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Domine

Line up:

Morby – Voce
Enrico Paoli – Chitarra
Riccardo Paoli – Basso
Riccardo Iacono – Tastiere
Stefano Bovini - Batteria
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Cari amici di Holy Metal eccomi qui pronto, nonostante una calura infernale, la polvere che ormai sta diventando parte integrante del mio organismo e delle zanzare che sembrano quasi delle batterie contraeree, a scambiare quattro chiacchiere con uno dei gruppi che ha letteralmente infiammato il “folto” pubblico di questa seconda giornata del Gods Of Metal. Sto parlando dei Domine, una band che, grazie al suo stile musicale senza fronzoli e barocchismi ed al suo modo di presentarsi in sede live, è diventata ormai una delle realtà più solide della scena metal italiana.

Donato: Ciao ragazzi. Per cominciare questa splendida chiacchierata vorrei sapere qual è stato, a Vostro parere, il punto più alto della Vostra carriera, quello che Vi ha dato più soddisfazione.

Domine: Anche se potrebbe apparire scontato, il punto più alto della nostra carriera è stato quando siamo rientrati in studio l’anno scorso per produrre il nuovo album. Può sembrare strano, ma è un lavoro che ti costa talmente tanto lavoro e tante energie che alla fine, quando lo senti, ti rendi conto che è l’unica ragione per cui vale lavorare ed impegnarsi.. succede così ad ogni disco che facciamo: ogni volta ci sembra sempre migliore del precedente. Invece ciò che non sopportiamo è la routine: questo può succedere quando entri in sala di registrazione senza avere un progetto iniziato. Molto spesso accade che, quando inizia la carriera di un gruppo, tutto quello che succede tu lo possa considerare grandioso: poi però accade che, col passare del tempo, tu perda di vista gli obiettivi che ti eri posto, ed allora rischi di farti schiacciare dalla consuetudine. È tutto ciò non è positivo. Diciamo che uno dei momenti più belli è accaduto oggi durante l’esecuzione di “The Messenger”, quando il pubblico ha accompagnato cantando e battendo le mani ogni singola nota del brano: questo è stato uno dei momenti della mia carriera che apprezzerò maggiormente perché dimostra che, anche se il pezzo è nuovo e non è ancora uscito, siamo riusciti, durante l’esecuzione del pezzo, a comunicare qualcosa.

Parlando del nuovo album, ho notato che avete cercato di variegare la Vostra proposta musicale inserendo delle sonorità che, in parte, esulano dal cliché del genere Power.

Per quanto riguarda il fatto di aver cambiato stile posso dire che, nonostante noi abbiamo sin dagli esordi un nostro stile, abbiamo cercato di fare un buon album album che rispecchiasse il nostro stile ma che non fosse identico ai precedenti. Questo non significa che abbiamo stravolto completamente il nostro stile: diciamo che abbiamo cercato di renderlo un po’ più variegato. Abbiamo cercato di inserire degli elementi che rispecchiassero i generi musicali che ci piacciono, dall’Hard Rock al Rock’n’Roll. Anche se noi siamo un gruppo Metal ci rendiamo perfettamente conto che ci sono dei gruppi storici come Queen, Black Sabbath, Led Zeppelin e Kansas da cui non si può prescindere. Ed è per questo che abbiamo cercato di inserire nella nostro sound degli elementi che ricordassero quei gruppi.

Mi dareste un Vostro parere sulla scena metal italiana ed europea odierna?

Considerando la scena metal italiana diciamo pure che c’è sempre un rapporto di amore-odio, dato che ci sono e ci sono stati dei gruppi che è limitativo definire grandiosi ma che non sono riusciti e non riescono a venir fuori come in altre realtà musicali. Insomma anche se ci sono degli artisti molto validi non c’è mai stata una vera e propria esplosione della scena musicale italiana. Per fortuna in questi ultimi anni ci sono gruppi come i Lacuna Coil ed i Rhapsody che stanno riuscendo ad ottenere dei riconoscimenti anche in ambito europeo e mondiale. E questo è un buon viatico per far sì che la scena musicale italiana cominci a crescere. A livello europeo c’è un momento di stanca: ogni tanto ci sono dei buoni gruppi che riescono ad emergere, ma sono pur sempre casi isolati. Diciamo che ormai non potranno più nascere quei filoni, come il Thrash ed il Power tedesco o la musica estrema scandinava, che hanno per anni influenzato la scena musicale europea e mondiale.

In questo nuovo album ci sarà ancora l’aspetto Fantasy oppure vi rivolgerete verso altre tematiche?

Più che abbandonare l’elemento Fantasy abbiamo cercato di limitare i riferimenti letterari, cambiando il loro aspetto e diversificandoli. Questo nuovo album ha delle tematiche molto reali rivestite però di una veste molto poetica ed epica. Possiamo affermare che, anche chi non ama il genere Metal, potrà trovare interessante il nostro nuovo album, dato che al suo interno potrà trovare una miscela di vari generi musicali. Questo album è stato creato in piena libertà, abbiamo scavato nel nostro passato per tirare fuori quegli elementi che fanno parte del nostro Dna musicale ma che finora non avevamo mai utilizzato. Insomma, in questo album abbiamo suonato ciò che ci piaceva e ci piace suonare, senza alcun condizionamento esterno.

C’è un pezzo dei Domine o di qualche latra band di cui avete fatto parte che trovate imbarazzante eseguire dal vivo?

Anche se ci fa male affermarlo, nell’album nuovo c’è un pezzo intitolato “Sky Rider” che è davvero imbarazzante. Abbiamo deciso di inserirlo perché ci piaceva, dato che è un pezzo “Happy” al 100%, ma effettivamente è davvero imbarazzante.

Questa seconda giornata del Gods è dedicata al metal italiano: secondo Voi è un omaggio al metal italiano oppure è una sorta di ghettizzazione della scena italiana?

Il fatto che questa giornata sia dedicata interamente al metal italiano ci fa molto piacere. Francamente non abbiamo considerato il fatto che si potesse trattare di una sorta di ghettizzazione musicale, dato che, durante il nostro show, la gente si è alzata in piedi, è venuta sotto il palco ed ha cantato a squarciagola tutti i pezzi. Questo dimostra che, per chi è venuto oggi a vedere il concerto, è stato un bene che ci sia stata la giornata dedicata al metal italiano. Chiaramente se i gruppi che hanno suonato oggi fossero stati inseriti in un bill come quello di ieri in cui c’erano come Headliner i Venom, o di domani o domenica in cui suoneranno gli Whitesnake o i Guns’N’Roses, sicuramente avrebbero suonato molto prima ed avrebbero avuto uno spazio inferiore. Quindi diciamo che è meglio che ci sia stata una giornata dedicata agli italiani.

Parlando dell’attività live, come mai i Vostri concerti in Italia sono così rari? È dovuto a problemi di management o di location, o ci sono altri motivi?

Principalmente le difficoltà sono quelle di trovare dei luoghi abbastanza grandi da contenere la richiesta di biglietti per un nostro concerto, dato che, essendo cresciuta la nostra fama ed il seguito di pubblico, la richiesta di biglietti è sempre massiccia. Il problema in Italia è che, a parte i grandi festival, non ci sono molti spazi per poter organizzare un vero e proprio tour. Se vuoi suonare devi accettare di suonare in club molto piccoli e dall’acustica non eccellente. In questo maniera si sa già in partenza che non si potrà offrire uno spettacolo degno di tal nome.

Avete mai pensato di registrare un disco live che possa testimoniare l’energia che riuscite a trasmettere durante le Vostre esibizioni?

Registrare un album live è sempre stato uno dei nostri obiettivi. Infatti abbiamo registrato tutte le date del tour “Italian Attack” che abbiamo fatto con i Labyrinth per eventualmente utilizzarle per un nostro album live. il problema è che quando entriamo in studio per realizzare un album, preferiamo sempre pensare a del materiale nuovo e non prendiamo mai in considerazione la possibilità di utilizzare il materiale live che abbiamo raccolto per incidere un disco Live.

Molto spesso accade che nelle edizioni giapponesi dei Vostri album inserite delle bonus tracks: non sabbe il caso di pubblicarle tutte insieme per poterle regalare anche ai Vostri fans italiani ed europei?

Guarda, l’unico modo per poter fare questo sarebbe quello di pubblicare un mega Ep che possa contenerle tutte. Ma questa sarebbe solamente un’operazione commerciale e noi non siamo un gruppo commerciale.

Com’è stato ritornare a suonare dopo un anno d’assenza?

All’inizio eravamo un po’ nervosi, avevamo paura di essere un po’ arrugginiti, temevamo di sbagliare tutto. Poi appena abbiamo cominciato a suonare tutte le paure sono svanite e ce la siamo goduta fino in fondo. E non ci capita spesso di provare una sensazione del genere. E dobbiamo ringraziare il pubblico del Gods per le splendide sensazioni che ci hanno regalato.

Ok ragazzi. Vi ringrazio di questa bella chiacchierata. Vi va di salutare gli amici di Holy Metal?

Un metallico saluto ai lettori di Holy Metal. Grazie del Vostro appoggio. Senza di Voi non saremmo assolutamente niente. Non potremo mai smettere di ringraziarVi.

Intervista di  Donato Tripoli

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