Se vi piace il moderno e la parola crossover thrash non vi fa storcere il naso, vi presento un gruppo che potrebbe interessarvi, altrimenti andate a leggere qualcos’altro. Siete rimasti? Eccovi serviti: gli Inbred sono un gruppo spagnolo formato nel 2006 che ha suonato assieme per due anni prima di incidere questo full lenght intitolato “The Retrieval of Beauty”. Il gruppo è fortemente influenzato dalla scena metalcore americana infatti i dieci brani contenuti nell’album ripercorrono gli ultimi anni di quest’ondata per una durata complessiva di 37 minuti circa. La voce è un groove violento e diretto e, dalla fusione di questa con gli strumenti musicali, nasce un suond energico e pieno di rabbia. Dei dieci brani non molto rimane impresso ad eccezione forse di quello che dà il nome all’album, per via del suono appositamente disturbato e per l’intro che dona un attimo di respiro dopo tutto il polverone che la precedente rabbia aveva sollevato. Buona soprattutto la batteria ed in sostanza il lavoro si fa apprezzare in quegli attimi di thrash metal che condiscono il tutto. La tecnica c’è e si sente ma non si può dire la stessa cosa delle idee che, dato per scontato che ci siano, non si notano molto. La qualità audio è abbastanza buona ed anche l’artwork è ben curato, nonostante ricordi un po’ lo stile emo di molti giovani gruppi che questo periodo stanno nascendo come funghi. Forse col tempo gli Inbred partoriranno qualcosa di migliore; per il momento questo è quanto.
Recensione di Cristina Alexandris
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