Partiamo dal giudizio finale: i Dismember, con questo nuovo ed omonimo album, hanno, ancora una volta centrato il bersaglio.
Dopo la dipartita di Fred Estby, in molti pensavano che questo nuovo lavoro sarebbe stato, se non mediocre, comunque al di sotto degli standard a cui il combo scandinavo ci ha abiutati. I detrattori, io in primis, devono ricredersi perchè la separazione da Fred, che nella band non era un semplice batterista, ma anche compositore nonchè produttore, ha immesso nuova linfa vitale per il sound della band.
Un songwriting maturo, concreto e senza fronzoli, una realizzazione professionale e una produzione semplice, ma di sicuro impatto: questi sono gli elementi cardine di "Dismember". Attorno a ciò è costruito il sound della band che non abbandona la struttura tipica degli ultimi due lavori, l'unione-contrasto di passaggi veloci e diretti ad altri pesanti e lenti, privilegiando però questi ultimi. Ovviamente, poi come tutti sanno i Dismember fanno parte della scuola death metal svedese, e quindi la melodia non può che essere un elemento ricorrente e di indubbia importanza, e così David Blomqvist con la sua ascia ci offre soli, con chiare e inconfondibile reminescenze maideniane, che fanno capolino tra le ritmiche incazzate di Martin Persson.
Il basso di Tobias Cristiansson con il suo sound gravoso si rende spesso protagonista come sulla top-song dell'album, "Europa Burns", ma non va certo dimenticato il lavoro d'ugola, anzi sarebbe meglio dire di gola, di Matti Kärki, che firma, con le sue urla, le undici canzoni di questo album confermandosi uno dei migliori cantanti del genere in circolazione.
Se però siete tra quelli che vogliono l'originalità e l'innovazione a tutti i costi, cercate da un'altra parte, perchè i Dismember suonano solo e fottutamente death metal.
Recensione di Dimitri Borellini
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