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Demons & Wizards
Line up:
Hansi Kürsch - vocals
Jon Schaffer - Rythm Guitars - Bass
Jim Morris - Lead guitar
Mark Prator - Drums
www.demons-wizards.com
In vista dell’uscita di “Touched by the Crimson King”, secondo album dei Demons & Wizards, Holy Metal incontra a Milano Hansi Kürsch, singer dei Blind Guardian che è riuscito a mischiare il suo talento in eccesso con quello di un altro grande della musica metal, Jon Schaffer (Iced Earth), per mettere in piedi un progetto che già con il primo lavoro ha raccolto molti consensi e con questo non deluderà certo i fan di questa coppia esplosiva. Ecco cosa ci racconta il signor Kürsch che, tra un cappuccino e un altro, si lascia gentilmente torchiare da noi assetati di notizie metalliche.
Paolo: bene, possiamo cominciare, puoi raccontarmi qualcosa dell’album?
Hansi: mmm…, bella domanda. Allora, quando è uscito il primo album dei Demons & Wizards abbiamo ottenuto un grande successo però ci siamo anche resi conto che eravamo ancora troppo legati allo stile dei nostri rispettivi gruppi, nonostante sin dall’inizio volevamo intraprendere un’altra via. Ora i brani sono più legati ad un diverso modo di suonare di Jon Schaffer e anche io con i testi e le linee vocali ho reagito più da un punto di vista di Jon. Le canzoni si distanziavano un po’ dallo stile delle nostre band principali e visto che nello scrivere i brani c’è stato un equilibrio d’influenze da parte mia e di Jon l’album è risultato di grande impatto con canzoni molto cupe e intense, questi elementi costituiscono il punto di forza del primo lavoro.
Questo in confronto è più melodico, contiene molte parti acustiche, diciamo che c’è la qualità del primo disco ma abbiamo fatto un passo avanti, troviamo pezzi acustici anche nel primo ma erano meno predominanti, canzoni come Fiddler on The Green, Path of Glory, The Whistler. In “Touched by the Crimson King” Jon ha composto le musiche per i Demons & Wizards e a volte anche tenendo conto del mio modo di cantare, io in risposta ho lavorato sulle mie parti in base a quello che aveva creato lui.
Nel primo invece, a parte My Last Sunrise che l’abbiamo scritta assieme, la maggior parte dei pezzi son stati scritti da Jon come se avesse creato qualcosa per gli Iced Earth e difatti i componimenti contengono molti elementi che si possono ricollegare al classico stile di Jon.
Io, a mia volta, ho ascoltato le sue registrazioni e ho lavorato sulle mie parti come se stessi scrivendo canzoni dei Blind Guardian; però pian piano lavorando sui pezzi di Schaffer mi son reso conto che il suo modo di comporre e suonare è diverso da quello di André e quindi sarebbe stato opportuno affrontare le musiche in modo diverso, però all’inizio questo fatto non l’ho preso in considerazione ed è quella la causa per cui i brani sono risultati così cupi e forse anche un po’ monotoni.
Dal punto di vista pratico anche le canzoni nuove sono state scritte con lo stesso procedimento però è cambiato il nostro approccio compositivo. Jon mi ha mandato un demo con le registrazioni degli arrangiamenti base di alcuni pezzi, io ho fatto le linee vocali e gli ho rimandato le registrazioni, siamo partiti da lì. Ad un certo punto abbiam deciso che era giunto il momento di trovarci per completare questi pezzi ma anche per scriverne di nuovi e in questo modo siamo stati in grado di scrivere le canzoni che all’interno dell’album colpiscono maggiormente, sono completamente indipendenti, Beneath these Waves, Wicked Witch, Seize the Day, queste non hanno nulla a che fare con lo stile dei Blind Guardian o degli Iced Earth, siamo riusciti a creare qualcosa con un identità propria.
Mattia: ci sono momenti in cui Jon non apprezza quello che scrivi e vice versa?
H: sì, ma succede raramente, ci conosciamo e siamo entrambi abbastanza bravi nel creare qualcosa che è legato alla nascita del tutto, non ci allontaniamo mai molto. Quando finisco le parti vocali il pezzo si può considerare concluso. Se la parte vocale non si adatta bene al resto bisogna tornare alla base degli arrangiamenti perché c’è qualcosa che non va, è un dato di fatto.
Comunque a volte ci sono stati problemi di questo tipo, allora ho rinunciato e ho iniziato a pensare a un’altra linea vocale, ma come ho detto prima questo avviene raramente. Dorian ad esempio avrebbe dovuto essere una traccia di Glorious Burden ma non hanno avuto tempo di trovare una buona linea vocale, allora l’abbiamo utilizzata per i Demons & Wizards, io ho avuto qualche buona idea ma non si legava bene alla musica, allora abbiamo ritoccato un po’ le musiche e gli arrangiamenti ed ecco fatto; è successo così anche per “Beneath these Waves”, quando un pezzo non ti convince non c’è nulla da fare, bisogna rivederlo completamente dall’inizio. Anche per la ballad, è una bella ballata ma quando abbiamo iniziato a registrarla non ero convinto né degli arrangiamenti musicali né di quelli vocali e ho capito che ci sarebbe voluto ancora un po’ di tempo per trovare delle parti appropriate. A volte nascono buone idee però non ti convincono del tutto e non riesci ad aggiustarle, allora è meglio passare a qualcos’altro, a un’altra canzone. Devo trovarmi sulla stessa lunghezza d’onda di Jon, come succede con André, è lo stesso modo di lavorare.
P: perché avete deciso di fondare i Demons & Wizards?
H: beh, Jon e io siamo amici sin dagli inizi degli anni ’90 e conoscendoci meglio ci siamo resi conto che sarebbe stato uno spreco di talento non produrre qualcosa assieme. Un giorno ci siamo incontranti, è stata una giornata molto divertente e così abbiamo deciso provare a fare una jam session, non l’avevamo mai fatto prima. Così il giorno seguente siamo andati nello studio dei Blind Guardian, abbiamo iniziato a provare e in poco tempo è nata My Last Sunrise, da lì è cominciata la nostra collaborazione. La nostra amicizia si è rafforzata ma in più è iniziato anche un rapporto tra compositori.
M: quando ti viene in mente qualche idea per i testi li scrivi prima in tedesco?
H: no no, richiederebbe troppo tempo, solitamente inizio a canticchiare la linea vocale con un testo in inglese che sembra avere un senso per chi pensa di non conoscere l’argomento trattato, ma in realtà il testo non ha senso. Comunque la maggior parte delle volte questo metodo funziona per sviluppare una linea vocale, io continuo a cantare la canzone in quel modo fino al giorno in cui andiamo in studio per le registrazioni.
P: non hai mai pensato di cantare in tedesco?
H: mmm, a volte ho considerato questa possibilità però non credo lo farò, almeno per ora.
M: quando avete finito le registrazioni delle canzoni come scegliete la loro posizione all’interno dell’album?
H: è stato un lungo procedimento per quest’ultimo lavoro dei Demons & Wizards. Quando fai un album partendo da punto A fino al punto Z all’interno provi a creare una struttura con canzoni che si alternano bene tra loro, e spesso i brani creano questo percorso da soli, nasce in modo naturale e non ci si pensa molto. Ci sono pezzi veloci, in mid-tempo, ballad, queste canzoni creano automaticamente un concept musicale. Però per gli ultimi componimenti dei Demons & Wizards non è stato così facile, nonostante la loro struttura semplice si differenziano tutti per molte piccole cose e quindi è nato qualche problemino; questa è una delle ragioni che ha causato l’eliminazione di alcune tracce dall’album, avevamo 12 pezzi ma non si riusciva proprio a trovare la loro giusta collocazione nel disco. Anche l’ultima, Immigrant Song, l’abbiamo utilizzata perché era perfetta per chiudere l’album.
M: capisco, ma perché proprio quella e non magari un’altra, magari di qualche altro gruppo?
H: perché come ho appena detto era perfetta per chiudere il disco, piace a me e a Jon e quindi è stata scelta quella. Poi spesso c’è una bonus track per la versione digipack, una per l’edizione giapponese e noi abbiamo optato per Immigrant Song, anche per non sprecare troppo tempo in studio, è la cosa più semplice, una volta scelta quella canzone è stato più semplice organizzare la set-list.
P: ci sarà un tour per supportare “Touched by the Crimson King”?
H: no, perché io sto per cominciare un nuovo lavoro con i Blind Guardian e credo che Jon stia scrivendo qualcosa per gli Iced Earth quindi nel 2005 non ci sarà alcun tour; nel 2006 partirà quello dei Blind Guardian quindi non credo sarà possibile partire in tour con i Demons & Wizards, è più probabile che parteciperemo a qualche festival nel 2006 ma dipende tutto dai nostri impegni.
M: girerete un videoclip per una canzone dell’ultimo disco?
H: Sì, alla fine abbiamo scelto di girarlo per Terror Train.
M: perché proprio per quella?
H: perché è la canzone più energica e veloce del disco.
P: bene, ora dovrei farti alcune domande sui Blind Guardian…
H: prego
P: mi potresti dire qualcosa sulla questione Thomen?
H: beh, è stata più o meno una decisione collettiva, non riuscivamo più ad andare avanti, non c’è stato nulla di spettacolare o particolarmente drammatico, sono semplicemente nati alcuni problemi a causa delle divergenze musicali e per molti aspetti era diventato veramente difficile produrre qualcosa che andasse bene a tutti e giungere a buoni risultati, quindi come puoi capire questo portava solamente elementi negativi per il gruppo. Più il tempo passava e più i contrasti aumentavano quindi per mantenerci in buoni rapporti e non buttar via un’amicizia abbiamo dovuto giungere alla triste decisione dell’uscita di Thomen dalla band.
P: capisco, e sul prossimo lavoro dei Blind Guardian cosa mi puoi dire?
H: Finora sono state portate a termine circa 10 canzoni e come vuole la buona tradizione Blind Guardian il prossimo album non sarà la copia di uno precedente. Seguiamo sempre la stessa direzione ma continuiamo ad andare avanti, da ogni disco puoi sempre tirar fuori la miglior qualità dei Blind Guardian, sin dagli esordi, da Battalions of Fear fino a A Night at the Opera, c’è sempre continuità e allo stesso tempo trovi elementi nuovi.
Come per i Demons & Wizards, gli album contengono un miscuglio di canzoni di vari tipi, veloci, lente, canzoni folcloristiche…eh eh, canzoni moderne…ogni membro dei Blind Guardian porta qualche ingrediente interessante.
M: e cosa pensi di Tim Owens nel ruolo di cantante degli Iced Earth?
H: è certamente un grande cantante.
M: sì ok, però tenendo conto anche del suo predecessore…
H: credo siano allo stesso livello, forse in alcune parti scritte da Schaffer per The Glorious Burden lo stile di Owens di adatta meglio rispetto a quello di Barlow, comunque Matthew è certamente stato anche lui un grande singer.
So che ci sono state delle complicazioni e delle divergenze, per quello che ho sentito mi sembra si siano verificati dei problemi durante le registrazioni e la decisione a cui sono giunti è stata la cosa migliore. Comunque Tim a mio parere rimane uno dei migliori cantanti al mondo.
M: capisco, però secondo me lo stile di Barlow e il suo timbro vocale erano molto più adatti per il song writing di Schaffer
H: mmm…su quello non saprei. Come ho detto prima, tenendo conto di quello che ho sentito in The Glorious Burden, soprattutto in Gettisburg molte parti mi sembrano perfette per il modo di cantare di Owens più che per quello di Barlow, credo che Tim non abbia incontrato alcuna difficoltà nel cantare quelle parti. In alcuni punti si può notare un approccio sullo stile dei Priest e…eh eh…lui è stato il front man dei Judas Priest e quindi deve per forza essere in grado di cantare quei brani.
P: tornado a parlare dei Blind Guardian, cosa mi dici del vostro passaggio alla Nuclear Blast?
H: la Nuclear Blast era una tra le tre, buone opzioni tra cui potevamo scegliere. Abbiamo ricevuto molto proposte, molti erano interessati a mettere sotto contratto il gruppo ma alla fine il cerchio si è ristretto a tre e a essere sinceri erano tutt’e tre buone, simili. Tuttavia lavorare con quelli della Nuclear Blast ci sembrava la cosa migliore e si è rivelata essere così, ti possono lanciare in Germania ed in tutta Europa, beh anche le altre possono farlo, comunque con la Nuclear Blast ci troviamo molto bene ed è stata una buona scelta.
M: bene, concludendo ti devo fare i complimenti per The Bard’s Song (In the Forest) da parte di mia mamma.
H: eh eh, ringraziala e dille che nel prossimo album ci sarà un’altra canzone su quello stile.
M/P: grazie per l’intervista, ciao
H: ciao.
Intervista di Paolo Manzi e Mattia Berera