Pure Inc. atto terzo, il quartetto elvetico effettua il primo cambio di scuderia passando dalla prestigiosa AFM per la più piccola Dockyard1. Questo passaggio non pregiudica comunque la promozione del nuovo "Parasites & Worms" che raggiunge in maniera capillare tutte le testate cartacee e non. Basta fare un giro nel web per accorgersene.
Veniamo invece al lavoro vero e proprio che succede il buon "A new day's Dawn" quest'ultimo aveva lasciato l'impressione di essere una copia del debut del 2004. Possibile che una band esaurisca le idee dopo solo un disco? Fortunatamente no. Forse il cambio di label ha giovato al gruppo anche dal punto di vista creativo. La formula di base resta la stessa un hard rock che sfocia in un grunge che molto deve ad Alice in Chains e Soundgarden (questi ultimi soprattutto per le vocals di Gianni Pontillo che si rivela ancora una volta come singer dal grande potenziale).
A fianco del "vecchio sound" troviamo una proposta infarcita di riff più decisi e potenti (alla Black Label Society o Phantom X per intenderci), un modo di suonare innovativo per quanto riguarda i Pure Inc. forse apportato dalla new entry, il bassista Ueli Hofstetter. Quel riffing che inasprisce le varie songs, forse rendendole meno accessibile alle orecchie delle masse o sarebbe meglio dire meno commerciale, ma guadagna notevolmente dal punto di vista musicale.
Tralasciando la opener "The End" o la sdolcinata "Carrie's Alone" il resto del disco si articola con brani più decisi ed incisivi, esempio lampante è "Won't Get Back".
Ora che la band pare aver aggiustato il tiro e aver raggiunto un livello di maturazione tale da rendere riconoscibile il proprio stile si aspetta solo che arrivi il meritato successo.
Recensione di Paolo Manzi
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