Gli Steelheart incontrano gli Aerosmith, i Gotthard passano di lì e si mettono a cazzeggiare insieme a loro. Questi sono i Lizhard, band attiva praticamente da una vita in una decade di live shows, che finalmente ha sfornato un primo lavoro! Opener affidata a “Rock n’ Roll is back”, pezzo con tiro bene eseguito, ma mai quanto la successiva “Devil’s Highway” – molto bonjoviana nel cantato e nelle melodie. “Let the Good Times Roll” è puro hard rock che più puro non si può, intro affidato al classico rullante cassa della batteria di Ricky Lecchini e via di invasamento per i classici accordi e soli del genere. “I cry for you” è una ballata in pieno stile dei cinque di Boston (gli Aerosmith…), mentre “Life in the fast lane” è una cover degli Eagles e sicuramente il migliore dei brani del lotto ed il fatto che il pezzo che più colpisce sia una cover è una stonatura. “Let’s Party” è il classico giro rock n’ roll derivativo dei vari Chuck Berry, passato per le mani di Clapton e poi prestato a Deep Purple e Led Zeppelin per la sua definitiva evoluzione. “Bad to the Bone” è forse il pezzo che si avvicina alla grinta che dà la cover degli Eagles: qui il singer Luke Marsilio sfodera una prova senza dubbio superiore alle precedenti songs…e forse è proprio questa la direzione da seguire. “Angel” è una ballata acustica che sembra uscita dalle mani di Sambora con un intro davvero catchy. “My wild side” è il classico brano che trasuda sesso e strada, esperienze di vita, whiskey e capelli lunghi. Un brano che dal vivo non può non essere eseguito, forse il pezzo in grado di affascinare di piu’ il pubblico in sede live. Il disco si chiude con “Diamond”, altro pezzo acustico ben interpretato dal singer, una ballad davvero niente male, con tanto di armonica che non guasta mai e fa sempre nostalgia canaglia. Singolo (secondo) e video di questo pezzo sono un must. Per quanto riguarda le liriche, i testi rientrano nel classico canone dell’hard rock piu’ semplice e cordiale, forse un po’ scarni. In conclusione il disco non è male, forse troppo pregno di alti e bassi. Le basi ci sono indubbiamente e questo è l’importante.
Recensione di Riccardo “Rik” Canato
Siamo alla ricerca di un nuovo addetto per la sezione DEMO, gli interessati possono contattare lo staff di Holy Metal, nel frattempo la sezione demo rimane temporaneamente chiusa.