I finladesi Wyrd, con Kammen, giungono alla pubblicazione loro settimo album in sette anni: una produzione costante e di buon livello fino al 2004 (anno del quarto album) dopo il quale c’è stato un cambio nella lineup con l’ingresso di JL Nokturnal alla batteria al posto di Kalma. Questa modifica, nonostante la mente della band sia sempre stata quella di Narqath (leader degli Azaghal) aveva significato una netta involuzione nella band, difatti Rota e The Ghost Album li trovo due lavori mediocri.
Ora invece, con il primo lavoro sotto Avantgard Music si ha un ritorno al passato come a livello qualitativo, mentre a livello di genere si ha un nuovo spinto allontanamento dal black metal inteso in senso stretto, i Wyrd di Kammen all’interno delle loro canzoni lunghe e malinconiche vanno alla ricerca della natura più solitaria e illibata; la ruvidità del black metal lascia spazio all’acustica folkeggiante. Il gelo e l’inverno escono con forza da questo disco con la chitarra acustica che fa capolino in ogni canzone.
Rajalla, penultimo pezzo dell’album, prima della cover dei Katatonia, è una suite di quasi 18 minuti, nella quale Narqath prende per mano l’ascoltatore per indirizzarlo sulle sue orme, perché il viaggio deve essere rigorosamente solitario.
Un buon full-lenght che sottolinea la varietà compositiva delle mani di Narqath che passa da questo pagan black metal lento e quello più estremo degli Azaghal con grande facilità e tempi ridottissimi.
Recensione di Dimitri Borellini
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