Altro prodotto di sicura qualità è prodotto dalla ATMF. Questa volta ci troviamo di fronte al nuovo album dei sardi Locus Mortis.
L’isola non ha mai partorito band che hanno raggiunto una certa notorietà, anche se nel suo underground si sono sempre nascoste ottime personalità. E’ questo il caso dei Locus Mortis, una band matura, con idee chiare e consapevole dei propri mezzi.
VOUST è il loro secondo full-lenght, dopo l’esordio del 2005 con Inter Uterum et Loculum, che purtroppo non ho mai avuto la possibilità e il piacere di ascoltare. E dico piacere perché questo nuovo lavoro è un disco pregevole che getta le proprie radici nel black metal ma poi cresce grazie al sapiente utilizzo della melodia.
Oltre il buon song-writing e le discrete registrazioni di chitarra e batteria si è costretti ad apprezzare le infinite sfaccettature che questa band riesce a ricavare della melodia, sia mediante il centellinato utilizzo delle tastiere, ma anche per merito dell’eccellente lavoro di PV1 dietro alle pelli. Sarò ossessivo ma è proprio grazie a questa ricerca della melodia che il gruppo di Cagliari si distingue dal calderone in cui spesso ricadono molte band del panorama black metal.
Non c’è comunque un pezzo che si discosta dagli altri, questo disco va goduto tutto d’un fiato, come una cerimonia, un funerale, sperando che i morti non cessino di respirare…
Recensione di Dimitri Borellini
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