Protagonisti di un artwork sanguinoso i Godsplague sono il classico gruppo che ama mettere le cose in chiaro fin dal principio e non è un caso che l’opener “Zero Mission” dal terzo disco in studio, insista senza troppi indugi su un thrash metal arcigno di chiara matrice Pantera. I riferimenti alla mitica band americana si sprecheranno nel corso del disco, tuttavia dobbiamo ammettere che aggiungendo un tocco di melodia e taluni modernismi la band finlandese pur non inventando assolutamente nulla mette in evidenza una personalità nel songwriting se non altro sufficiente. “H8” ha il merito di offrire una serie di canzoni marchiate a fuoco, con un’identità ben definita evitando con estrema abilità la trappola di una compattezza eccessiva, difetto sin troppo comune a molti colleghi del genere. Per la verità non sempre tutto ciò equivale ad un songwriting fluido e convincente ed infatti “Useless”, mostra non pochi problemi ad amalgamare le parti con voce pulita al resto del pezzo, per non parlare delle noiose tendenze metalcore di “Under The Fire”. Piccole lacune che frenano gli entusiasmi ma non cancellano di certo quanto di buono fatto da questi quattro ragazzi finlandesi, canzoni come “Into Oblivion” e “I Will Break You” regalano un ritornello in pulito ruffiano quanto godibile, “Timebomb” possiede un groove micidiale, mentre “The Depth” fra chiaroscuri e cambi di tempo appare la traccia più ispirata ed originale dell’intero lavoro. Alla terza possibilità i Godsplague non sfonderanno di certo, ma alla luce di un disco arzillo come “H8”, hanno le carte in regola per uscire dall’anonimato.
Recensione di Teospire
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