Ci sono persone molto legate alla loro storia del loro popolo, antica o recente che sia, questo pare sia il caso degli Amaseffer, gruppo esordiente israeliano capitanato dal batterista Erez Yohanan protagonista di tutte le idee che ci sono dietro a questo “Slaves For Life”.
Principalmente ci troviamo di fronte a un lavoro che ha il compito di narrare, in chiave musicale ovviamente, la storia del popolo ebraico e nel farlo Erez e soci non si fanno mancare nulla, dall’uso di un’orchestra vera e propria che avrà il compito di ricreare gli scenari epici presentando il tutto quasi come fosse un film, alla presenza vocale di Mats Leven (Therion, Krux, Yngwie Malmsteen) come vocals ufficiale.
Questa non è altro che la prima parte di una trilogia che per scendere nei minimi dettagli verrà alternata da cantati in ebraico e in inglese per potersi presentare meglio al mondo intero, nel susseguirsi dell’album non mancheranno poi le parti dialogate e ambientali che ci faranno assaggiare quel sapore di cinematografia nascosta, l’apertura è infatti affidata al classico suono di scrittura su pergamena che dopo un ampio spazio strumentale và a trasformarsi in rumori di cavalli e carrozze per le strade di una presupposta Gerusalemme.
Le tracce scorrono via quasi come se fossero un’unica e immensa colonna sonora con ben pochi elementi che vi faranno pensare anche solo lontanamente alla parola metal, imponente è infatti il ruolo dell’orchestra studiata ed elaborata per ricreare le tipiche scene da kolossal cinematografico in cui gli Amaseffer hanno già esperienza visto il loro ruolo di arrangiatori musicali per il film “Altalena”, l’abilità messa in gioco infatti è visibilmente enorme ma non adatta come è già stato detto a chi vuole scoprire un nuovo e particolare gruppo heavy metal nonostante il grandissimo stampo vocale del genere di Leven che in più pezzi riesce a dare vita a melodie esageratamente narcotiche.
Insomma se state cercando un gruppo tipico da colonna sonora e vi piace la cultura proposta allora avete trovato il gruppo che fa per voi se invece avete voglia di riff veloci e cattivi o di passaggi tecnici complessi non soffermatevi neanche a guardare la copertina di questo “Slaves For Life”.
Recensione di Thomas Ciapponi
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