Attivi ormai da quasi 20 anni (sono nati nel 1989) i francesi No Return arrivano con questo “Manipulated Mind” al loro ottavo album. Sicuramente da inserire negli alfieri del metal estremo d'oltralpe ma a ragion veduta,da dopo l'album Machinery, anche in quello europeo se non mondiale.
La capacità della band è quella di unire sonorità death e trash ma non in maniera scontata: prendiamo ad esempio la title track dove si fondono a perfezione riffs che ricordano i Death dei primi dischi (non i primissimi a cui è invece più vicina per qualche passaggio la conclusiva “Out of Control”!) e la velocità e l'aggressività più tipica del trash (europeo). E lo stesso vale per la prova canora del singer Moreno Grosso fautore di un “growling urlato”.
Impeccabile il lavoro della sezione ritmica e sono da sottolineare i passaggi di chitarra con sweeps maniacali e ritmiche granitiche. Un bel salto negli anni 80-90 lo si fa con “The right course” ...
Mi ha colpito molto l'intro di “Take me beyond”, così come la totalità di “New Items” ma su tutte le songs spicca “Rising” : di una violenza estrema, credo dal vivo produrrà un mega pogo: viulenzaaaaaaaaa!!
Buona la produzionee la scelta dei suoni (con una batteria non eccessivamente triggerata...).
Insomma un bel gruppo e un bel disco che mi sento di consigliare agli amanti del genere.
Approved!
Avanti il prossimo!
Recensione di Rig
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