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Tankard

Line up:

Andreas Geremia - vocals
Andreas Gutjahr - guitars
Frank Thorwarth - bass
Olaf Zissel - drums
www.tankard.info
 

Cari lettori di Holy Metal, è con immenso piacere che io ed il caro amico Marco Manzi ci apprestiamo a fare una chiacchierata ad alto tasso alcolico con Andreas “Gerre” Geremia, il leader carismatico dei Tankard, uno dei gruppi che da anni ormai si è ritagliato un posto di tutto rispetto nel panorama metal mondiale.

Ciao Andreas. Prima di tutto devo ringraziarti per il tempo che hai deciso di concederci, visto che state ultimando i preparativi per il concerto di stasera.
Non ti preoccupare. È sempre un piacere parlare con chi ti supporta e ti sostiene da anni. Senza di voi non saremmo niente.

Toglimi una curiosità: com’è nato il nome della Band Tankard o, come avete scritto su uno dei vostri album, Tankwarth?
Se devo essere sincero il primo nome della band era Vortex. Solo che questo nome non ci soddisfaceva ed allora abbiamo guardato sul dizionario ed abbiamo notato che il nome Tankard si adattava precisamente alla nostra idea di band, visto che fa riferimento ad un unità di misura. Mentre Tankwarth è una parola tedesca che significa “Ragazzo che lavora in una stazione di servizio”. L’abbiamo usata perché ha un suono simile alla parola Tankard.

Tutti i vostri album sono incentrati su dei temi molto divertenti ed allegri come divertirsi, bere birra o comunque assumere alcool, temi quindi strettamente legati alla cultura metal. È stata una vostra precisa intenzione quella di trattare questi temi oppure è stata una scelta casuale?
Francamente devo dire che la scelta dei temi è dettata principalmente dalle idee che ci vengono in testa: noi siamo una band che ama divertirsi e che non ama prendersi troppo sul serio. Quindi non possiamo trattare temi seri. Non ci potremmo mai riuscire.

Come nasce un vostro pezzo? Ognuno di voi sviluppa le proprie parti o partite già da un’idea precisa?
Generalmente ognuno di noi propone la propria idea di pezzo agli altri, poi si cerca di miscelare il tutto per ottenere qualcosa di omogeneo. Poi si entra in studio e si ritocca, per quanto è possibile, il tutto per completare il lavoro. Non partiamo mai con un’idea precisa di album, visto che nessuno di noi ha mai un’idea precisa di cosa voler fare.

Se dovessi fare un bilancio della tua carriera, dagli inizi sino ad oggi, quali sarebbero a tuo avviso i momenti migliori e peggiori?
Diciamo che in questi anni abbiamo avuto molti momenti che posso definire alti: quando abbiamo pubblicato il nostro primo album ci sentivamo al settimo cielo, ogni volta che abbiamo la possibilità di suonare e di incontrare i nostri fans, ci sentiamo al top. Non vedo cosa si possa chiedere di meglio. L’unico momento negativo, se proprio ne devo indicare uno, è stato quando Andy, il chitarrista della band, ci ha lasciato nel 1998 ed abbiamo dovuto sbatterci per cercarne un altro. Il problema era che in quel momento il genere Thrash non era così popolare e quindi non era facile trovare un sostituto valido. Ma in generale ci è andata alla grande.

In tutti i vostri album avete sempre mantenuto fede al vostro stile, senza mai prestare attenzione al trend del momento. È stato difficile per voi riuscire sempre in questo intento?
No. Non è stato difficile perché noi facciamo ciò che vogliamo fare. Francamente ce ne sbattiamo altamente del mercato e dei trend. Anche se sappiamo che il nostro album potrebbe non vendere molto, noi suoniamo ciò che ci va di suonare e ce ne freghiamo del resto.

Cosa vi aspettate dal pubblico stasera?
Speriamo di riuscire a farli divertire, dato che non sappiamo fare altro. L’anno scorso ci siamo riusciti. Speriamo di ripeterci.

E cosa dobbiamo aspettarci dal vostro concerto?
Le solite cose: brutta musica, brutte canzoni ed un alto tasso alcolico.

Se dovessi scegliere una location dove suonare, preferiresti esibirti in un club o durante un festival?
Non è importante dove ti esibisci. L’importante è suonare live, divertirti e far divertire il pubblico.

Cosa ne pensi delle band che suoneranno con voi stasera?
Gli Irreverence li conosco molto bene. Le altre non le conosco ed avrò il piacere di ascoltarle.

Nel vostro ultimo album “The Beauty And The Beer” ed anche nel vostro sito web c’è un personaggio che assomiglia molto ad un Gremlin.
Forse ti riferisci ad Alien, il personaggio nato dalla mente traviata del disegnatore dei nostri album.

Quando è nato Alien?
L’idea di Alien è nata quando abbiamo pubblicato l’omonimo Ep. Il nostro disegnatore ci ha proposto di inserire quest’immagine, abbiamo capito sin da subito di aver trovato un valido antagonista al famoso “Eddie” ed allora abbiamo deciso di adottarlo come nostra mascotte.

Avremo l’onore di poter ascoltare un altro live album del calibro di Fat, Ugly And Live?
No. Abbiamo appena pubblicato un Dvd live intitolato Fat, Ugly (And Still) Alive ma non abbiamo alcuna intenzione di pubblicare un altro live album per il momento, dato che, non essendo una band commerciale, non amiamo molto i live album.

Avete dei progetti in cantiere per il prossimo anno?
Stiamo preparando una grande celebrazione per il ventennale di attività, quindi l’anno prossimo pubblicheremo un “Best Of” con i nostri vecchi pezzi riarrangiati; sarà un doppio cd: nel secondo cd ci saranno delle bands che suoneranno i nostri pezzi.

Quando avete pubblicato B-Day avete raccolto molti pezzi che facevano parte dei vostri singoli e dei vostri primi due demo.

Hai perfettamente ragione. Abbiamo pensato che fosse una bella idea quella di permettere ai nostri fans di poter ascoltare il modo barbaro in cui riuscivamo a suonare ai nostri esordi.

Ci sono delle canzoni che adori eseguire dal vivo e delle altre che ti creano dei problemi?
Le canzoni più difficile da eseguire sono le canzoni più vecchie tipo “666” e “Remedy”, dato che non ce le ricordiamo quasi più e non riusciamo mai a ricordarci come suonarle. In genere noi eseguiamo le canzoni che il pubblico ama.

Avete partecipato al tributi agli Accept. Cosa ha rappresentato per voi aver eseguito quei pezzi?
Nella nostra carriera abbiamo suonato pochissime cover: “Son Of A Bitch” degli Accept, un pezzo degli Iron Maiden e “Coming Home” degli Scorpions. Come regalo ai nostri fans alla fine dell’anno ci sarà un’edizione limita dei nostri cd con all’interno una bonus track che sarà una cover di un’altra band. Ad esempio nella riedizione di Disco Destroyer e di Kings Of Beer sarà possibile trovare “Fast Taker” dei Manowar e “Damage Inc.” dei Metallica.

Ci sono delle bands che ritieni interessanti nel panorama metal europeo odierno?
Ci sono milioni di bands che ritengo molto interessanti nel panorama metal europeo odierno. In Germania c’è una band chiamata Corageous che ha un sound che in alcuni punti assomiglia a quello dei Nevermore e che, a mio parere, potrebbe avere un futuro.

Ok. Per concludere questa bellissima e divertente chiacchierata, vuoi fare un saluto ai lettori di Holy Metal?
Con vero piacere. Posso solo dire “Grazie per il vostro supporto in tutti questi anni. Spero di potervi incontrare per ringraziarvi personalmente”.

Intervista di  Donato Tripoli e Marco Manzi

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