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recensione

Anzitutto è meglio chiarire subito che questo album non è altro che una versione rielaborata dell’originale “3rd Stage of Decay”, pubblicato nel 2006 dalla HTI Records e poi riemerso dalle acque nel 2008 questa volta per l’astuta Massacre Records, che ha evidentemente trovato in questa band un buon talento e vista la scarsa qualità della prima versione ha deciso di creare un biglietto da visita più brillante al quintetto svedese.
La particolarità dei Decadence è quella che più o meno contraddistingue anche i loro cugini Arch Enemy, ovvero l’utilizzo di una voce aggressiva in femminile combinata a massicce dosi di death/thrash melodico, poco originale direte, bhè la mia risposta è si e no. Ma andiamo con ordine: prima di tutto il cantato di Kitty a parere di chi scrive è sicuramente più personale di quello dell’angelona, la biondina ventunenne infatti oltre che a mettere una forte carica personale nei pezzi riesce anche a creare dei cambi di tempo vocali molto meno scontati della “rivale”, passando da un growl non troppo profondo a uno screaming piuttosto azzeccato e protagonista. Che dire poi della parte strumentale? Le chitarre taglienti e secche coprono un ruolo decisamente in rilievo, rendendo pezzi come “Corrosion” o la bellissima titletrack dei veri e propri gioiellini, difficili da scordare nonostante la loro non propria originalità nel suono che comunque farà molto piacere ai fan del genere. Ben più interessanti sono invece i brani finali dell’album, “Invert” vanta infatti di una discreta composizione, mettendo in luce anche il batterista Erik, autore di un lavoro di alta scuola che ritroviamo anche nella conclusiva “Endgame”, arricchita ovviamente anch’essa dalla prova al microfono di questa Metal Girl che pare voglia insegnare a molte sue colleghe ma anche a molti singer ultra scontati cosa vuol dire avere una voce personale e ricca di grinta.
Dalla sua parte questo disco ha anche la non eccessiva durata (35 minuti), che rende tutto molto più piacevole e scorrevole, sperando in un successore che ne riprenda il percorso, magari con qualche idea più ferrata. Visto che si tratta di una ri-pubblicazione non mi sento di dare il voto che meriterebbe l’originale, ma siamo comunque oltre la sufficienza. Promossi!!

Recensione di Thomas Ciapponi

tracklist

1. Corrosion
2. Claustrophobia
3. 3rd Stage of Decay
4. Theater of The Absurd
5. Settle The Score
6. Sculpture
7. Invert
8. Endgame