Gli anni ’70, i seventies o come preferite chiamarli, fatto sta che chiunque ami l’heavy metal non può negare di essere in qualche modo in debito con quella decade.
Fu allora che tutto ebbe origine, i riff pesanti le tematiche oscure l’uscire dagli schemi (estremizzando sempre di più quanto iniziato negli anni ’60 da altre band rock) andando a contrastare con il non più attuale messaggio hippies tutto peace and love.
Ecco quindi che dai sobborghi di un’Inghilterra oscura dove pace e amore sono più che mai divenute utopie nasce una nuove generazione di ragazzi. Tra questi un quartetto che cambierà decisamente il modo di vedere e di intendere la musica.
Toni Jommi, Ozzy Osbourne, Geezer Butler e Bill Ward sono i Black Sabbath di “Black Sabbath” e “Paranoid”, “Master of Reality” e “Volume 4” , “Sabbath Bloody Sabbath” e così via. Album che hanno fatto storia, dettato legge, sconvolto i benpensanti.
E questi giovani, primo fra tutti il frontman, hanno vissuto una vita all’insegna di eccessi, Sex, Drugs and Rock n’Roll!
Il neozelandese Ken Paisli con questa biografia dedicata al madman alias Ozzy ripercorre tutta la vita della rockstar, dai primi passi, alla vita on the road coi Sabbath fatta di eccessi, troppi per un essere umano comune, ma non per Lui.
Alti e bassi di una vita vissuta giorno per giorno, segnata da ricoveri ospedalieri ed in cliniche per disintossicarsi da alcool, droghe, farmaci.
Un tributo letterario per il genio di un uomo che si è attorniato da ottimi musicisti, Toni Jommi prima, Randy Roads (R.I.P.) poi ed infine Zakk Wylde tuttora ascia destra del Madman, poi di una moglie manager che l’ha ripulito, rassettato e rilanciato nel corso degli anni garantendogli sempre un riflettore puntato contro.
Ciò che però rende unica questa biografia e la differenzia da molte altre è indubbiamente il modo in cui Paisli ha affrontato l’argomento.
Freddo e distaccato quando si tratta di narrare fatti e avvenimenti, caldo e passionale, a volte anche nostalgico quando, tra un album e l’altro ricorda avvenimenti a cui lui stesso è stato legato.
Uno dei fortunati che ha potuto vivere da metallaro l’heavy metal ai suoi albori.
Ecco quindi che affianca alla vita sfrenata di un uomo irraggiungibile quella di un ragazzo come tanti che ama la musica, ama divertirsi, ama, o comunque ha amato i Sabbath ed il suo frontman.
Non ci va certo leggero quando deve criticare un brano o un disco che non ritiene all’altezza, ma mai critica le scelte dello stile di vita.
Sull’edizione italiana in esclusiva c’è anche un esilarante resoconto del Gods of Metal 2007, la giornata con Ozzy Osbourne headliner ovviamente, ormai ombra di se stesso ma, nonostante tutto, ancora on stage!
Un libro da non perdere per chi oltre alla musica vuole conoscere le gesta di una rockstar!
Recensione di Paolo Manzi
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