Dalla Sicilia arriva ”Entropy”, il quarto demo, dopo “Tha Abyss of Memories”, “Existenz” e “Cross in the Sand”, marchiato Haven. Il trio è dedito ad un sound dark/gothic con influenze heavy che strizza l’occhio ai lavori dei Tristania et similia.
Questo demo è aperto dal riff di scuola classica di "The Balance of the Air", che rende il brano inizialmente attraente, ma poi la auto-produzione si fa sentire e il pezzo perde notevolmente interesse.
La produzione deludente e l’utilizzo pure di un’anonima drum machine sono due punti decisamente a sfavore degli Haven che caratterizzano anche i brani successivi, a partire da “Mercury”, sul quale tuttavia si creano delle cupe atmosfere con il pianoforte e con le buone linee vocali di Carmen Cambria, che fanno letteralmente a pugni con le parti vocali maschili, a tratti pessime. Segue “Rain of Light”, che tenta di giocare intersecando le due voci, ma il risultato non è, purtroppo, dei migliori. Più sostenuta e coinvolgente è “Entropy”, la titletrack del demo, il pezzo migliore del lotto, dove per una volta si distingue positivamente anche la prova vocale di Giulio De Gaetano. Strumentale è poi la chiusura affidata a “All That Remains”, che mostra le reali potenzialità degli Haven: atmosfere gothic con contaminazioni ambient rendono il brano originale e dark, e per una volta la produzione è meno deludente che in precedenza.
Insomma questo “Entropy” mostra qualche buono spunto da parte della band di Milazzo, tuttavia queste valide idee sono troppo sporadiche e in questo momento, anche a causa della registrazione casalinga, gli Haven non riescono a meritarsi la sufficienza.
Recensione di Dimitri Borellini
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