Non si può certo dire che i Paradox siano una band tra le più prolifiche, questo è il quarto disco in oltre vent’anni, ma nemmeno una delle più fortunate. Tra problemi nella formazione, problemi personali del cantante Charly, tra lutti e serie operazioni chirurgiche a cui è dovuto andare incontro, è quasi un miracolo che questo gruppo sia ancora in piedi. Ma a volte la passione prevale su tutto e la voglia di tornare a far musica è la fonte da cui nasce questo “Electrify”.
Questo è una specie di concept ispirato in parte all’influenza che ha l’uso di internet sulle persone, in parte al film “Il Tagliaerbe”, che a sua volta prese spunto da un racconto di Stephen King. Stilisticamente siamo su di uno speed/thrash che per una band tedesca si avvicina invece più alla frangia americana, in particolare Testament, Metallica ed Agent Steel su tutti.
Dopo l’iniziale “Second Over Third By Force”, molto intensa e che ben introduce al disco, non mancano però elementi melodici e più vicini al power, questo sì di origine teutonica (vedi pezzi come “Monumentum” e la più melodica “Portrait In Gray”), e qualche influenza più moderna (che ritroviamo ancora nella stessa “Portrait In Gray” o in “Bridge To Silence” ad esempio), anche se l’ossatura formata dai riff di Kai Pasemann rimane sempre quella del classico thrash di matrice ottantiana, e del resto la band nasce infatti nell‘86.
E sono infatti Thrash allo stato puro “Hyperspeed Hallucinations”, la travolgente “Infected” e l’esplosiva titletrack “Electrify”, che fanno rivivere momenti di buona e sana musica vecchio stampo agli appassionati del genere, con i loro micidiali e veloci riff e gli assoli di Pasemann. Un piccolo calo con “Disconnected”, buon brano, tecnicamente valido ma nulla di particolare, ed il ritmo rallenta poi con quella che è più una power-ballad, “Cyberspace Romance”.
Buona la produzione, affidata al danese Jacob Hansen (Destruction/Hatesphere), ma anche il disco nel complesso si può ritenere un buon ritorno per la band di Charly Steinhauer. Non sarà certo un capolavoro, in ogni caso questo “Electrify” è un album onesto, che ci restituisce alla scena un gruppo dalla storia tormentata, che quando arriva il momento giusto, riesce però a non deludere. Consigliato agli amanti del Thrash in stile Bay Area.
Recensione di Marco Manzi
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