Rispondo al telefono e dall’altro capo trovo la esaudiente e carina
Valentina, in arte Leanan Sidhe voce femminile dei milanesi Beholder.
- AF: Bene, Valentina, cominciamo subito: raccontami qualcosa riguardo
alla storia della band.
Valentina - Cercherò di essere più sintetica possibile, i
Beholder esistono grossomodo da sei anni, dal 1998 il gruppo è un idea
di Leonardo (Patrick Wire il Singer N.d.R.) che ha fondato insieme ad
alcuni amici il gruppo, io sono entrata poco dopo la fondazione,
comunque ci sono praticamente sempre stata.
Il gruppo ha registrato 3 demo, uno, del quale non andiamo molto fieri
ed altri due che invece ci hanno aperto diverse porte, una su tutte nel
2000 il contratto per tre dischi con la Dragonheart Audioglobe che si è
concluso proprio con Leathal Injection, il disco che ora stiamo
promuovendo.
- AF: So che nella vostra storia avete sperimentato diversi tipi di
suond, potresti dirmi qualcosa a proposito?
Valentina - Inizialmente il gruppo aveva un impronta prettamente
Power Metal di tipo classico soprattutto per il primo disco “The Legend
Begins”; il nostro secondo lavoro, “Wish For Destruction” invece è
uscito molto più heavy, con riffs più pesanti, quasi oppressivi se
rapportati ai suoni del primo capitolo, non è stata una scelta forzata,
è stato tutto molto spontaneo, sentivamo di dover esprimerci in maniera
più dura, e così è stato; Leathal Injection, è un ritorno alla melodia
del primo disco accompagnata da influenze Power e molte sperimentazioni
elettroniche di tastiera, a cura di mark il nostro tastierista, che è un
vero e proprio creatore di suoni, in quanto la sua bravura non sta nella
tecnica musicale, peraltro molto buona ma nella creatività del ricercare
i suoni adatti a far rendere al meglio la parte che sta suonando, ad
esempio all’inizio di “Mr. Grady” il primo singolo c’è un arpeggio fatto
con un sintetizzatore!
Come detto prima noi cambiamo il nostro stile a seconda delle influenze
che riceviamo, i nostri gusti musicali sono cambiati, anche ai tempi di
“The Legend Begins” eravamo orientati verso un genere diverso dal Power
classico ma siccome abbiamo avuto il contratto e sei mesi dopo siamo
dovuti andare in studio, abbiamo preferito riadattare brani scritti nei
due anni precedenti.
Negli ultimi tempi abbiamo abbandonato anche le orchestrazioni delle
canzoni, non che non ci piacessero ma abbiamo preferito farlo fare ad
altri ecco, abbiamo lasciato spazio alla sperimentazione come detto
prima.
- AF: “Lethal Injection”, il vostro ultimo lavoro, è un concept album o
sono tutte canzoni distinte e con tematiche separate e ben definite?
Valentina - “Leathal Injection” è una via di mezzo tra le due
cose che hai detto, non è un vero concept come poteva essere considerato
invece “Wish For Destruction”, ma tutti i pezzi hanno comunque un unico
filo conduttore, vale a dire un viaggio nella follia dell’uomo, spesso
anche omicida, da qui anche il tributo a Stephen King, amatissimo da
Leonardo, ed il suo Shining, omaggiato con i primi due pezzi: “Overlook
Hotel” e “Mr. Grady”.
-AF: Nella vostra storia del gruppo avete avuto tanti cambi di line-up,
anche ora suonate non con un batterista ma con un session drummer
potresti spiegarmi il perche di questi cambi?
Valentina - Beh il discorso è semplice, più un gruppo va avanti e
più si evolve, e così anche i Beholder, i cambi sono dovuti a diversità
disparate come i punti di vista sul genere musicale.
A pochi mesi dalla registrazione di “Leathal Injection” ci siamo trovati
senza batterista ed allora abbiamo pensato subito a Mario Giannini che
tra l’altro per noi non è uno sconosciuto, è stato il primo batterista
della band e lo consideriamo un ottimo musicista, nel frattempo lui ha
suonato con i node ed altri gruppi, insegna anche batteria quindi…
Alla fine del tour di “Leathal Injection” decideremo sul da farsi.
-AF: E’ vero che diversi componenti della band sono molto richiesti per
collaborazioni?
Valentina - Si in effetti siamo molto impegnati anche con le
collaborazioni, io e Leonardo abbiamo cantato come coristi in due dischi
dei Domine, io ho cantato anche un pezzo come voce solista, e Mark Vikar
è stato richiesto dai Node per il tour di “Das Kapital”.
-AF: So che tu hai un altro progetto musicale oltre ai Beholder,
potresti parlarmene?
Valentina - Si, con piacere: si tratta del progetto “Iridio”, la
musica che suoniamo è un genere strano che mischia la musica celtica
alla elettronica.
Nel progetto siamo in due, io che sono la voce e Franz che suona tutti
gli strumenti del disco, anche se ci sono alcuni ospiti tra i quali una
suonatrice di arpa, un violinista, flauti, oboe e mandolino, tra l’altro
in un pezzo la chitarra acustica è suonata da Leonardo.
Oltre al progetto iridio, ho cantato in diversi pezzi dance
sperimentale.
-AF: Sono rimasto piacevolmente sorpreso da una voce che al primo
ascolto mi è sembrata familiare, la voce in questione è quella di
Roberto Tiranti che canta insieme a Leonardo un pezzo, come mai questa
scelta?
Valentina - Quando Leonardo ha scritto “Far Away” abbiamo pensato
di comune accordo vista la taratura del pezzo che è una ballata, di
farla cantare a un altro invece che a me, e la scelta è caduta subito su
Roberto che ha una voce molto particolare e adatta a una sonorità del
genere; tra l’altro lui è stato anche maestro di canto di Leonardo e non
è stato difficile convincerlo, quando gli abbiamo proposto il pezzo, ha
subito accettato, ed è sembrato molto soddisfatto del risultato.
- AF: Il vostro lavoro musicale vi consente di vivere di sola musica o
avete tutti un lavoro?
Valentina - Ci farebbe comodo, purtroppo è un sogno che credo
condividiamo con quasi tutte le band della scena minore e tutte le band
Underground, penso che in Italia le sole band metal che possono forse
vivere di musica siano Labirinth e Rhapsody.
E’ anche vero che ci sono troppe band che aspirano a diventare
professioniste che non sanno nemmeno cosa sia la qualità; voglio dire,
se un gruppo fa ottima musica ma non sfrutta i suoni ed ha una
produzione indecente non avrà mai successo perché i discografici sono
abituati a produzioni anche caserecce realizzate in una certa maniera,
quindi cestinerebbero il demo subito!
Tante volte è capitato anche a me di ricevere dei demo da ascoltare da
gruppetti locali, alcuni erano non erano male ma la maggior parte di
essi era registrata talmente male da non distinguere nemmeno gli
strumenti, e questo non giova di sicuro al mercato che si satura di
aspiranti band professioniste o semi professioniste a discapito della
qualità di tutte e più passa il tempo più ci saranno band in giro e più
i discografici affineranno il loro palato.
- AF: Cosa ne pensi della scena Italiana attuale?
Valentina - Ultimamente non seguo molto le bands italiane,
specialmente quelle underground, ascolto Labirinth, Vision Divine e
Domine; altri gruppi hanno mollato anche molto validi, scoraggiati dagli
scarsi riscontri e dagli sforzi richiesti. Attualmente i miei ascolti
sono rivolti verso due band straniere, nel mio lettore girano
“Soundtrack to Your Escape” degli InFlames e “Once” dei Nightwish.
-AF: E’ stato un piacere, Grazie e auguri per il tour e per il disco!
Valentina - Grazie anche per me è stato un piacere e… Alla
prossima
Siamo alla ricerca di un nuovo addetto per la sezione DEMO, gli interessati possono contattare lo staff di Holy Metal, nel frattempo la sezione demo rimane temporaneamente chiusa.