E' Tomas Haake, il folle batterista dei Meshuggah e persona veramente cordiale e disponibile a rispondere alle nostre domande sul loro nuovo album Catch 33 (trovate la recensioni sulle nostre pagine!). Ecco cosa ci ha raccontato!
Simone: Ciao Tomas! Tutto bene?
Thomas: Ciao Simone! Si grazie. E' tutto il giorno che faccio interviste ma sono sempre felice di parlare di un nostro lavoro!
S: Siete soddisfatti della produzione del disco?
T: Si certo. Abbiamo avuto completa libertà e abbiamo potuto concentrarci su ogni parte. Abbiamo lavorato molto sul suono, sui vari effetti da usare e ovviamente siamo stati molto precisi nella registrazione per avere un prodotto che ci soddisfacesse tutti. Credo che alla fine abbiamo raggiunto lo scopo e questo disco ci soddisfa in tutto e per tutto.
S: Quanto tempo avete speso per comporre e registrare questa canzone?
T: In totale 8 mesi tra composizione, registrazione, produzione e cura dell'artwork finale. Ce la siamo presa comoda per poter lavorare più accuratamente su tutto.
Lorenzo: Entrando nei contenuti del disco, da cosa siete partiti, quali idee ci sono dietro?
T: Siamo partiti da spunti musicali che già avevamo e da idee per i testi che già avevamo iniziato a mettere insieme, ma nulla di troppo preciso, si parla di aggressività, paradosso, metafisica …
S: Ci puoi parlare della copertina?
T: Certo. L'ho realizzata io e volevo far qualcosa di diverso dalle solite immagini che si trovano in giro, qualcosa di paradossale che rispecchiasse un pò il concept dell'album. Volevo fare qualcosa che usasse dei serpenti, mi sembravano adatti. E così ho lavorato su quest'immagine, coi 3 serpenti che si mangiano la coda a vicenda creando un cerchio..
S: E quali sono i concetti alla base del concept? E di chi è l'idea?
T: Il testo l'ho scritto con l'aiuto di Marten (Hagstrom, chitarrista del gruppo nda) e parla dell'essere umano, delle sue contraddizioni e delle sue negazioni.
L: Trovi che il rapporto tra testi e musica sia riuscito bene?
T: Il rapporto tra significato dei testi ed arrangiamento musicale non è statico, a volte le due cose vanno di pari passo, altre volte abbiamo creato tensione tra i due elementi, il concetto in senso lato è in comune, ma nei casi specifici le diversità sono diffuse.
L: Quando ho saputo che “Catch 33” è un disco composto di un’ unica canzone divisa in tredici capitoli sono rimasto un po’ sorpreso. Non temi che l’ ascoltatore possa deconcentrarsi e perdere alcune parti dei brani?
T: In effetti la cosa è molto probabile, ma non è determinante, è un po’ come vedere un film, anche se non è chiara ogni singola immagine il significato del film resta chiaro, lo si capisce lo stesso …
L: Dunque ritenete più importante che l’ascoltatore sia raggiunto dalle sensazioni?
Proprio così. Questo è un’ album sperimentale, anche se a dir la verità ogni album è per lo meno in parte sperimentale. Con “Catch 33” abbiamo cercato di andare oltre e ci siamo concentrati molto sulla trasmissione delle emozioni.
S: Perchè la divisone in 13 parti e non avete lasciato la canzone tutta unita come era successo per il minicd I?
T: Non è voluta da noi, ma la nostra etichetta voleva avere il prodotto diviso in capitoli. Molta gente vorrà ascoltare solo qualche pezzo invece che tutta la canzone e allora l'abbiamo divisa in 13 parti per evitare agli ascoltatori di dover cercare il pezzo che vuole sentire andando avanti e indietro sul cd. Però nonostante la divisione Catch 33 è una canzone sola e le tracce sono divisioni, si sensate, ma messe solo per la comodità.
S: Perchè l'idea di fare una canzone così lunga?
T: E' un esperimento che avevamo già in mente da diversi anni e che solo ora abbiamo capito che potevamo realizzare. Vedi, con le canzoni lunghe è più semplice e naturale approfondire certe idee, divagare verso altri lidi, evolversi insomma. Questo è solo un esperimento da studio, il prossimo album sarà più live-oriented.
S: Per cui non la farete mai dal vivo?
T: Forse ne faremo 7/8 minuti ma di sicuro mai in tutta la sua interezza. Vedi, le varie parti di chitarra sono assolutamente impossibili da ricordare, non è una questione di difficoltà tecnica ma solo di memoria. Buona parte del cd è nata mentre lo stavamo registrando. Le linee base erano pronte ma poi mentre venivano registrate le parti di chitarra lasciavano ampio spazio all'improvvisazione, per cui è difficile trovare 2 riff identici, ma solo continui piccoli cambiamenti di essi. Sarebbe veramente impossibile riuscire a ricordarsi una cosa così complessa.
L :Dove l’avete registrato?
T: Qui nel nostro studio.
L: Ah, così avete avuto tutto a vostra disposizione e nell’ordine che volevate.
T: Si, ogni cosa era al suo posto, così ci siamo trovati a nostro agio. In questo caso siamo co-produttori, ma siamo stati sempre coinvolti nel processo di produzione e la cosa ci sembra molto importante. Registrando nel nostro studio abbiamo sistemato tutto come meglio credevamo e siamo stati più tranquilli.
S: E perché hai deciso di usare una batteria elettronica?
T: Per convenienza. La canzone continua a cambiare e con essa anche le parti di batteria. Devi sapere che prima di registrare prepariamo i midi dei vari pezzi con già tutte le linee basi delle varie parti. Ma visto che mentre registravamo la canzone continuava a cambiare sarebbe stato impossibile dover imparare e registrare di volta in volta la batteria. E allora avendola già pronta in midi abbiamo deciso semplicemente di usare quella elettronica, per delle motivazioni pratiche.
L: Ma non avete mai avuto la sensazione di perdere qualcosa?
S: Per il discorso del feeling siamo riusciti a trovare un suono soddisfacente, poi bisogna aggiungere che siamo più compositori che strumentisti, la cosa non ci ha creato problemi.
S: E puoi dirmi qualcosa riguardo al vostro MCD I? Lo farete mai dal vivo?
T: Anche quello è stato un esperimento da studio. Ed è anche lui nato per la maggior parte durante le registrazioni, però lì ho usato la batteria acustica visto che era un cd più sul vecchio stile e richiedeva quel tipo di suono più vivo. Non credo che lo faremo mai dal vivo, era solo una cosa che ci andava di fare ed è un capitolo chiuso.
S: Hai accennato ad un nuovo album più live-oriented..ce ne puoi parlare?
T: Certo. Stiamo già lavorando su un nuovo album che sarà più diretto e studio per la dimensione live. Alcune parti sono già state registrate e buona parte è già stato composto. Come idea dovremmo pubblicarlo tra un'annetto ma dipende da quanto durerà questo tour, da quanto dureranno le registrazioni e così.. però in linea di massima entro un anno dovrebbe essere fuori.
S: Perché in questi ultimi anni avete fatto pochissimi concerti in Europa?
T: Non per nostro volere ma per colpa delle vendite e per cui perché gli agenzie di booking non ci hanno mai proposto dei tour in Europa. Ma ora le cose sembrano cambiate in meglio e faremo questo tour europeo da headliner sperando che abbia successo.
L: Conosci un po’ la scena metal italiana e cosa ne pensi?
T: Purtroppo è parecchio tempo che non passiamo da quelle parti, credo dal 1996 e per svariati motivi non siamo stati molto in contatto con l’ Italia, in questo periodo abbiamo fatto solo tour negli Stati Uniti , in oltre da noi non viene molto pubblicizzato quello che succede li.
S: Quanto hai studiato il tuo strumento?
T: In verità nessuno di noi ha mai frequentato scuole di musica o cose simili. Siamo tutti autodidatti. Abbiam sempre creduto che per formarsi uno stile personale bisognava studiare da se..e così abbiamo fatto. Suonare con musicisti preparatissimi è uno stimolo a migliorarsi e l'aver sempre osate andare oltre suonando partiture difficili ha fatto si che le nostre capacità tecniche aumentassero sempre di più.
S: Cosa ascolti di solito?
T: Veramente ascolto pochissima musica. Ho poco tempo per farlo e quando ho del tempo libero voglio rilassare un pò la mia mente. Però di solito ascolto tanta musica elettronica poi altre cose tipo Mars Volta, Tool, Tomahawk e cose simili.
S: Riuscite a vivere di musica?
T: Si, da circa 5 anni riusciamo a vivere solo di musica e questo è una benedizione perchè possiamo concentrarci al meglio su ciò che amiamo veramente fare.
L: Come si traduce questo nella vostra vita quotidiana?
T: Sicuramente è molto positivo, siamo tutti più rilassati, ora possiamo veramente dedicarci ai Meshuggah, ci spendiamo tutto il tempo.
L: Il fatto di avere uno studio proprio influisce in questo?
T: Non particolarmente, abbiamo deciso di comprare lo studio principalmente per noi, il fatto che qualche altra band lo utilizzi non influisce più di tanto proprio perché la cosa è poco frequente.
L: Credo che per un musicista non pensare alla musica sia praticamente impossibile, ma c’ è qualche interesse, magari esterno ad essa che vi influenza?
T: Come dici tu è impossibile non pensare alla musica ed infatti siamo sempre concentrati su essa (volenti o nolenti) 24 ore al giorno. Abbiamo anche altri interessi… auto, moto … a me piacciono i serpenti, ma per quanto riguarda l’ ispirazione poco o niente giunge da fuori, il più si crea quando ci troviamo tra di noi.
S: Parteciperete a qualche festival estivo tipo Wacken o Summer Breeze o così?
T: Si ma non ai 2 che hai citato tu. Suoneremo al Download Festival e al Rock Am Ring e forse uno in Italia ma non ne sono sicuro.
S: Ultima domanda. Ormai tutti i gruppi stanno preparando dei dvd..anche voi?
T: Eheh..è un'idea che abbiamo ma non abbiamo molto materiale da inserirvi..anzi non ne abbiamo proprio..ci piacerebbe ma ora siamo concentrati sulla promozione di Catch 33 e sulla scrittura del nuovo album per cui non abbiamo tempo di concentrarci anche su quello..ma un giorno..
S e L: Grazie mille della tua disponibilità!
T: Grazie a voi, è stato un piacere!
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