Sesto album per i cinque californiani di Orange County. Si parte subito a mille con la velocissima HMP, seguita a raffica da pezzi come Hell Yeah!, Just The Tip, Mental Health, The Juggernauts… Pezzi davvero divertenti, in cui rap-core e pop-punk si fondono creando melodie molto molto orecchiabili, anche troppo se consideriamo anche i cori che alternati alla voce rappata pervadono ogni singola traccia di questo album!
Proprio questa è la maggior pecca di questo lavoro, l’eccessiva ripetitività che ai primi ascolti ci porta ad avere la sensazione di aver già sentito ogni traccia per poi accorgerci che la stiamo confondendo con la precedente.
A parte questo, “Phoenix” si rivela tutto sommato non male, musicalmente piacevole e accompagnato da cori che restano subito in mente, perfetti da canticchiare ad un concerto, nonostante l’immediato rimando agli Offspring e ai Blink 182 più adolescenziali che siano mai stati sbandierati da radio e tv commerciali.
Continuamente percorso da riff velocissimi, regala sferzate di pura energia con incursioni quasi metal e in tracce come Ignite sfoga strofe velocissime che generano piacevoli sorprese quando sono seguite da una Mike Dexter Is A God, Mike Dexter Is A Role Model, Mike Dexter Is An Asshole che si apre con una chitarra degna dei Millencolin.
Un album perfetto da ascoltare come sottofondo in un pomeriggio spensierato tra amici, senza troppe pretese.
Recensione di Rig
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