Il genovese Angelo Spaggiari, in arte Perseo Miranda è un personaggio curioso, stravagante ed egocentrico. Oltre ad aver realizzato in passato due dischi che definisce metal ("Perseo Miranda and his Theatre" ed "Evolution of the spirit"), ha composto l'album in questione insieme al chitarrista James Caliolo e dal bassista Verdiano Vera. Egli si ritiene un artista polivalente: cantante, chitarrista, autore, compositore, conduttore televisivo, testimonial, showman e come se non bastasse anche attore, studioso di astrologia ed infine di esoterismo. Troppa smania di fare cose che non sono alla propria portata? Probabile, ma non è questo ciò che ci interessa. L'elemento che abbiamo davanti si chiama "Light and Darkness " ed è un concept album estremamente borderline, (come d'altronde il nome stesso dell'album e dell'autore) ed il messaggio dell'intero lavoro consiste nel fatto che ogni cosa è relativa e che il bene ed il male assoluti non esistono in natura. Perseo si sofferma così tanto ad elencare tutte le cose differenti reperibili in natura e non solo, che spesso dimentica l'utilizzo dei verbi all'interno dei brani che in qualche modo finiscono per assomigliare ad una stravagante lista della spesa (il tutto-manco a dirlo- in un inglese poco virtuoso). Musicalmente gli elementi dal grunge al rock n'roll passando per il metal ci sono tutti; alle sue influenze attribuisce il nome di Alice Cooper, David Bowie e Black Sabbath ma gli elementi sono così tanti e così differenti tra di loro che ora hai un mente un nome ed un attimo dopo pensi a tutt'altro; non si può liquidare il tutto col menzionare un solo genere poichè è tutto ed il contrario di tutto. Se non siamo alla ricerca della tecnica, possiamo concordare col fatto che si tratta di dodici brani perlomeno curiosi nonostante siano un pò buffi e costruiti su riff semplici e (forse un pò troppo) ripetitivi. In tutta la sua stravaganza, nonostante tutto, risulta particolarmente riuscito il brano "The Choice Of Sin", la quarta canzone dell'album. L'immagine del soggetto è alquanto inquietante, tralasciando dove compare in foto ritoccate in malo modo, particolare attenzione merita il primo piano che si trova proprio a metà del booklet che lo ritrae a cantare con la chitarra in mano, il rossetto, gli orecchini, una scollatura ed i capelli cotonati, un po' vintage e decisamente esilarante. Non manca chi lo definisce un buffo genio e chi invece lo addita come folle egocentrico senza il minimo gusto estetico e musicale, ma nel secondo caso si tratta di persone che probabilmente non soffrono del disturbo dello sdoppiamento della personalità e che non amano l'autoironia involontaria, il macabro e -perchè no- l'orripilante. Relativamente, ovvio.
Recensione di Cristina Alexandris
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