Finalmente! Dico finalmente, perchè dopo qualche anno come cover band dei Maiden, i Clairvoyant, sono giunti al sospirato debut album, zeppo di riferimenti al gruppo di Steve Harris ma, qualitativamente ineccepibile.
Anche perchè il quintetto lombardo, ha già un'esperienza notevole sulle spalle, soprattutto in sede live, che li ha visti "duettare" con eroi del Metal come Doro, Paul Di Anno, Dennis Stratton e molti altri ancora, sicuramente certe esperienze non piovono dal cielo ma sono frutto di costanza e inpegno, doti che non sono mai mancati ai ragazzi comaschi.
Parlando di questo "Word to the wise", va ribadita la totale dedizione al combo londinese, ma, in ogni caso i Clairvoyant denotano una freschezza invidiabile nel comporre brani diretti e assimilabili al primo colpo, oltre ovviamente ad una preparazione tecnica tutt'altro che approssimativa.
Il disco, aperto dalla cavalcata "Journey through the stars", è seguito dalla bellissima "The lone", pezzo battagliero e mai scontato, con vari cambi di tempo che contribuiscono a renderlo speciale.
Possiamo anche ascoltare, e questo va solo a loro vantaggio, canzoni non propriamente in Maiden style, come la terza "Choose the truth", molto malinconica nel suo incedere mid tempo, oppure nella lunga e sofferta "The pain of sight".
Tutto l'album è permeato di una melodia potente e mai banale, che, come già detto, lo rende molto fruibile, come testimoniato, ad esempio, dal bellissimo refrain di "Step aside", che contiene anche uno sferzante riff, alternato da passaggi più Maideniani, abilmente sfruttati dall'ugola di Gab Bernasconi.
Non poteva mancare nemmeno il lentone, come "Closure", toccante "nenia" accompagnata dal pianoforte, che precede la meditata title track.
Il disco è concluso dalla cover di "Hallowed be thy name", che, se devo essere sincero è abbastanza superflua, non per l'esecuzione superba (ci mancherebbe!), ma quanto perchè questo brano è talmente conosciuto e coverizzato da non avere bisogno di ulteriori tributi, ma si sa che la Maiden mania non ha confini!
Concludo compimentandomi coi ragazzi, che sono riusciti, già all'esordio, a dar vita ad un album di Metal classico coi fiocchi, ben suonato e anche ben prodotto, distaccandosi finalmente dallo status di cover band, disco comunque consigliato a chi adora gli Iron, la melodia e, perchè no, anche un certo tipo di Power.
Recensione di Alessio Aondio
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