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Deathrow - "Gateways To Oblivion" (Slava Satan Records/Avantgarde Music)

Line up:

Thorns - all instruments and vocals
 

voto:

7
 

recensione

"Gateways To Oblivion" è il secondo capitolo di Deathrow, progetto solista nato nel 2006 dalla mente del batterista livornese Thorns (membro presente o passato di Frostmoon Eclipse, Nocternity, Aptorian Demon, Handful Of Hate, Tundra) che qui ci mostra la sua capacità compositiva con tutti gli strumenti. Niente a che vedere con l'omonima thrash band tedesca, il genere in questione è sostanzialmente diverso. Il suono è un Negative Black Metal a metà strada tra un Doom minimalista e un downtempo dai tempi cadenzati e freddi. Atmosfere cupe e depressive sono le colonne portanti di questo album che verte attorno alla solitudine, alla negatività e al non senso della vita mortale... L'umanità prima di tutto e poi se' stesso sono i nemici contro cui combattere e questo nichilismo viene raccontato in modo asfissiante con suoni monotoni e gelidi. In A Lifeless Tomorrow, il primo brano, facciamo la conoscenza con la voce di Thorns rauca e straziante capace di urla desolanti e con le note della chitarra distorta che la precedono e che l'accompagnano, arpeggi ripetitivi e minimali e riff scarni. La batteria scandisce un tempo che scorre troppo lentamente per non poter soffermarsi a pensare frasi come 'there's no time to dream but just to suffer', frase contenuta all'interno del brano The Seed Of Solitude oppure all'apparenza scontate ma dolorose riflessioni come 'no one can turn darkness into light', frase in Luci Ed Ombre. Quest'ultima canzone ha la particolarità di terminare e quindi congedare l'ascoltatore con un monotono e lungo suono di carillon che sembra fatto apposta per cullare pensieri suicidi. Insomma, durante l'ascolto avvertirete freddo e negatività anche se l'originalità lascerà un tantino a desiderare poichè Thorns percorre strade non nuove già ampiamente calpestate da molti artisti (Burzum & co) tuttavia bisogna dire che lo fa in modo più che dignitoso. Con Deathrow tutto è grigio e parla di morte, non solo la musica: dalla copertina raffigurante le catacombe (ovviamente tutto in rigoroso b/n e toni del grigio), passando per il cimitero innevato all'interno del booklet o per l'impiccato sotto al cd per giungere alla clessidra alata con teschio sorretta da due angeli nel retro. La grafica insomma è molto curata e dettagliata, elemento che, aggiunto ai cinque suggestivi anche se non originalissimi pezzi e ad una buona registrazione, va a confezionare un album valido, non dispensabile nella collezione di ognuno ma senza dubbio consigliabile a chi questi stati d'animo li avverte particolarmente.

Recensione di Cristina Alexandris

tracklist

  1. A Lifeless Tomorrow
  2. Hatred
  3. The Seed Of Solitude
  4. Grey eyes
  5. Luci Ed Ombre

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