I Regressive sono una band di Aprilia, giunti con questo al secondo album, il loro scopo è quello di denuncia socio-politica attraverso la musica, in questo caso classico heavy metal di matrice ottantiana, cantato totalmente in italiano (anche perchè è diretto appunto al target unicamente nostrano). I testi così vanno contro tutto, ma proprio tutto, dalla politica interna a quella internazionale, fino ai problemi della società moderna, un’attitudine al giorno d’oggi decisamente più adatta ad un gruppo punk, e questo si sente anche dalla voce del cantante Andrea Fantoni, che è molto più adatta a quest’ultimo genere essendo spesso abbastanza stonato e un pò sforzato nei cori.
Non eccezionale ma orecchiabile la sezione ritmica, sostenuta in particolare dalle chitarre del fratello Carlo Fantoni e di Italo Bombarda, e dalla piuttosto incolore prestazione alla batteria di quello che nella scheda informativa viene descritto come “il latitante serbo Slatko Tito Medvedevic, ricercato per crimini di guerra”…
Ce n’è come detto proprio per tutti, si passa dal terrorismo, al governo italiano, alla nazionale di calcio, per proseguire contro euro, con un brano sui canduti nella prima guerra mondiale (“mosca bianca” in un disco completamente votato ad opporsi alla società odierna), ed infine prostituzione, e via dicendo. Insomma il classico album di protesta che dà più importanza ai testi che alla musica, cosa che se fatta in modo troppo sfacciato ho sempre trovato fuori luogo, perchè personalmente penso che per parlare di queste cose basti leggersi un qualsiasi giornale o guardare i tg, e farsi così una propria idea, in modo decisamente più costruttivo.
E’ per questo che ho preferito parlare non solo dei testi (di ispirazione fortemente politica ed esplicitamente di parte), altrimenti più che la recensione di un album si sarebbe dovuto fare un discorso socio-politico, e non è questo il luogo adatto. Per lo stesso motivo avrei voluto dare a questo “Metal Talebani…” un senza voto, ma non essendoci questa opzione, il mio giudizio ricade sullo 0, con il valore di “ingiudicabile”.
Recensione di Marco Manzi
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