto ricco per via dei tanti amici e supporters che abbiamo in giro, i nostri fans sono i più leali metalheads che il mondo abbia mai visto, prova ne sia che i Manilla Road sono ancora vivi ed in salute, cosa che non sarebbe mai potuta accadere senza di loro.
In definitiva, fin quando avrò questo tipo di amore e rispetto verso di me, andrò avanti a fare musica!

A: Sei nel mondo dell’Heavy Metal (o in qualsiasi modo fosse chiamato una volta!) sin dalla seconda metà dei 70’s, inoltre sei anche definito un pioniere del sottogenere Epic Metal, chi meglio di te può descrivermi la scena US Metal, ad esempio, vi aiutate l’uno con l’altro nel trovare date, contratti o solo ispirazione?
Ti considero come “il vecchio saggio” dell’underground, cosa puoi dirmi riguardo il music biz durante questi 30 anni e più di carriera? Pensi che adesso sia tutto peggiorato o, per esempio, la tecnologia sia un valido aiuto nel tenere unite le bands e i fans?

Shark: Personalmente, lavoro con altri gruppi qui negli States, quindi tra alcuni esiste fratellanza ma, ovviamente non tutti sono così.
Altri vedono la scena come una competizione, io invece non ho mai considerato una band come un’avversaria, dato che non ho mai conosciuto una persona che abbia un solo gruppo preferito!
Tutti noi abbiamo molti cd o vinili nelle nostre collezioni, io voglio solo essere una parte di quelle, sperando di aiutare nella ricerca di nuove sonorità e nuova musica.
Grazie del commento sulla mia saggezza ma, probabilmente, se fossi stato davvero saggio, avremmo sbancato tanto tempo fa e di certo avrei puntato ai soldi dei contratti di etichette più grandi che rifiutai in passato, ahaha!
So di certo che sto guadagnando più soldi con le royalties degli 80’s, di quanto non stia facendo adesso, per quanto riguarda un album in particolare, ho anche un “reddito regolare” grazie alle ristampe che stanno uscendo.
Posso dire che il download gratuito ha messo le mani nel portafoglio di tutti nell’industria discografica, credo che se fossimo pagati per ogni mp3 scaricato o per ogni cd masterizzato, potrei ritirarmi da uomo benestante!
Comunque questa è l’aria che tira oggi e non c’è molto che un solo musicista possa fare, è una lama a doppio taglio per così dire, nel senso che l’attenzione e la promozione istantanea che può generare internet è cosa molto buona ma, di contro, chiunque può avere un nuovo album senza realmente comprarlo, questo è proprio ciò che colpisce duramente le labels ed i musicisti.
Sulla scena negli States, penso che stia crescendo per quanto concerne il True Metal, sono felice invece che in Europa ci sia sempre stato un florido movimento, lo stesso che ha contribuito in maggior misura a mantenere vivi i Manilla Road.

A: Tornando al presente, è impossibile non menzionare il lavoro di Cory “Hardcore” Christner alla batteria, il miglior successore dell’indimenticato Randy “Thrasher” Foxe, spero quindi che tu riesca a bloccarlo per sempre nella line up, come vi siete conosciuti?
Oltre la mia opinione personale, è innegabile che, tu insieme a Brian “Hellroadie”, il quale è in prima fila dal 1999, siete gli unici fissi nei Manilla Road, intendo che ora avete anche un nuovo bassista ma, più ampiamente, perché non riesci a stabilizzare la formazione una volta per tutte?
Non sto alludendo al fatto che tu sia un tiranno o qualcosa del genere ma, magari non riesci soltanto a trovare le persone giuste!

Shark: Su Cory posso dire soltanto che è uno dei migliori drummer coi quali abbia mai avuto l’onore di dividere un palco, spero che stia con noi ancora per tanto tempo. L’ho conosciuto tramite i suoi genitori, sono buon amico di famiglia fin dai tempi di “The Circus Maximus”(1992 N.d.r.).
Aveva anche suonato su un demo di un’altra band registrato nel mio studio, quando l’ho ascoltato per la prima volta, ho subito capito che dovevo farlo entrare nei Manilla Road, quindi ho chiesto a suo padre di spingerlo perchè accettasse.
Josh Castillo, il nuovo bassista, ci è stato portato proprio da Cory, dato che hanno suonato insieme in un progetto dove Josh era il chitarrista.
Mi hai chiesto dei continui cambi di line up? Sì, sono un tiranno ahaha! Di certo può essere difficile lavorare con me a volte ma, la verità è che ho sempre voluto recrutare i membri del gruppo dalla mia città, Wichita, voglio dire che anche se sono cambiati tanti componenti in questi anni, tutti provengono da dove sono nato io, una sorta di tradizione!
Neudi infatti sarà la prima persona a suonare un intero concerto con noi anche se non proviene da Wichita, Kansas!
La maggior parte dei cambi di formazione, sono dovuti alle fidanzate o alle mogli dei musicisti, le quali non volevano che i loro uomini fossero in tour con “The Shark”, dato che certe volte diventiamo un po’ pazzi quando siamo “on the road”.
Altri fattori per l’abbandono di qualche ragazzo, sono stati la malattia, oppure anche solo la frustrazione per l’industria musicale, dato che tanti sognano di farcela ma purtroppo passano dei gran brutti momenti se devono lavorare sodo per riuscirvi!
Non sono preoccupato, sembra sempre che io trovi musicisti molto preparati, i quali apportano piccolo cambiamenti nel sound della band, che ci permette di non essere mai stagnanti.

A: Una speranza per I fans italiani, avremo l’onore di vedervi ancora su un palco a casa nostra?
Che ricordi hai del vostro show da headliners al Play It Loud Festival?

Shark: Amo l’Italia e sì, sarebbe bellissimo rivedere presto il vostro paese, forse già nel 2012.
Non posso mai parlare abbastanza bene delle grandi esperienze che abbiamo avuto lì da voi, i fans italiani sono sempre stati una bomba, oltre alla gente fantastica e all’ottimo cibo! Non vedo l’ora di poter tornare!

A: Per finire l’intervista, pensa di dover scrivere uno spot che descrive il sound dei Manilla Road a qualcuno che non vi ha mai sentiti…

Shark: Ok ragazzi, chiudete gli occhi ed immaginate questo: il suono di un ruscello che scorre, mentre il vento soffia tra i vostri capelli (Jane Austen chi? N.d.r.).
Improvvisamente lo scalpitare di cavalli e guerrieri si avvicina, palesandosi all’orizzonte e urlando il loro grido di morte, mentre distruggono tutto ciò che intralcia il cammino (Ah ecco, adesso ci siamo! N.d.r.).
Questo potrebbe descrivere più o meno a come suonano i Manilla Road.

A: Grazie mille della pazienza e del tuo tempo Mark, spero che ci incontreremo ancora presto, che gli Dei della Luce siano con te!

Shark: Grazie a te amico mio, sia per l’intervista che per il tuo sostegno ai Manilla Road, non ce la faremmo senza gente come te (Ecco perché meriterebbero ben altra esposizione, capito? N.d.r.)
Sono sicuro che ci rincontreremo in Italia, fino ad allora tieni accesa la fiamma del Metal e come sempre,
Up The Hammers & Down The Nails
Blessed Be
Shark

Intervista di  Alessio Aondio

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