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At the Gates

Line up:

Tomas Lindberg - vocals
Anders Björler - guitars
Martin Larsson - guitars
Jonas Björler - bass
Adrian Erlandsson - drums
atthegates.se/
 

In occasione del Fosch Fest di Bagnatica, abbiamo avuto l’occasione in esclusiva di scambiare due parole con Tomas Tompa Lindberg,frontman e mastermind degli svedesi At the Gates, padrini indiscussi del Gothenburg Sound. Ecco cosa ci ha raccontato nel backstage, subito dopo uno show che è stato sicuramente uno degli highlights del festival bergamasco.

Ciao Tomas! Grazie per il tempo che vorrai dedicarci! Questa sera avete messo a ferro e fuoco il palco! Iniziamo parlando di “At war with reality”, il vostro ultimo disco uscito nel 2014. Sia dal punto di vista dei testi e da quello strettamente musicale, si ha l’impressione che si possa parlare di un concept album, scelta forse inusuale per voi. Cosa ci racconti in proposito?

Concordo con il tuo punto di vista. E’ esattamente così, questa volta abbiamo voluto lavorare su un concept album. Non volevamo assolutamente scrivere un album che suonasse simile a Slaughter of the Soul, non avrebbe avuto senso. Volevano un album che suonasse At the gates al cento per cento e che fosse influenzato da tutti gli elementi del nostro sound dei dischi precedenti: abbiamo lavorato molto sulle armonie e sull’aspetto emozionale delle canzoni. Si tratta di un concept perché ho voluto provare a migliorarmi per quanto riguarda i testi, cercando di ottenere il miglior album targato At the Gates fino ad ora. Le lyrics sono ispirate alla “magia realista” sudamericana, una filosofia che si muove tra mille sfumature, molto profonda. Quindi per me è stato una sfida ambiziosa, ma sembra che l’idea abbia funzionato!

Come nasce una canzone degli At the Gates? Il processo di scrittura è rimasto invariato negli anni o ci sono stati cambiamenti, nuove modalità?

Sai, io e Anders abbiamo sempre lavorato insieme, molto vicini. Io scrivo testi praticamente tutti i giorni e con la stessa frequenza lui crea nuovi riff, anche in tour! Alla fine ci sediamo attorno ad un tavolo, scegliamo il riff principale del brano, “the body of the song”, e da li iniziamo a creare musica attorno al singolo riff e scegliamo insieme quale tematica calza meglio che il mood della canzone. Una sorta di puzzle! E questo modo di lavorare è rimasto invariato negli anni. La fortuna degli At the Gates è avere Anders che è una fucina di riff!

Oggi siete stati mostruosi sul palco del Fosch Fest, un festival abbastanza piccolo. Qual è il tuo contesto live preferito? Prediligi i grandi palchi dei festival o magari gli show nei club?


Sono cose totalmente diverse. Quando suoni nei festival, ti esibisci davanti ai “tuoi” fans ma anche a molti nuove persone venute magari per altre bands. E più il festival è grande, maggiore sarà il numero dei nuovi “potenziali” fan che nn ti conoscono. Nei club il pubblico è li solo per te, e questo ti da una sicurezza in più per la buona riuscita del concerto. Ma non è una regola. Ad esempio per noi suonare in Italia una cosa speciale: la gente canta tutti i testi con me ed è sempre un concerto molto emozionante.

Oggi siete una delle band più influenti della scena, ma nonostante il successo e le possibilità il sound At the Gates ha sempre e comunque un gusto molto underground. Come riuscite oggi, con il successo, a mantenere comunque questo spirito così genuino?

Semplicemente perché ci conosciamo tutti dal lontano 1989! Con tutti i membri della band, siamo una piccola famiglia, tutti molto vicini.Noi abbiamo sempre suonato per noi e per i nostri fans, ma non siamo mai stati interessati al successo. Il successo può arrivare, ma è come una sorta di cosa in più, un bonus! E la cosa più importante per tutti noi e rimanere sempre con i piedi per terra. Sempre.

Il nostro vero obiettivo è creare qualcosa, quel qualcosa nel quale crediamo moltissimo, semplicemente musica. Non ci siamo mai posti il problema di cosa fare per avere successo. Non è un nostro obiettivo. In realtà noi stessi ci vediamo come una band underground!

Ultima domanda: cosa riserva il futuro degli At the Gates? Forse del nuovo materiale? Questa per noi è l’ultimo pezzo del tour in promozione a “At war with reality”, che è durato praticamente due anni! Dopo quest’estate ci sarà una pausa e poi vedremo quello che accadrà. Abbiamo alcune idee in realtà ma… non sappiamo ancora..non vogliamo fare promesse in nessun senso! Amiamo quello che facciamo, abbiamo passato degli stupendi momenti e scrivere un nuovo ipotetico album dovrà essere speciale come per il nostro ultimo lavoro...vedremo, ci proveremo...!o ipotetico album dovrà essere speciale come per "hena band underground

Intervista di  Manuel Molteni

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