Più forti di tutto e di tutti i Funeral ritornano con il quarto disco di una carriera quanto mai travagliata. Dopo il suicidio nel 2003 del leader Einar Frederiksen, la band norvegese sopporta anche il nuovo lutto dovuto alla morte due anni orsono del chitarrista storico Christian Loos, confezionando il successore del positivo “From The Wounds”, uscito pochi mesi prima del terribile misfatto. La band norvegese segue la linea tracciata proprio dal precedente lavoro improntando i brani su sonorità doom metal ricche di malinconia, incrementando ancor di più la componente sinfonica grazie all’ausilio di una vera e propria orchestra. Le canzoni hanno una durata media piuttosto lunga e sono caratterizzate dai pesanti e pachidermici riff tipici del genere, intrecciati dalle tristissime melodie tessute dalle chitarre stesse e amplificate dal già citato contributo di fiati ed archi. Il resto lo fanno le vocals baritone, nere come la pece del cantante bassista Frode Forsmo. La forza di “As The Light Does The Shadow” consta nella straordinaria compattezza dei brani, capaci di imprimere per tutta la durata del disco una malinconia non comune a molte band, di grande effetto le atmosfere di “The Strenght To End It” o le note strazianti di “Towards The End”, per non parlare di “In The Fathoms Of Wit And Reason”, impreziosita dall’ugola di Rob Lowe (Candlemass, Solitude Aeturnus), in grado di conferire al pezzo una vena epica sin qui sconosciuta. Gli amanti del genere divoreranno a suon di lacrime il nuovo Funeral, gli altri dovranno avere il coraggio di affrontare un tunnel tremendamente oscuro, lungo più di un ora.
Recensione di Teospire
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