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recensione

Un progetto musicale per dar sfogo alla propria creatività durante le pause concesse dalla band principale. Molti gruppi oggi partendo da una simile premessa confezionano dischi banali e poco curati, votati al solo obbiettivo di tirar su qualche euro, ma per fortuna il bassista dei Flower Kings Jonas Reingold non la pensa così e ci regala un autentico gioiellino in materia progressive rock. “Who’s The Boss In The Factory” è il terzo disco pubblicato sin qui dalla band svedese, comprende sei tracce dal minutaggio sopra la media, denotando sin da subito la volontà dei nostri di intraprendere un discorso di libertà assoluta nella stesura dei pezzi. Durante l’ora di musica proposta, i Karmacanic spaziano all’interno della scena prog 70’ con buona personalità ed ispirazione, nonostante gli echi della band principale di Jonas e dei maestri Pink Floyd talvolta si facciano sentire; gli stati d’animo sono differenti: si passa dai sali e scendi orchestrali dell’opener “Send A Message From The Heart”, al groove solare fortemente jazz di “Let In Hollywood”. La vena creativa si mantiene su standard elevati anche col passare dei minuti, fino al gran finale della mini-suite divisa in due parti “Eternally”, splendida nel crescendo emotivo dall’apeal malinconico. Ad aumentare il valore del lavoro contribuisce infine il singer Goran Edman (già con Malmsteen), superlativo nell’interpretazione a tratti quasi AOR delle ispirate linee vocali, nonché la presenza di alcuni ospiti come Thomas Bodin alle tastiere (Flower King) e Andy Tillison tra organo e Hammond (The Tangent), che portano il loro prezioso contributo artistico ad una band in grado di candidarsi tra le sorprese più liete nel genere progressive per questo 2008.

Recensione di Teospire

tracklist

1. Send A Message From The Heart
2. Let In Hollywood
3. Who's The Boss In The Factory
4. Two Blocks From The Edge
5. Eternally pt:1
6. Eternally pt:2