Che I Sonata Arctica avessero talento era noto a chi aveva ascoltato “Ecliptica” e soprattutto “Silence”. Con questo nuovo “Winterheart’s Guild”, la band finnica ,capitanata da un Tony Kakko in forma smagliante, ci propone un cliché molto simile a quello che già ci aveva abituato in precedenza. Non si presenta quindi con il classico terzo album (quello dove in genere i gruppi emergenti sperimentano nuove sonorità). Avendo già una formula efficace (già sperimentata con successo dai più maturi Stratovarius) al posto di cambiare, il quintetto di giovani si concentra sulla qualità del prodotto da offrire ai fans. In questo caso specifico viene migliorata la già buona produzione, dove a tutti gli strumenti viene dato il proprio spazio non andando a penalizzare gli altri.
Tra le canzoni degne di nota troviamo sicuramente la opener “Abandoned, Pleased, Brainwashed, Exploited” la epica “The Ruins Of My Life” che ha come intro una battaglia accompagnata dalla tastiera di Mikko Harkin. Ottime anche le due ballads “Draw Me” e “The Misery”. Concludendo “Winterheart’s Guild” pur non essendo un album di quelli che fanno la storia della musica resta sempre una tappa importante per questa band che ha molto da offrire e ha dimostrato di avere la stoffa di sfornare lavori di ottima qualità. Aspettando quindi la loro prossima mossa consiglio a tutti di godersi l’ultima fatica di casa Sonata Arctica.
Recensione di Paolo Manzi
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