Capitanati dal pluri citato e nominato Alexi Laiho, famoso per la sua inconfondibile bravura chitarristica e per il suo atteggiamento da idolo delle folle che ha destato non poche disapprovazioni da parte di molti metallari, tornano i Children Of Bodom e lo fanno in maniera del tutto inaspettata.
Dopo un periodo non brillantinnismo per la band che con i lavori “Hate Crew Deathroll” e “Follow The Reaper”, soggetti di riscontri negativi da gran parte della critica, toccò ad “Are You Dead Yet?” nel 2005 a risollevare la situazione, e non ci si poteva aspettare risposta migliore date le ottime qualità dell’album che mise da parte l’abuso eccessivo delle tastiere per lasciar spazio a riff chitarristici più tendenti al Thrash.
Cosi , 3 anni dopo approda nei negozi questo “Blooddrunk” che sostanzialmente ha il compito di riconfermare il buon momento in studio dei ragazzi di Bodom e cancellare quegli spettri che piombarono sulla band in occasione dell’Unholy Alliance che li vide protagonisti di diverse sfortune e prestazioni da cancellare.
Bene se questo è il modo di riscattarsi, Alexi non poteva scegliere soluzione migliore, partendo a razzo con una “Hellhounds On My Trail” dove Jaska si rivela a sorpresa il protagonista, è incredibile sentire in quattro minuti di canzone come una band possa essere maturata in questi ultimi tre anni senza trascurare però la gamma di elementi che li ha resi celebri, a partire dagli immancabili coretti di ritornello fino all’uso delle tastiere in ottimi scambi con la due chitarre, senza però farne un uso massiccio come era successo in passato.
“Blooddrunk” si presenta forse come uno dei pezzi più deludenti dell’album, nonostante il lavoro chitarristico sia nel complesso molto discreto, mi è davvero difficile resistere fino alla fine, sia un po’ dalla piattezza della parte centrale, sia dalla voce del capo branco che non mi ha mai detto niente di che e in questo brano potete trovare tutte le motivazioni della mia scelta.
Dopo questa chiamiamola ri-caduta momentanea ci pensa invece “Lobodomy” a riportare in alto la voglia uditiva, candidandosi come miglior estratta da questo album, vuoi un po’ dall’ ottima coordinazione di tutti i componenti in particolare Janne, protagonista di un ottimo lavoro alla sue tastiere, vuoi un po’ dalla somiglianza in alcuni passaggi con l’inconfondibile Amott-Style che ho sempre adorato, fatto sta che tirando le somme è un pezzo di cui Alexi può essere fiero di aver composto.
Inserimenti elettronici, pezzi molto lavorati e caratteristiche tecniche già citate, vanno a caratterizzare le canzoni rimanenti, dove si può finalmente affermare con certezza che la maturazione c’è stata e che pezzi passati a unico scopo figurativo e commerciale sono oramai un lontano ricordo, lasciando più spazio invece a quello che forse l’intera band voleva veramente. Stiamo parlando di innovazione, ricerca di nuove soluzioni musicali, lavorazioni più accurate e tecniche. “Questo è Blooddrunk”!! un album in cui si percepisce davvero la gioia e l’orgoglio ritrovato dei Children of Bodom, nessun membro escluso.
Recensione di Thomas Ciapponi
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