In memory of CARL ALBERT (Vicious Rumors) and DAVID WAYNE (Metal Church/Reverend), questa è l'ultima frase del booklet dell'esordio discografico dei Savior from Anger, nuova creatura messa in piedi da Marco Ruggiero, vecchia volpe del Metal campano.
Cito questa dedica per un duplice motivo, in primis mi fa enormemente piacere che due idoli come Carl e David, che hanno scritto pagine irripetibili della nostra musica, vengano ricordati anche nello stivale e, il secondo è che basta questa riga per darvi un'idea di cosa suoni il gruppo napoletano: Power americano, ovviamente.
Parto, parlando dell'album, con l'unica nota negativa, la produzione, che si rivela inspiegabilmente potente e pulita per le prime 4 tracce, viceversa dalla 5 alla 10, sembra, purtroppo di stare ascoltando una sorta di rough mix...
Dicevo unica nota negativa, poichè "Lost in the darkness" è un disco splendido, che racchiude, almeno per chi scrive, tutto ciò di cui l'Heavy Metal ha bisogno: potenza, rabbia, melodia, ma soprattutto un grandissimo cantante, come si rivela sin dal primo brano, l'ottimo Alessandro Granato.
Via a vere e proprie mazzate in US style, come l'opener "Claustrophobia", o la successiva "Victim of rage", che parte soffusa, per poi esplodere grazie al roccioso riff, in ogni caso tutto, ma proprio tutto l'album, denota un songwriting ampiamente sopra la media, che aiuta i partenopei ad essere vari e mai scontati, pur non discostandosi mai dalla perfetta scelta stilistica intrapresa.
Basta un ascolto della track "Killing greed" per capire che siamo di fronte ad una grande band, non esagero credetemi, infatti questo pezzo contiene linea vocale melodica, riffoni circolari, stacco riflessivo, ripresa irruente in puro stile Power americano, chiusura tirata... TUTTO insomma!
Da citare anche un mid tempo come "Double shot", da puro headbanging o ancora "Mindstruck", che avrebbe ben figurato anche in un disco dei Metal Church periodo Mike Howe, per intenderci, col suo riff centrale accompagnato dalla doppia cassa, che pare uscito dalla penna di un inspirato Vanderhoof.
Spero che questi ragazzi, mantenendosi sugli attuali livelli qualitativi, possano togliersi qualche soddisfazione e, magari, con un budget più elevato, aspirare ad una produzione che renda pieno merito agli sforzi di Ruggiero & Co., capaci di regalarci un disco che ci trascina di forza degli States degli 80's, quando appunto Vicious Rumors, Metal Church, Armored Saint, Helstar, e chi più ne ha più ne metta, facevano parte di una splendida realtà musicale a cavallo tra Thrash e Heavy Metal.
"Lost in the darkness" piacerà a chi ama il Power a stelle e strisce, il Thrash, l'Heavy Classico e, magari, farà aprire le orecchie a chi pensa che il Power Metal sia solamente una gioppinata da cartone animato tipo Edguy, Sonata Arctica, Stratovarious e compagnia felice.
Recensione di Alessio Aondio
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