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Masterplan

Line up:

Jorn Lande - Vocals
Roland Grapow - Guitar
Uli Kusch - Drums
Jan S. Eckert - Bass
Axel Mackenrott - Keyboards
www.master-plan.net
 

Il 24 gennaio 2005 uscirà Aeronautics, il secondo figliolo di un gruppo già noto al pubblico grazie al successo ottenuto dal primo full-length album del 2003, il disco che come titolo portava il nome del gruppo, "Masterplan" . In occasione di questo evento holymetal.com incontra il chitarrista Roland Grapow e il tastierista Axel Mackenrott, giunti a Milano per parlarci del loro ultimo lavoro e di altre curiosità riguardanti questa powermetal band.

Mattia: Ciao

Roland/Axel: Ciao

Mattia: Possiamo iniziare, chi é il principale compositore delle canzoni del vostro ultimo lavoro?

R: Tutti, ogni membro compone, per esempio lui (Axel) ha scritto due canzoni, il bassista Jan ne ha scritta una, After this war e poi abbiamo scritto il testo, Uli tre pezzi, io cinque, Jorn due…é un lavoro di gruppo.

Quando andate in studio avete tutte le canzoni complete o…

R: Sì Sì, finite e arrangiate, ovviamente alcune parti come ad esempio le sfumature di un assolo vengono al momento, però diciamo che il 95% della canzone c’é già, testi, melodie, ecc.

Le canzoni sono collegate da un argomento o sono ognuna per conto proprio?

R: Beh, Aeronautics non é un concept album però all’interno del disco c’é un elemento legato al volo, agli aerei e cose simili che e sempre presente, un paio di canzoni parlano appunto del volo, della vista dagli occhi di un uccello, ecc.

Quindi possiamo dire che c’é una linea che lega i vari pezzi.

R: Sì, é qualcosa di generale che copre un po’ tutte le tracce, ma una canzone non é legata a quella seguente.

Capisco, tornando al discorso del componimento dei pezzi, quando scrivi un assolo come parti?

R: Ho due modi diversi: in uno lavoro su una melodia che ho in testa, studio molto come svilupparla e vedo come portarla avanti; mente l’altro modo é l’improvvisazione, libero la mente, non penso alla parte che devo suonare e mi faccio guidare dalle sensazioni. La maggior parte delle volte cerco di combinare melodia con aggressività, non mi piacciono più gli assoli veloci sullo stile classico, stile anni ’80. Beh a volte faccio ancora cose del genere come potrai ben sentire in alcuni punti però ora cerco soprattutto di fare qualcosa per supportare la canzone e non di spostare l’attenzione sull’assolo. Quindi ho due modi di suonare un assolo, a volte costruito sulla base strumentale mentre a volte completamente improvvisato.

Ho notato che spesso quando c’é un assolo si sente anche una chitarra ritmica, non credi che questo possa essere un aspetto negativo per quando suonate la canzone dal vivo?

R: No, dal vivo é diverso, suonare dal vivo per me é un’altra cosa, quando registro le mie parti non voglio fare compromessi pensando: “no, questo no perché dal vivo non si può riprodurre”

A: e comunque passando dall’album al concerto ci sono vari elementi da tener presente: in studio la chitarra può fare la melodia, l’assolo e la ritmica, mente dal vivo la ritmica si sposta più verso la sezione ritmica vera e propria, basso e batteria, e a volte quando c’é una melodia io la “raddoppio”, sì può dire che la tastiera suona le parti mancanti fondamentali e spesso durante un assolo di Roland io riproduco il riff della chitarra.

R: Infatti spesso mi chiedono:”Chi suona la chitarra ritmica mente tu fai un assolo?”

Vi ho fatto questa domanda perché suono la chitarra in un gruppo e visto che non c’é un secondo chitarrista a volte la parte sotto l’assolo potrebbe sembrare un po’ vuota.

R: Capisco, ma non avete il tastierista?

No.

R: Formazione a tre?

No, quattro

R: In questi casi il bassista dovrebbe fare di più, riempire i vuoti.

Magari col distorto.

R: Sì esatto, quello aiuta molto, però deve essere più alto di te (ride). Durante un assolo il basso potrebbe alzare il volume e cambiare suono. Alcuni mi dicono che quando faccio un assolo dal vivo il suono non é bello pieno, dicono che manca qualcosa.

é meno potente?

R: Sì, però per me va bene così, dal vivo non voglio riprodurre l’album al 100%, non sarebbe possibile neanche con due chitarre perché spesso in studio sovraincido 6, 8 o anche 10 tracce di chitarra.

Addirittura 10?

R: Sì sì, incido per ottenere un ottimo risultato e non voglio sentirmi limitato pensando a come suonerà il pezzo dal vivo, nonostante le varie parti di chitarra, alla fine dopo il mixaggio non si sentono molto le sovraincisioni, però comunque danno qualcosa in più. Sono delle aggiunte sullo sfondo, ho imparato a fare queste cose quando ero negli Helloween, anche loro non riescono a riprodurre dal vivo quello che suonano in studio, nonostante la presenza di due chitarre.

A: Dal vivo c’é anche qualcosa in più, il fatto stesso che é un concerto, che puoi ascoltare le canzoni dal vivo.

R: E poi c’é anche la componente visiva, vedi la band, mi vedi combattere con la chitarra quando suono un assolo e non pensi a dov’é un’altra chitarra, poi i volumi sono altissimi e non ti accorgi della mancanza di qualche particolare, invece se ascolti nello stereo un bootleg registrato in modo amatoriale spesso ti accorgi della mancanza di qualcosa e del suono più debole.

Ok, la bonustrack “Treasure world”…

R: L’hai già sentita?

No no, ho letto il titolo sulla custodia del promo.

R: Ah, infatti mi stavo chiedendo come facevi a conoscerla (ride).

é un pezzo dei Masterplan o é una cover?

R: é un pezzo nostro, l’ha scritta Jorn, non ci sono cover a parte un pezzo che c’era anche in un album degli Iron Savior, comunque ora suona totalmente diversa, é stata riscritta e anche il testo e nuovo, il titolo era “After the war”, mente nel nostro nuovo album si chiama “After this war”.

Avete girato un videoclip?

R: No, lo faremo, tra dieci giorni o settimana prossima.

Per quale canzone?

R: Mmm, il singolo…Back to my life…

A: Back for my life (ride)


Suonerete in qualche grande festival nel 2005? Wacken ad esempio.

R: Sì, al Rock Hard Festival in Germania, al Rock The Boat in Norvegia. Apetteremo per Wacken, non credo perché abbiamo suonato l’anno scorso però non si sa, quando esce un album e riscuote un buon successo gli organizzatori del festival decidono se chiamarti o no. Forse suoneremo anche qui visto che non abbiamo mai partecipato a un festival italiano.

Preferite suonare dal vivo o stare in studio a registrare?

R: Io amo suonare dal vivo, dopo qualche concerto la band si é scaldata bene e mi diverto moltissimo, non ho mai suonato in un gruppo come questo.

Quando hai iniziato a suonare?

R: Mmm, avevo 12 anni circa, i primi cinque anni impari molto velocemente, il primo e il secondo anno migliori così così e al terzo dici: “wow!”. Quando avevo 18/19 anni ero a un buon livello.

Ora c’é una domanda un po’ dolorosa forse, cosa pensi degli Helloween e della loro musica oggigiorno?

R: Beh, é uscito appena un album e non posso giudicare, comunque ho sentito qualche buona canzone. Posso dirti che Andy e Sasha hanno fatto un buon lavoro e il risultato finale non era male, però ora non seguo più quel genere.

 Ok, l’intervista finisce qui, grazie per la disponibilità. Ciao

R/A: Ciao

Intervista di  Mattia Berera

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