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Shoreborn

Line up:

Paolo Pieri - chitarra e voce
Emanuele Giraldo - chitarra
Emiliano Natali - basso
Marco Scarino - batteria e percussioni
www.shoreborn.com
 

Tutto è cominciato con una mail inviatami da Emiliano, bassista degli Shoreborn, in cui mi si chiedeva se fosse possibile organizzarsi per un’intervista. Conoscendo il gruppo perché recensito dalla sottoscritta e raccomandato caldamente a vari amici, ho colto al volo questa opportunità ed ho proposto ad Emiliano un’intervista telefonica al posto della solita, formale intervista via mail. Il risultato è stato a dir poco stupefacente, come potrete facilmente vedere dalla trascrizione riportata qui sotto, sia per l’incredibile personalità del mio interlocutore, sia perché quanto è risultato è molto di più di un semplice file informativo su una band…una lezione per tutti i recensori, dal punto di vista di chi ci sottopone i propri lavori!!!!

Per cominciare, presenta brevemente gli Shoreborn ai lettori di Holymetal.
Vediamo…gli Shoreborn sono un gruppo death metal con molte influenze, che vanno dall’heavy metal classico al death melodico, passando per la musica classica. In generale direi che non c’è una regola, ognuno di noi ascolta vari generi…
Sì ma stiamo divagando…era solo una domanda introduttiva!!!
Ah scusa…allora diciamo che sono un gruppo di metal estremo, tanto per non categorizzare, formato da quattro elementi…e che altro…beh, se non sapete chi sono gli Shoreborn fate male ahahahahaha!!!

Come definiresti il genere musicale che fate?
“Metal estremo melodico e aperto a molte influenze”! (chiaro e conciso, n.d.a)

Parliamo di Create Don’t Be A Slave : concept e liriche
Innanzitutto terrei a precisare che non si tratta di un vero e proprio concept, perché le canzoni sono legate tra loro solo vagamente. La titletrack parla dell’importanza di non essere omologati, di restare sé stessi, perché l’interiorità conta più di ciò che appare. Nel mondo della musica, oggi si da’ molta importanza alla produzione, e si dimentica che quello che conta veramente sono le note, è nelle note che risiede il vero genio. Prendiamo ad esempio Mozart: i suoi spartiti sono stati eseguiti e continueranno ad essere eseguiti da chissà quante orchestre diverse, ma gli spartiti sono solo la forma, quello che è davvero importante sono le note. E’ da questo secondo me che bisognerebbe giudicare i gruppi: considerare la musica, ascoltare e riascoltare una canzone più volte, e se la canzone non comunica niente, vuol dire che il gruppo ha fallito.
Ma anche voi avete presentato un mini cd prodotto egregiamente…
Infatti, abbiamo dovuto registrare bene per business, perché altrimenti nessuno ci avrebbe mai prestato attenzione, ma questo non è giusto. Un musicista dovrebbe concentrarsi solo sulla musica, creare, creare, creare! Le circostanze attuali invece costringono il musicista a trasformarsi anche in fonico,o in tecnico, a discapito della qualità della composizione. Ma sto divagando…dove eravamo arrivati?
Alle liriche di Create Don’t Be A Slave!
Ah sì sì!!! Dunque, nella prima canzone, “Hatespring”, le liriche sono state scritte da Paolo, che si è ispirato al romanzo “I Masnadieri” di Schiller; il testo parla del farsi giustizia da se’, senza aspettare la provvidenza divina, un tema molto introspettivo. “Create Don’t Be A Slave”, come ti dicevo prima, parla dell’importanza di essere se’ stessi, perché, come recita il testo, “qualcuno da qualche parte crederà in quello che fai”. Fuori di metafora, bisogna scrivere e comporre quello che ci si sente senza essere vincolati dalle mode -ci è stato detto che il death metal melodico “è passato di moda”-, dal business, dalla forma più che dalla sostanza.
“Blood Irrigator” racconta invece la storia di una serial killer che irriga un campo con il sangue delle sue vittime, è un incrocio tra horror e introspezione. La protagonista vede uno spaventapasseri in mezzo al campo, ed è a disagio perché si sente giudicata: lo spaventapasseri rappresenta la coscienza, e il fatto che, in ultimo, siamo noi stessi a giudicarci. Poi c’è “Withered”, che parla della caducità dell’esistenza con toni gotico-classici, della vita che sfugge inesorabilmente. Per finire, “Leech Man” affronta il tema dell’uomo sanguisuga, una persona che sembra affidabile e invece in realtà vuole solo sfruttarti…direi che è un pezzo autobiografico, perché si riferisce ad un’esperienza che ho vissuto personalmente!
Vorrei aggiungere qualcosa sul nostro modo di comporre: generalmente noi creiamo le canzoni col pc in formato di file midi, quindi ognuno a casa sua, poi le portiamo in sala prove, dove iniziamo a suonarle e dove ognuno di noi aggiunge qualche tocco personale.

Qual è la tua canzone preferita dell’album e perché?
Uhm fammici pensare…direi “Blood Irrigator”, perché…perché l’ho scritta io ovviamente!!! No dai scherzo, secondo me è un pezzo molto heavy, con atmosfere molto suggestive create dalle tastiere, che gli conferiscono un’aria direi quasi sognante. In più, ha un buon impatto in sede live, anche se devo ammettere che quella che ne ha di più è “Hatespring”…
E “Create Don’t Be A Slave” prende?
Beh sì anche quella…per alcuni è la migliore, perché ha un inizio particolare -che poi è un riff alla Dark Tranquillity…-e un giro di basso inusuale nella musica metal.
In generale, direi che la canzone che piace di più dal vivo è “Hatespring”, seguita da “Create Don’t Be A Slave” e da “Blood Irrigator”!

Hai letto la recensione di Create Don’t Be A Slave pubblicata su Holymetal? Che ne pensi?
Certo che l’ho letta! Molte cose sono scritte bene (grazie, n.d.a.) e condivido, ma non sono d’accordo sul fatto che per giudicarci meglio serva altro materiale: un recensore dovrebbe capire che produrre un demo -ma io il nostro lo definirei un mini-cd- ha un suo costo, noi ad esempio abbiamo speso un sacco di soldi tra la registrazione, la benzina per andare in studio, le stampe delle copertine con tanto di libretto! Se i responsi poi sono positivi, è possibile andare avanti, altrimenti i gruppi finiscono nel vuoto.
Il problema, poi, sta nel fatto che si giudica troppo la produzione, e troppo poco le idee: se presenti un demo registrato male, alcuni te lo stroncano subito, mentre altri, soprattutto in ambiente black, lo osannano perché “fa tanto underground”. Nel nostro caso, il prodotto è presentato bene, ma l’errore che fanno molti è di considerarlo un punto d’arrivo, nonostante si tratti comunque di un demo registrato in poche ore, e come demo non è qualcosa di definitivo, ma di migliorabile, logicamente inferiore al prodotto di gruppi grossi che possono permettersi di passare sei mesi in studio! Insomma, nonostante Create Don’t Be A Slave sia prodotto bene, si tratta pur sempre di un demo, e come tale va giudicato: per questo motivo non condivido il voto che ci hai messo, perché un sette mi sembra davvero riduttivo!
Ad essere sincera, non avevo mai riflettuto su questo aspetto così approfonditamente, per cui ora ne prenderò atto e spero che anche i miei colleghi e chiunque leggerà questa intervista faccia altrettanto…
Bene, è una gioia per me che gli errori commessi nei nostri confronti possano far stare bene altri…mamma mia quanto sono altruista ah ah ah!!!

Come hai conosciuto il nostro sito?
Ad essere sincero non mi ricordo, ma credo che o io o qualcuno del mio gruppo l’abbiamo trovato grazie a un motore di ricerca. Devo dire che è un bel sito! Però sai, non mi stancherò mai di dire che mandare un demo a un sito è un po’ come giocare una partita ai calci di rigore…puo’ essere osannato, ma puo’ anche essere stroncato. E’ difficile trovare un giudizio veramente oggettivo, e questa non è un’obiezione che muovo al tuo sito, ma piuttosto una critica generalizzata.
Eh sì, l’oggettività nelle arti è difficile, se non impossibile, da trovare…
Certo, se non si puo’ evitare la soggettività, almeno abbiate cura di effettuare almeno tre ascolti per ciascun demo…
Per quanto mi riguarda, lo faccio già eh eh!!!

Quali sono i vostri progetti per il futuro?
Mi aspettavo questa domanda…mi raccomando scrivi che me l’aspettavo!
Allora, innanzitutto inserirci in un ambiente più grosso, vale a dire, fare concerti al di fuori della nostra zona. Se non riusciremo a trovare i contatti ci affideremo a un’agenzia, vedremo… In secondo luogo, comporre nuove canzoni, e poi speriamo infine in un buon contratto discografico -e non un “contratto- fregatura”, di quelli dove sei pagato poco e prendi una percentuale minima sul ricavo delle vendite!

Hai qualcosa da aggiungere che non ti è stato chiesto?
Fammi pensare…grazie per l’intervista, ovviamente, e se ne avete occasione comprate il nostro demo o procuratevi qualche mp3 su internet…fatelo, perché ne vale la pena!!! Che dici, sono bravo a fare promozione? Quando dico queste cose mi pare di essere un’educanda ahahahahaha!!!
E poi, ovviamente, create, non siate MAI degli schiavi!!!!

Intervista di  Tiziana Ferro

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