Passano solamente 2 anni dal buon "Liberty or Death" che ha decisamente
riscattato la band dal mezzo passo falso compiuto con "The Last Supper". Oggi
gli scavafosse più simpatici e famosi della Germania ritornano con un lavoro
ancor più convincente, ricco di spunti e buone idee.
Il passaggio sotto Napalm Records può aver giovato a Bondenthal e compagni, su
questo disco va segnalato l'innesto di una seconda chitarra Thilo Herrmann ex
Running Wild) che coadiuva il lavoro di Manny in fase ritmica, a dire il vero
su un disco, dove la tecnologia offre la possibilità di usufruire di varie
sovrincisioni, la differenza non si nota neppure, sicuramente si avrà un
riscontro maggiore in sede live.
Il disco nel suo insieme è di per sé il migliore che la band abbia partorito
negli ultimi anni ricco di hit, dalla titletrack a "Pray" utilizzata
saggiamente come singolo apripista.
Ma molte altre sono le songs che non passano inosservate vedasi "Sorrow of the
Dead" , brano forte di un ritornello melodico e di facile assimilazione.
Anche una "Into the War" non può non essere menzionata vista la potenza e la
freschezza che sprigiona, il non più giovanissimo frontman può certamente
vantare una seconda giovinezza alla pari di altri suoi colleghi vedasi zio
Biff dei Saxon.
Davvero convincente "The Shadow of Your Soul" dall'incedere hard rock complice
una struttura semplice ma che funziona sempre.
Non ci sono nei in questo disco, non si può parlar male di questo lavoro
nemmeno andando a cercare il classico pelo nell'uovo.
La prova del nove, se ancora ce ne fosse bisogno, sarà tra poche settimane in
sede live, viste le premesse difficilmente i Grave Digger deluderanno i loro
fans.
Recensione di Paolo Manzi
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