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Soultakers

Line up:

Dino Brentali - Vocals
Francesca Badalini - Guitars
Federica Badalini - Piano
Andrea Grumelli - Bass and Stick
Mauro De Brasi - Drums
Jari Pilati - Violin
www.soultakers.net
 

Dopo il successo di Tides e dopo aver assistito in più occasioni a performance live dei Soultakers, finalmente abbiamo la possibilità di rivolgere qualche domanda alle ragazze e fondatrici della band: le sorelle Francesca e Federica.
Ecco quanto ci hanno raccontato:

Mi racconti la storia della band.....
La band si è formata verso la fine degli anni ’90. Dopo vari cambi di line up abbiamo registrato il nostro primo promo“Through the Silence of Words”(2002). La formazione attuale è stata completata nel 2004, con il ritorno di Dino, il nostro cantante degli esordi. Sempre nel 2004 abbiamo firmato il contratto con la Northwind Records ed abbiamo registrato il nostro primo full length, Tides, uscito nell’Aprile 2005. Attualmente stiamo lavorando al nostro secondo cd, la cui uscita è prevista per fine 2006

Come siete arrivati a questo tipo di sound e come lo definiresti?
Diciamo che il nostro è un metal caratterizzato da una forte presenza di musica classica ottocentesca, un po' di prog e venature dark…
Il nostro stile si è sviluppato piuttosto naturalmente. Io e mia sorella venivamo dalla musica classica, per cui, senza porci limiti o pianificare il sound che avrebbe dovuto avere la nostra band, abbiamo portato il nostro back ground nel progetto musicale.
Anche l'idea dell'inserimento del pianoforte, nata in apparenza casualmente, credo che sia in realtà frutto di questo.

Il vostro album ha avuto un buon responso almeno da parte della critica, come l'ha accolto il pubblico?
Bene, molto bene direi. Siamo sempre molto contenti quando riceviamo e-mail di persone che l’hanno comprato (o masterizzato! Ah ah) e ne sono rimaste colpite.

Puoi esporre i contenuti di Tides ai nostri lettori?
Credo che Tides sia un album abbastanza ricco di sfumature…ci sono canzoni piuttosto potenti, altre in cui è la vena teatrale ad emergere ed altre più intimiste, con il pianoforte, il violino ed il violoncello in prima linea. Abbiamo cercato di ottenere un sound morbido e cupo allo stesso tempo.

Come fate a proporre un sound così articolato anche in sede live, riscontrate dei problemi?
Ogni tanto…gli inconvenienti tecnici sono sempre in agguato e, col nostro tipo di musica, se l’equilibrio tra gli strumenti non è azzeccato, molte cose si perdono o si impastano…diciamo che cerchiamo di dare comunque il meglio senza deprimerci anche nelle situazioni live più disagiate: e in Italia, a livello undergound, capita veramente di tutto: suonare senza spie, in locali piccolissimi, con fonici che a volte tentano esperimenti degni di Frankenstein collegando uscite amplificate degli strumenti tra di loro…

Di quali tematiche si occupano i vostri testi?
Varie…si passa da riflessioni sull’incomunicabilità, sulla sensazione di solitudine o di infinito che a volte pervade l’uomo, a canzoni nate da uno spunto letterario, come Blind Dreamers, il cui testo è una libera rielaborazione del monologo di Macbeth

Attualmente siete concentrati solo sulla promozione di Tides con relative date dal vivo oppure avete già iniziato a preparare pezzi nuovi?
Per un periodo abbiamo privilegiato la dimensione live, anche per promuovere l’album, ma al momento la nostra priorità è concentrarci sui nuovi pezzi. Ne abbiamo già pronti cinque. Il processo di sviluppo delle nostre idee musicali purtroppo tende a protrarsi un po' a lungo…per cui, a parte qualche concerto e la composizione ed esecuzione dal vivo di qualche colonna sonora per film muti (A proposito, l'8 novembre suoneremo al cinema Iris di Piacenza la partitura da noi composta per "La corazzata Potemkin"), sentiamo il bisogno di metterci tutte le nostre energie.

Quali pezzi preferisci di Tides e perché?
Immagino che tu sappia che questa è una domanda difficilissima! Non so davvero cosa risponderti, anche perché le canzoni si portano dietro uno strascico di sensazioni legate al periodo in cui sono state composte e non solo.
E poi, anche quando mi capita di avere una preferenza per una nostra canzone (di solito mi accade per quella composta più recentemente) molto spesso cambio idea in breve tempo. Posso dirti che tra i membri del nostro gruppo le più gettonate sono forse The Fakest Jest, Tides, Bitter and Unsaid, My Infinite e Blind Dreamers.

Da dove vi è venuta l'idea di aggiungere un violino nel vostro sound? Decisamente è uno strumento atipico, ma trovo che faccia dei Soul Takers qualcosa di ancora più particolare.
Aggiungere il violino al nostro gruppo è stato da sempre un nostro sogno. Faceva parte della nostra ricerca di rendere una certa atmosfera che rappresentasse il nostro sentire musicale. Ed è stato fantastico per noi trovare un violinista che non fosse un session, ma fosse veramente interessato alla nostra musica.
Poi ci siamo resi conto che era meglio non avere uno strumento inutile nel gruppo, ma ormai era troppo tardi, come potevamo mandarlo via?

Com'è avvenuta la registrazione del video di Tides?
In modo molto semplice: per mancanza di tempo e di budget abbiamo deciso di affidare l’efficacia del video alle riprese vorticose e poetiche di Paolo Lipari e all’inserimento di sequenze da lui scelte, a mio parere molto belle (lo so che sono di parte!), tratte dai film muti. Nell’insieme l’obiettivo era quello di dare l’impressione appunto di questa “marea” (tide) che avvolge tutto.
Per cui abbiamo mimetizzato il palco di un locale lombardo, reso ancora più irriconoscibile dal tipo di inquadrature utilizzate (non volevamo fare uno pseudo live, ma lasciare il più possibile indefinito il luogo in cui si svolgeva il video) ed abbiamo semplicemente suonato, mentre Paolo ci riprendeva.

Quali sono le vostre influenze? E cosa ascolti solitamente?
I principali gruppi che da sempre ascoltiamo sono Helloween, Queenryche, Savatage, Angra, Megadeth, Dream Theatre, Pain of Salvation, Conception, Nevermore…
Ultimamente purtroppo, per via di come è organizzata la mia giornata, non riesco ad ascoltare molta musica.

Come definiresti la scena metal odierna, specialmente quella italiana?
Mah…una scena in un periodo di trasformazione, di cambiamento. Non so se questo porterà alla morte del metal o ad una evoluzione…quello che mi sembra è che la scena sia, almeno in parte satura e che al gente cominci ad aver voglia qualcosa di diverso. Eppure, nello stesso tempo, credo che i grandi gruppi del passato saranno capaci di colpire ancora per parecchie generazioni.

Hai altro da aggiungere?
Ringrazio infine Paolo, Rig e tutto lo staff di Holy Metal e tutti i lettori.
Vi invito inoltre a passare a trovarci sul nostro sito www.soultakers.net!

Intervista di  Paolo Manzi

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