Secondo lavoro solista per il leader dei norvegesi Emperor aiutato dal batterista dei Borknagar Asgeir Mickelson in veste di session drummer.
I nove brani dell'album non si discostano di molto dal precedente The Adversary e mantengono l'impronta progressive ed avantgarde forte anche negli ultimi Emperor. Alcuni troveranno questo secondo lavoro superiore al precedente ma io al contrario lo considero un mezzo passo falso... chiariamoci: non è un brutto lavoro, ma non toglie non aggiunge niente a quanto già detto in The Adversary.
Sicuramente il nostro ha migliorato le clean vocals, ora più calde e profonde, ma a mio parere si è fossilizzato su un songwriting molto “rilassato” e progressive.
Notevoli le influenze degli Opeth di Mikael Arkenfeldt (che tra l'altro compare come guest nella terza traccia Unhealer) e di certa musica classica da sempre cara a Ihsahn.
In definitiva un lavoro sufficiente, di certo da un genio del calibro del norvegese era legittimo aspettarsi qualcosa di più, ma chi ha apprezzato il precedente lavoro troverà questo angL un'ottima prova.
Recensione di Stefano “Demonaz” Pastore
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