Dodicesima release da studio a vent'anni dall'ormai storico disco d'esordio "Out of the silent planet" per gli americani King's X.
La band di Doug Pinnick & Co. non si distacca di molto dalla vena compositiva intapresa negli ultimi anni di attivita' ma, piu' in generale durante la sua lunga carriera, quindi propone come sempre un Heavy Rock di qualita', dal sound molto dilatato e in questo caso parecchio malinconico.
In questo cd si possono trovare gli elementi caratterizzanti dello stile del trio statunitense, in brani come l'introduttiva "Pray" oppure "Rocket ship" i nostri ci portano in una dimensione piu' speranzosa e vitale, subito bilanciata da song veramente intrise di tristezza come "Blue" o la splendida ballad "Julie".
Chi conosce i King's x sa che non sono i primi venuti e,anche se scrivono generalmente canzoni molto melodiche e a tratti quasi commerciali, necessitano di piu' ascolti per poter entrare in testa ed essere apprezzate appieno.
Il trio, pur non raggiungendo (qualitativamente parlando) le vette compositive dei primi tre lavori,a mio parere inarrivabili,ci regala una manciata di pezzi meditativi e rilassanti,escludendo quasi completamente le poche incursioni in ambito Metal che comunque, negli anni, la band ha sempre centellinato, un esempio e' la ritmata ed esplosiva "Move", che con un bel riff-spezzato fara' divertire non poco in sede live.
Bisogna ammettere che andando avanti con l'ascolto, il disco si trascina un po', complici alcuni brani non esattamente trascendentali, (tipo "Broke").
In ogni caso, chi da anni e' fan degli emozionali King's X, non fatichera' ad apprezzare questo disco, mentre invece a chi non li ha mai ascoltati,consiglio di iniziare con album quali "Gretchen goes to Nebraska" o il successivo "Faith, hope, love by King's X", a scanso di attacchi di noia che questo "XV" puo' causare con il suo mood "grunge-oriented".
Recensione di Alessio Aondio
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