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recensione

Si sta oramai per concludere il 2008, anno che per il metal ha significato molto visto i grandissimi ritorni di chi questo genere l’ha fatto nascere e crescere, stiamo parlando di guppi come Metallica, Judas Priest e Motorhead, senza poi dimenticare i più hard rocker Alice Copper e Guns N’Roses, insomma nomi che fanno accapponare la pelle solo a nominarli e che immancabilmente coi loro ultimi lavori hanno diviso la critica in due parti pronte a scannarsi tra di loro pur di venirne fuori vittoriosi. C’è però una band che ha agito in silenzio per lunghi anni e che ora è pronta a ritornare per rivendicare il proprio trono tra le leggende del genere, di chi sto parlando se non degli AC/DC? Girarci attorno è inutile, volenti o nolenti quando scendono in campo loro le acque del mare si aprono al loro passaggio e tutti gli altri vengono accantonati per un attimo in un angolino buio, d’altronde chi se non il simpatico scolaretto & soci è in grado di rimanere in testa alle classiche mondiali per parecchie settimane di seguito e registrare sold out da tempi record in ogni parte del globo?
Gli otto anni di lunga attesa sono finiti e finalmente il successore del noioso “Stiff Upper Lip” è venuto alla luce!! “Black Ice”, cosi si chiama, classico nome diretto e semplice per una band che ha fatto della semplicità il suo punto forte e che ora torna a diventare la chiave principale dopo le parentesi un tantino noiose dei ’90, i fratelli Young hanno infatti ben pensato di rispolverare la loro carica positiva e adrenalinica e di renderla di nuovo realtà su questo album che non verrà di certo ricordato nella storia del gruppo ma di sicuro si candida come una delle uscite più divertenti di questi ultimi anni, portando una carellata di Rock’n’Roll come non si sentiva da tempo in mezzo a tutti questi nuovi gruppi a passo con l’era tecnologica. La struttura dell’opera come già detto porta l’inconfondibile marchio degli australiani, si spazia cosi da pezzi classici come “Rock N' Roll Train”, “Big Jack” o “War Machine”, che vedono gli immancabili chorus rendersi protagonisti e entrare nelle vostre teste in un men che non si dica, altri invece decisamente più blues come “Skies On Fire” o “Decibel” forti di una sezione ritmica eccellente, con un Malcom in piena forma che per tutta la durata del disco è in grado portarci in dietro negli anni d’oro assieme a Angus e Brian, il primo oramai indescrivibile e il secondo che pare stia vivendo una terza giovinezza (la seconda già l’ha passata) vista la prestazione vocale che è riuscito a buttare fuori. Nella parte finale l’eccessiva durata dell’album si fa sentire, 55 minuti per un lavoro degli AC/DC sono troppi anche se in questo caso potevano sicuramente risultare più piacevoli se calibrati meglio, per esempio con l’aggiunta di qualche brano più adrenalinico e l’eliminazione di alcune pecore nere veramente noiose come “Rocking All The Way” o “Money Made”. Detto ciò non mi resta che complimentarmi con gli dei dell’hard rock che ancora una volta sono riusciti a stupirmi venendone fuori con una release che zittirà parecchi conservatori fermi agli ’80 e che come già detto non verrà di certo posizionata nell’arca della gloria della musica ma saprà regalarvi parecchie emozioni come solo gli AC/DC sanno fare. Se non sapete cosa regalare a natale allora la soluzione è solo una, buttatevi su “Black Ice” e chi lo riceverà non sarà di certo deluso. Ci vediamo a marzo per due date a Milano che trasformeranno la città nel paradiso dell’hard rock.

Recensione di Thomas Ciapponi

tracklist

1. Rock n' roll train
2. Skies on fire
3. Big jack
4. Anything goes
5. War machine
6. Smash n' grab
7. Spoolin' for a fight
8. Wheels decibel
9. Stormy may day
10. She likes rock n' roll
11. Money made
12. Rock n' roll dream
13. Rocking all the way
14. Black ice