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Beholder

Line up:

Leanan Sidhe - vocals
Mark Vikar - keyboards / backing vocals
Patrik Wire - vocals
Ace Raven - bass
Mario Giannini - drums
Markus Mayer - Guitars
www.beholderofficial.com
 

Rispondo al telefono e dall’altro capo trovo la esaudiente e carina Valentina, in arte Leanan Sidhe voce femminile dei milanesi Beholder.

- AF: Bene, Valentina, cominciamo subito: raccontami qualcosa riguardo alla storia della band.

Valentina - Cercherò di essere più sintetica possibile, i Beholder esistono grossomodo da sei anni, dal 1998 il gruppo è un idea di Leonardo (Patrick Wire il Singer N.d.R.) che ha fondato insieme ad alcuni amici il gruppo, io sono entrata poco dopo la fondazione, comunque ci sono praticamente sempre stata.
Il gruppo ha registrato 3 demo, uno, del quale non andiamo molto fieri ed altri due che invece ci hanno aperto diverse porte, una su tutte nel 2000 il contratto per tre dischi con la Dragonheart Audioglobe che si è concluso proprio con Leathal Injection, il disco che ora stiamo promuovendo.


- AF: So che nella vostra storia avete sperimentato diversi tipi di suond, potresti dirmi qualcosa a proposito?

Valentina - Inizialmente il gruppo aveva un impronta prettamente Power Metal di tipo classico soprattutto per il primo disco “The Legend Begins”; il nostro secondo lavoro, “Wish For Destruction” invece è uscito molto più heavy, con riffs più pesanti, quasi oppressivi se rapportati ai suoni del primo capitolo, non è stata una scelta forzata, è stato tutto molto spontaneo, sentivamo di dover esprimerci in maniera più dura, e così è stato; Leathal Injection, è un ritorno alla melodia del primo disco accompagnata da influenze Power e molte sperimentazioni elettroniche di tastiera, a cura di mark il nostro tastierista, che è un vero e proprio creatore di suoni, in quanto la sua bravura non sta nella tecnica musicale, peraltro molto buona ma nella creatività del ricercare i suoni adatti a far rendere al meglio la parte che sta suonando, ad esempio all’inizio di “Mr. Grady” il primo singolo c’è un arpeggio fatto con un sintetizzatore!
Come detto prima noi cambiamo il nostro stile a seconda delle influenze che riceviamo, i nostri gusti musicali sono cambiati, anche ai tempi di “The Legend Begins” eravamo orientati verso un genere diverso dal Power classico ma siccome abbiamo avuto il contratto e sei mesi dopo siamo dovuti andare in studio, abbiamo preferito riadattare brani scritti nei due anni precedenti.
Negli ultimi tempi abbiamo abbandonato anche le orchestrazioni delle canzoni, non che non ci piacessero ma abbiamo preferito farlo fare ad altri ecco, abbiamo lasciato spazio alla sperimentazione come detto prima.


- AF: “Lethal Injection”, il vostro ultimo lavoro, è un concept album o sono tutte canzoni distinte e con tematiche separate e ben definite?

Valentina - “Leathal Injection” è una via di mezzo tra le due cose che hai detto, non è un vero concept come poteva essere considerato invece “Wish For Destruction”, ma tutti i pezzi hanno comunque un unico filo conduttore, vale a dire un viaggio nella follia dell’uomo, spesso anche omicida, da qui anche il tributo a Stephen King, amatissimo da Leonardo, ed il suo Shining, omaggiato con i primi due pezzi: “Overlook Hotel” e “Mr. Grady”.

-AF: Nella vostra storia del gruppo avete avuto tanti cambi di line-up, anche ora suonate non con un batterista ma con un session drummer potresti spiegarmi il perche di questi cambi?

Valentina - Beh il discorso è semplice, più un gruppo va avanti e più si evolve, e così anche i Beholder, i cambi sono dovuti a diversità disparate come i punti di vista sul genere musicale.
A pochi mesi dalla registrazione di “Leathal Injection” ci siamo trovati senza batterista ed allora abbiamo pensato subito a Mario Giannini che tra l’altro per noi non è uno sconosciuto, è stato il primo batterista della band e lo consideriamo un ottimo musicista, nel frattempo lui ha suonato con i node ed altri gruppi, insegna anche batteria quindi…
Alla fine del tour di “Leathal Injection” decideremo sul da farsi.

-AF: E’ vero che diversi componenti della band sono molto richiesti per collaborazioni?

Valentina - Si in effetti siamo molto impegnati anche con le collaborazioni, io e Leonardo abbiamo cantato come coristi in due dischi dei Domine, io ho cantato anche un pezzo come voce solista, e Mark Vikar è stato richiesto dai Node per il tour di “Das Kapital”.

-AF: So che tu hai un altro progetto musicale oltre ai Beholder, potresti parlarmene?

Valentina - Si, con piacere: si tratta del progetto “Iridio”, la musica che suoniamo è un genere strano che mischia la musica celtica alla elettronica.
Nel progetto siamo in due, io che sono la voce e Franz che suona tutti gli strumenti del disco, anche se ci sono alcuni ospiti tra i quali una suonatrice di arpa, un violinista, flauti, oboe e mandolino, tra l’altro in un pezzo la chitarra acustica è suonata da Leonardo.
Oltre al progetto iridio, ho cantato in diversi pezzi dance sperimentale.


-AF: Sono rimasto piacevolmente sorpreso da una voce che al primo ascolto mi è sembrata familiare, la voce in questione è quella di Roberto Tiranti che canta insieme a Leonardo un pezzo, come mai questa scelta?

Valentina - Quando Leonardo ha scritto “Far Away” abbiamo pensato di comune accordo vista la taratura del pezzo che è una ballata, di farla cantare a un altro invece che a me, e la scelta è caduta subito su Roberto che ha una voce molto particolare e adatta a una sonorità del genere; tra l’altro lui è stato anche maestro di canto di Leonardo e non è stato difficile convincerlo, quando gli abbiamo proposto il pezzo, ha subito accettato, ed è sembrato molto soddisfatto del risultato.

- AF: Il vostro lavoro musicale vi consente di vivere di sola musica o avete tutti un lavoro?

Valentina - Ci farebbe comodo, purtroppo è un sogno che credo condividiamo con quasi tutte le band della scena minore e tutte le band Underground, penso che in Italia le sole band metal che possono forse vivere di musica siano Labirinth e Rhapsody.
E’ anche vero che ci sono troppe band che aspirano a diventare professioniste che non sanno nemmeno cosa sia la qualità; voglio dire, se un gruppo fa ottima musica ma non sfrutta i suoni ed ha una produzione indecente non avrà mai successo perché i discografici sono abituati a produzioni anche caserecce realizzate in una certa maniera, quindi cestinerebbero il demo subito!
Tante volte è capitato anche a me di ricevere dei demo da ascoltare da gruppetti locali, alcuni erano non erano male ma la maggior parte di essi era registrata talmente male da non distinguere nemmeno gli strumenti, e questo non giova di sicuro al mercato che si satura di aspiranti band professioniste o semi professioniste a discapito della qualità di tutte e più passa il tempo più ci saranno band in giro e più i discografici affineranno il loro palato.

- AF: Cosa ne pensi della scena Italiana attuale?

Valentina - Ultimamente non seguo molto le bands italiane, specialmente quelle underground, ascolto Labirinth, Vision Divine e Domine; altri gruppi hanno mollato anche molto validi, scoraggiati dagli scarsi riscontri e dagli sforzi richiesti. Attualmente i miei ascolti sono rivolti verso due band straniere, nel mio lettore girano “Soundtrack to Your Escape” degli InFlames e “Once” dei Nightwish.

-AF: E’ stato un piacere, Grazie e auguri per il tour e per il disco!

Valentina - Grazie anche per me è stato un piacere e… Alla prossima

Intervista di  Alessandro “James” Fumasoni

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