I francesi Gojira devono molto della loro più recente popolarità ad un certo Max Cavalera, che ha voluto nella sua fraterna creazione Cavalera Conspiracy, Joe Duplantier, storicamente chitarrista e cantante della band francese. Proprio questo ingresso di Joe Duplantier (al basso) tra le fila della neonata band degli ex Sepultura ha permesso a “The Way of all Flesh” di riscuotere un successo che probabilmente non avrebbe ottenuto, nonostante la bellezza indiscutibile del precedente “From Mar sto Syrius”. Sia chiaro da subito però, che quest’opera del quartetto death/progressive transalpino splende completamente di luce propria, al punto da riuscire ad affascinare e catturare chi, come me, non è un amante fervido e passionale del genere. La barocca “Oroborus” apre la dozzina di canzoni di questo nuovo album infondendo carica, classicismo, epicità, nonché tecnica. Tuttavia è con la successiva “Toxic Garbage Island”, dove compare Randy Blythe dei Lamb of God, che ci si stupisce della bravura compositiva ed esecutiva dei quattro. Ad eccezione di due brani gli altri non sono mai troppo lunghi e l’ascoltatore difficilmente riesce ad annoiarsi. “A sight to behold” è introdotta da una parte di elettronica/industrial tanto suggestiva quanto psichedelica, mentre “Yama’s Messenger” ricorda a tratti i Nevermore più oscuri e maledetti. “The Silver Cord” è perfetta come colonna sonora di un film di serie Z, una strumentale di due minuti e mezzo davvero profonda e gustosa che fa da intro ad “All the Tears”, la cannonata del disco, veloce potente e impattante. Gli armonici alla Zakk WYlde non mancano in nessuna delle canzoni e tutto fa presagire che i bravi Gojira si siano proprio divertiti nella stesura di questo nuovo “The Way of All Flesh”, forte anche nei testi con tematiche à la “save the planet” già presenti nei dischi precedenti. A quanto pare i Cavalera Conspiracy non hanno tolto ispirazione e voglia al master mind Joe Duplantier né tantomeno a suo fratello Mario (ottimo dietro alle pelli). Un lavoro forse molto, troppo pesante e che va digerito più lentamente dei pranzi in periodo natalizio. Restare a digiuno musicale prima dell’ascolto può essere una buona idea. Ai Gojira non resta che dire: continuate così! Davvero un gran bel lavoro!
Recensione di Riccardo “Rik” Canato
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