L'epic metal band livornese degli Etrusgrave, capitanata dalla vecchia ascia dei seminali Dark Quarterer, arriva, nell' Anno di grazia 2008, all'esordio sulla lunga distanza, superfluo dirlo, sull'etichetta più appropriata, la My Graveyard.
Ed è proprio il veterano Fulberto Serena, che con i suoi riffs evocativi, traina questo disco dalle sonorità "antiche" ed epiche, non deludendo affatto le aspettative di chi, anche ultimamente, ha imparato a nutrirsi di suoni battaglieri con bands come Doomsword, Holy Martyr, Assedium e compagnia guerriera...
La sostanziale differenza con i gruppi citati è la maggior dose di melodia contenuta nelle 7 tracce di "Masters of fate", grazie anche all'ugola di Hammerhead, veramente grande quando sale al cielo, da rivedere un pò, a mio parere, nei passaggi più oscuri, ma che comunque è la perfetta voce narrante per il genere degli Etrusgrave, con pezzi che non scendono mai sotto i 6 minuti di durata, senza per questo annoiare minimamente anche dopo svariati ascolti.
Da citare la straziante "The last solution" con la sua cavalcata verso un'apertura più rassicurante con l'emozionante solo del Serena, oppure la classicheggiante "Wax mask", senz'altro la title track, posta in chiusura d'opera, che sfoggia le credenziali necessarie per essere una epic band, e per finire la toccante cover di "Lady Scolopendra", canzone scritta da Fulberto e Gianni Nepi per il disco "War tears" dei Dark Quarterer, datato 1994.
Che dire, se amate l'epic classico, questo è l'album che fa per voi, dato il flavour tradizionale del quale gli Etrusgrave sono permeati, dal canto mio non posso che congratularmi con loro, e annoverarli nella sfilza di band "dure e pure" che, probabilmente molti altri paesi ci invidiano.
Recensione di Alessio Aondio
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