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Edguy - "Tinnitus Sanctus" (Nuclear Blast Records/Audioglobe)

Line up:

Tobias Sammet - Vocals & Keyboards

Jens Ludwig - Guitar

Dirk Sauer - Guitar

Tobias Exxel - Bass

Felix Bohnke - Drums
 

voto:

8
 

recensione

Ma guarda chi si rivede!! Tornano a chiudere questa annata ricca di ottimi album e concerti gli Edguy del simpaticissimo Tobias Sammet, già protagonista quest’estate con il suo side project Avantasia dove ha clamorosamente mosso migliaia di metalheads galvanizzati dal ben di dio di ospiti speciali che il talento tedesco si è portato in tour, ora però è la volta della sua main band. Li avevamo lasciati con un “Rocket Ride” che divise la critica in due parti, chi apprezzò l’evoluzione matura dei ragazzi di Fulda e chi invece al contrario rimase deluso, rimpiangendo i bei tempi power di “Vain Glory Opera” o il più recente “Hellfire Club”, a questo punto quindi è giusto chiarire fin da subito che questo nuovo “Tinnitus Sanctus” continua senza rimpianti sulla strada del suo predecessore, in parole povere un concentrato notevole di hard rock che ha rimpiazzato pesantemente la vena power iniziale dei tedeschi. Tuttavia non è di certo un lavoro da evitare, anzi, il disco in sé contiene una maturità ben evidente e le sue atmosfere decisamente happy sanno regalare 55 minuti parecchio movimentati, con pezzi che sanno penetrare nella testa dell’ascoltatore rendendosi presto un tormentone irremovibile. “Minisry Of Saints” è il classico singolo senza peli sulla lingua, arricchito da un lavoro delle chitarre che dimostrano la loro ormai amplia esperienza, rendendosi assieme alla solita meravigliosa voce di Tobias il punto forte del disco; “Sex Fire Religion” è un classico pezzo del nuovo stile degli Edguy, riff puramente hard rock con un ritornello semplice e diretto, cosi come le successive “The Pride Of Creation” e “Nine Lives”, due brani coinvolgenti e trascinanti dove l’allegria che ha sempre caratterizzato la band viene messa in primo piano e che probabilmente si candidano a episodi più d’impatto in sede live assieme a una azzeccatissima “Dragonfly” dove sfido chiunque a resistere ai suoi chorus ipnotici.
Immancabile poi ballatona di turno, questa volta dal nome “Thorn Without a Rose” , pezzo molto romantico che dimostra quanto un ragazzino che fino a dieci anni fa era uno sconosciuto ora è diventato uno dei punti saldi della scena metal europea. La parte conclusiva di questa nona fatica non si discosta molto dal resto della tracklist, cosi con la totalmente rockeggiante “Dead Or Rock” e la very country “Aren't You a Little Pervert Too” i ragazzi ci salutano e ci danno appuntamento a gennaio in quel di Milano per riconfermare anche la loro grande vena live. “Tinnitus Sanctus” è dunque un album che a molti conservatori non andrà a genio, il mio consiglio è quello di prenderlo in fretta e rendersi conto che ci stiamo trovando davanti a una giovane promessa che ha tutte le carte in regola per portare avanti a testa alta la bandiera del metal quando i nomi storici si ritireranno.

Recensione di Thomas Ciapponi

tracklist

  1. Ministry Of Saints
  2. Sex Fire Religion
  3. The Pride Of Creation
  4. Nine Lives
  5. Wake Uo Dreaming Black
  6. Dragonfly
  7. Thorn Without A Rose
  8. 929
  9. Speedhoven
  10. Dead Or Rock
  11. Aren't You A Little Pervert Top

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